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del frutto si ricava la granatina, uno sciroppo fermentato per produrre cordiali, dolciumi e marmellate; la scorza e i fiori
sono impiegati in medicina per le proprietà astringenti; il tannino è utilizzato nella concia delle pelli. Il nome generico
deriva da 'punicus', che indicava al tempo degli antichi Romani la provenienza dei frutti dalla regione costiera della
Tunisia, dove si trovava Cartagine; il nome specifico allude alla presenza dei numerosi semi dal rivestimento rosso
all'interno del frutto, simili a granati. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Pyracantha coccinea
M. Roem.
L'agazzino è un arbusto sempreverde diffuso nel bacino del Mediterraneo e in
Asia Minore, di dubbio indigenato in Italia, ove è presente allo stato
subspontaneo in tutte le regioni salvo che in Valle d'Aosta, Sicilia e forse
Piemonte. È spesso coltivato a scopo ornamentale per la costruzione di siepi
protettive, cui si presta grazie alle dense spine presenti all'apice dei rami e
talvolta appare allo stato subspontaneo in boschi e boscaglie termofili e ai loro
margini, in arbusteti e nelle siepi, dal livello del mare a 900 m circa. I semi sono
tossici. Il nome generico deriva da due parole greche che significano 'fuoco' e
'spina' e si riferisce sia alla presenza di spine che al colore rosso vivo dei frutti
di alcune specie; il nome specifico, che in latino significa 'rosso' si riferisce
anch'esso al colore dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di
fioritura: aprile-maggio.
Pyrus calleryana
Decne.
Il pero di Callery è una specie originaria della Cina e Vietnam, introdotta in
Europa a scopo ornamentale e oggi ampiamente piantata in parchi e giardini di
tutta Italia, con numerose cultivar. La specie viene coltivata soprattuto per il
fogliame lucido e le vistose fioriture; i frutti, molto più piccoli di quelli del pero
comune, sono duri e diventano commestibili soltanto dopo essere stati sottoposti
alle gelate. Il nome generico deriva dal greco 'pyr, pyròs' (fuoco, del fuoco), per
la forma conica dei frutti; la specie è dedicata al sinologo italo-francese Joseph-
Marie Callery (1810-1862), che inviò i primi esemplari in Europa dalla Cina.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Quercus ilex
L. subsp.
ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato spontaneo in
tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto più abbondante
nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui boschi di sclerofille
sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai
margini dell'areale cresce anche nei boschi decidui o in habitat rupestri in siti
caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e ricchi in scheletro. In Italia viene
frequentemente coltivato in parchi, giardini ed alberature stradali, soprattutto
presso le coste. Il legno ha limitati impieghi artigianali, essendo molto duro e
resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene comunque
usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come parti di attrezzi
agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La scorza, ricca in tannini,
è usata per la concia delle pelli. Le ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano usate
anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi
alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per
eccellenza', ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante di questo genere; il nome
specifico, che forse deriva da una radice celtica che significa 'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio, per la
frequente presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa).
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Quercus pubescens
Willd. subsp.
pubescens
La roverella è un albero deciduo dell'Europa meridionale presente in tutte le regioni d'Italia. Cresce in boschi termofili
aperti di latifoglie decidue, sia su calcare che su arenarie ricche in basi, su suoli argillosi neutro-basici, subaridi d'estate,
con optimum nella fascia submediterranea. Il legno, molto durevole, trova impiego nella costruzione di traversine
ferroviarie e in passato veniva usato per travature, costruzioni navali, etc.; l'infuso della corteccia e dei giovani rami era