72
Viburnum tinus
L. subsp.
tinus
Il viburno tino, o lauro-tino, è una specie mediterranea presente allo stato
spontaneo in tutta l'Italia centro-meridionale e nella regione insubrica, altrove
ampiamente coltivata in parchi e giardini e spesso inselvatichita. Cresce nella
macchia mediterranea, su suoli limoso-argillosi ricchi in scheletro, aridi d'estate,
sia calcarei che marnoso-arenacei purché ricchi in carbonati, dal livello del mare
agli 800 m circa. La specie è molto utilizzata per la realizzazione di siepi. Quasi
tutte le parti della pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del genere è
molto antico e di etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'viere' (legare,
intrecciare), in riferimento alla flessibilità dei rami di alcune specie, utilizzati un
tempo per costruire ceste, oppure da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome
specifico ricorda quello usato dai Romani (laurustinus). Forma biologica:
fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: ottobre-giugno.
Vitis coignetiae
Pulliat ex Planch.
La vite giapponese è una specie originaria delle zone temperate dell'Asia,
dall'Estremo Oriente russo (Sakhalin) al Giappone (Hokkaido, Honshu,
Shikoku). La specie, descritta botanicamente nel 1883, fu riportata nel 1884 per
le regioni fredde del Giappone da parte di Henri Degron, che era stato inviato in
Asia alla ricerca di viti selvatiche resistenti alla fillossera. Degron piantò una
vigna di questa specie a Crespières (Île-de-France), dove la pianta produsse un
vino amarognolo di scarso interesse commerciale. Oggi la specie è utilizzata
soprattutto a scopo ornamentale. Il nome generico deriva dal verbo 'viere'
(intrecciare), in allusione all'utilizzo dei rami flessibili della vite europea nella
fabbricazione di panieri; la specie è dedicata ai coniugi Coignet, che si dice
avessero portato i semi al ritorno dal loro viaggio in Giappone nel 1875, prima
della descrizione formale della specie. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: giugno.
Vitis vinifera
L. subsp.
vinifera
La vite è una liana decidua tipicamente mediterranea, oggi coltivata in tutte le
aree del globo con clima di tipo mediterraneo (California, Cile Centrale,
Sudafrica, Australia meridionale). I primi riferimenti storici alla vite e al vino si
trovano tra i Sumeri nell'Epopea di Gilgamesh (III millennio a.C.);
testimonianze della coltura si hanno in numerosi geroglifici Egizi, presso i quali
il vino era bevanda riservata ai sacerdoti, agli alti funzionari e ai re. Furono i
Greci ad introdurre la vitivinicoltura in Europa, già in epoca minoica. Esiodo
descrive in dettaglio pratiche di vendemmia e di vinificazione e numerosi sono i
riferimenti alla vite e al vino anche in Omero. Ai coloni greci si deve
l'introduzione della viticoltura in Italia meridionale, dove la pianta incontrò
condizioni climatiche e pedologiche ideali, al punto da far meritare alla regione il nome di Enotria. Studi paleontologici
hanno però dimostrato che la pianta della vite era già diffusa in Italia, in particolare in Toscana, dove esisteva prima
della comparsa degli Etruschi. I Romani perfezionarono ulteriormente le tecniche vitivinicole apprese dagli Etruschi,
come illustrato da numerose opere, in cui si ritrovano concetti biologici e tecniche di coltura tuttora validi. Nel XIX
secolo due malattie fungine e un insetto provenienti dall'America sconvolgono la vite: la peronospora della vite, l'oidio
e la fillossera, che distrussero vaste estensioni di vigneti tra il 1870 e il 1950. I coltivatori furono costretti a innestare i
vitigni sopravvissuti su specie (e ibridi) di origine americana (
Vitis berlandieri
,
V. rupestris
e
V. riparia
), resistenti alla
fillossera, e a utilizzare regolarmente prodotti fitosanitari come lo zolfo e il rame per contrastare l'oidio e la
peronospora. A volte la vite appare anche allo stato subspontaneo, in arbusteti e siepi presso gli abitati rurali ed in
vegetazioni ruderali, su suoli limoso-argillosi mediamente profondi, neutro-subacidi, ricchi in composti azotati. Nel
Parco Pegaso di Jesolo Lido è presente la cultivar 'Isabella Bianca'. Il nome generico è il nome latino della vite, che
deriva da 'viere' (legare), in riferimento alla flessibilità dei rami; il nome specifico si riferisce alla coltivazione per
produrre il vino. Forma biologica: fanerofita lianosa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Wisteria floribunda
(Willd.) DC.
Il glicine giapponese è una specie originaria del Giappone, introdotta in Europa nel 1816 e negli Stati Uniti nel 1830
come pianta ornamentale, a causa delle vistosissime e spettacolari fioriture (i racemi posso raggiungere anche mezzo
metro di lunghezza). La pianta vive spesso più di cinquanta anni. Tutte la parti della pianta contengono un composto
tossico chiamato wisterina, che provoca problemi gastrointestinali come nausea, diarrea e vomito. Il nome generico è