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di fondo biancastro, mentre nei maschi à giallastro.
Periodo di sfarfallamento:
da maggio a ottobre con due generazioni annuali.
Habitat:
pendii soleggiati ed
aridi dal fondovalle alla media montagna. 0-2400 m.
Stadi giovanili:
la
deposizione delle uova avviene singolarmente sulla parte superiore delle foglie e
la loro schiusa avviene in 7-10 giorni. Il bruco è molto caratteristico: verde con
quattro linee gialle dorsali e macchie nere. L’ibernazione avviene come piccolo
bruco. La durata della fase della crisalide è molto variabile, a seconda della
temperatura, da 1 a 3 settimane.
Piante nutrici del bruco:
Fabaceae
(
Hippocrepis comosa
,
Coronilla
spp.).
Distribuzione:
comune nell’Europa
centrale e meridionale; raramente migrante in Danimarca e Inghilterra.
Presenza nel Parco:
è una delle farfalle
più comuni, sia sul versante toscano che romagnolo. Specie non minacciata.
12
Parte superiore delle ali anteriori con apice arancione con margine nero
Anthocharis cardamines ♂ (Linnaeus, 1758)
Descrizione:
Apertura alare: 40 - 50 mm. Ali con colore di fondo bianco. La
parte superiore ha ali anteriori con apice di un marcato colore arancione, ma
solo nel maschio, ed una macchia centrale nera; le ali posteriori hanno una
delicata livrea grigiastra a scacchiera. La delicata livrea, presente anche sul lato
inferiore delle ali, mimetizza la farfalla quando è nascosta fra la vegetazione.
Dimorfismo sessuale: la parte superiore ha l’apice delle ali anteriori arancione
nel maschio e nero o grigio scuro nelle femmine; la macchia centrale nera sulle
ali anteriori è più ridotta nei maschi.
Periodo di sfarfallamento:
da marzo a
giugno con una sola generazione annuale.
Habitat:
praterie fiorite, incolti del
fondovalle, siepi e radure boschive dell’area montana da 200 a 1500 m.
Stadi
giovanili:
il bruco è d’un verde bluastro o grigiastro pallido e rassomiglia alle
silique dell’
Alliaria petiolata
, della
Cardamine pratensis
e delle altre
Brassicaceae
di cui si nutre. In luglio diventa crisalide falciforme che rimane
appesa allo stelo della pianta nutrice. Sverna allo stadio di crisalide.
Piante
nutrici del bruco:
Brassicaceae
(
Cardamine
spp.,
Alliaria
spp.,
Sisymbrium
spp.,
Arabis
spp.) e resede.
Distribuzione:
paleartica: prati dell’Europa e dell’Asia temperata fino al Giappone.
Presenza nel Parco:
è abbastanza diffusa, sia sul versante toscano che romagnolo. Specie non minacciata.
12
Parte superiore delle ali anteriori con apice
non arancione
13
13
Parte superiore delle ali posteriori con colore
di fondo grigio marmorizzato
14
13
Parte superiore delle ali posteriori con colore
di fondo uniforme
16
14
Parte superiore delle ali anteriori con apice nero colorato in modo uniforme
Anthocharis cardamines ♀ (Linnaeus, 1758)
Descrizione:
Apertura alare: 40 - 50 mm. Ali con colore di fondo bianco. La
parte superiore ha ali anteriori con apice di un marcato colore arancione, ma solo
nel maschio, ed una macchia centrale nera; le ali posteriori hanno una delicata
livrea grigiastra a scacchiera. La delicata livrea, presente anche sul lato inferiore
delle ali, mimetizza la farfalla quando è nascosta fra la vegetazione. Dimorfismo
sessuale: la parte superiore ha l’apice delle ali anteriori arancione nel maschio e
nero o grigio scuro nelle femmine; la macchia centrale nera sulle ali anteriori è
più ridotta nei maschi.
Periodo di sfarfallamento:
da marzo a giugno con una
sola generazione annuale.
Habitat:
praterie fiorite, incolti del fondovalle, siepi e
radure boschive dell’area montana da 200 a 1500 m.
Stadi giovanili:
il bruco è
d’un verde bluastro o grigiastro pallido e rassomiglia alle silique dell’
Alliaria
petiolata
, della
Cardamine pratensis
e delle altre
Brassicaceae
di cui si nutre. In
luglio diventa crisalide falciforme che rimane appesa allo stelo della pianta
nutrice. Sverna allo stadio di crisalide.
Piante nutrici del bruco:
Brassicaceae
(
Cardamine
spp.,
Alliaria
spp.,
Sisymbrium
spp.,
Arabis
spp.) e resede.
Distribuzione:
paleartica: prati dell’Europa e dell’Asia temperata fino al Giappone.
Presenza nel Parco:
è
abbastanza diffusa, sia sul versante toscano che romagnolo. Specie non minacciata.
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