Aristocle Vatova

Aristocle Vatova nacque nel 1897 a Capodistria, nell’allora Impero austro-ungarico. Studiò Filosofia presso le Università di Graz e Vienna, per poi laurearsi in Scienze Naturali a Torino nel 1919 con una tesi in botanica.
Si dedicò da subito all’insegnamento di svariate discipline, dalla geografia alla matematica, presso alcuni istituti scolastici istriani. Contemporaneamente iniziò a raccogliere e identificare piante della flora istriana creando l’Herbarium vatuense che con il tempo arrivò a contare circa 5000 campioni di alghe e di fanerogame marine e terrestri.
Nel 1924 iniziò a lavorare presso l’Istituto di Biologia del Mare di Rovigno, dapprima come assistente tecnico e poi con l’incarico di direttore. Vi rimase per circa vent’anni, conducendo ricerche nell’Alto Adriatico di cui presentò i risultati già nelle sue prime pubblicazioni, come nel Compendio della flora e della fauna del Mare Adriatico presso Rovigno con la distribuzione geografica delle specie bentoniche (1928). Si prodigò inoltre a riordinare la biblioteca e il piccolo museo dell’Istituto, contribuendo con le sue raccolte a incrementarne le collezioni.

Campagna di ricerca nell'Africa Orientale Italiana

Missione ittiologica del piroscafo Francesco Crispi nel Mar Rosso (1937); Aristocle Vatova è il secondo da sinistra (dall'archivio di famiglia)

Partecipò a numerose campagne di ricerca, prevalentemente nell’Adriatico. In particolare, si dedicò allo studio delle alghe nell’ambito dell’opera monografica dedicata alla Laguna di Venezia, affidatogli dalla Commissione Internazionale per l’esplorazione scientifica del Mediterraneo. Innanzitutto pianificò la ricerca e nel triennio 1930-32 raccolse i campioni determinando parte del materiale. Dopo la minuziosa revisione di Victor Schiffner, allestì l’algario che in seguito donò al Museo di Storia Naturale della città lagunare, dove è tuttora conservato. Infine elaborò il testo per la Monografia “La Laguna di Venezia” (1938): dapprima la parte sistematica, traducendo e organizzando gli appunti di Schiffner, poi la parte generale dedicata all’ecologia e alla distribuzione delle alghe in laguna.

Grafia di Aristocle Vatova
Biglietto autografo di Aristocle Vatova allegato al foglio 76 (MSNVE-25994)

Terminato il lavoro, poté dedicarsi a un’altra importante campagna di ricerca: nel 1937-38 diresse una spedizione nelle colonie dell’Africa Orientale Italiana, tra Somalia ed Eritrea, durante la quale esplorò fiumi e laghi raccogliendo una grande quantità di dati idrografici e di campioni zoologici e botanici.
Con l’avvento del secondo conflitto mondiale dovette lasciare l’Istria e si trasferì a Venezia trovando impiego presso l’Istituto di Studi Adriatici, poi Istituto di Biologia del Mare. Nella città lagunare giunsero anche le collezioni di Rovigno che, dopo vari passaggi di sede, troveranno una collocazione definitiva solo molti anni più tardi: i preparati zoologici passeranno alla Stazione Idrobiologica di Chioggia nel 1968, l’Herbarium vatuense all’Erbario Centrale Italiano di Firenze nel 1973.

Vatova a Taranto
Aristocle Vatova nel periodo
in cui dirigeva l’Istituto Sperimentale
Talassografico di Taranto (1962)
(dall'archivio di famiglia)
Al suo costante impegno nel mantenere attivo l’Istituto di Biologia del Mare, sia a Rovigno sia a Venezia, non era purtroppo mai corrisposto un adeguato inquadramento contrattuale. Fu quindi nel tentativo di risolvere la sua difficile situazione che partecipò, con successo, al concorso per il posto di direttore dell’Istituto Sperimentale Talassografico di Taranto, dove si trasferì nel 1961. Qui trovò un centro arretrato, scarsamente operativo e privo di risorse economiche che in breve, sotto la sua guida, divenne un polo scientifico moderno e molto frequentato, dotato di laboratori, di un museo, di un acquario e persino di una foresteria per i ricercatori.
Nonostante il trasferimento tornò periodicamente a Venezia e nei primi anni ’70, ottenuto il pensionamento, si stabilì definitivamente nella città lagunare; non smise mai di lavorare continuando a frequentare il suo ufficio presso l’Istituto fino alla morte, avvenuta nel 1992.
Aristocle Vatova è descritto da chi lo conobbe come uomo riservato e taciturno, dai modi spesso sbrigativi ma con un animo gentile e sincero; di elevata dirittura morale, era meticoloso e tenace e intendeva il lavoro come servizio alla scienza e alla società. La sua vasta produzione scientifica, frutto di quasi settant’anni di ininterrotta attività, spazia in diversi settori: zoologia e principalmente fauna bentonica; botanica e in particolare algologia; idrografia, idrologia, fisica e chimica delle acque; produttività primaria e valli da pesca. Scrisse anche degli effetti generati sull’ambiente dall’inquinamento e da eventi meteo-climatici particolarmente intensi. Infine in tarda età, impossibilitato a lavorare sul campo, pubblicò una serie di Schede malacologiche del Mediterraneo dedicate a specie di gasteropodi marini poco comuni nel nostro mare.