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l'ipotesi di derivazione dal celtico 'papa' (pappa per bambini per conciliarne il
sonno) sembra insostenibile; il nome specifico allude a una sua presunta
origine ibridogena. Forma biologica: terofita scapèosa. Periodo di fioritura:
maggio-giugno.
Papaver rhoeas
L. subsp.
rhoeas
Il papavero comune è una pianta annua di origine asiatico-mediterranea che sin
dal Neolitico si accompagnava alle colture di cereali, oggi divenuta
subcosmopolita e presente in tutte le regioni d'Italia. Sull'Isola dell'Asinara è
rara, presente ad esempio presso Campu Perdu e Cala Reale (Bocchieri, 1988).
Cresce in vegetazioni pioniere lacunose come coltivi, orti, giardini, ai margini
di strade e discariche, su suoli argillosi, ricchi in composti azotati, mediamente
freschi e subneutri, al di sotto della fascia montana. Tranne i semi, tutte le parti
della pianta e soprattutto il latice sono tossiche per la presenza di alcaloidi; a
piccole dosi hanno proprietà sedative. Le rosette giovani venivano consumate
sia crude che cotte. Dai petali si ricavava una tintura rossa (antociani) usata
anche nella cosmesi femminile. I semi si possono usare per aromatizzare il pane o i dolci. Il nome generico deriva
dall'arabo 'papámbele' a sua
volta derivato dal sanscrito 'papavira' o ' papavara' (succo nocivo); l'ipotesi di derivazione
dal celtico 'papa' (pappa per bambini per conciliarne il sonno) sembra insostenibile; il nome specifico potrebbe
derivare dal greco 'rheo' (scorrere via), per i
petali presto caduchi, o da 'róia' (melograno) per il colore rosso dei fiori.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
Papaver somniferum
L.
Il papavero da oppio è una pianta annua a distribuzione originariamente
mediterraneo-orientale-turanica, oggi presente, di solito come avventizia, in
tutta la regione mediterranea; la specie è affine, e forse deriva, da
P. setigerum
,
che ha una distribuzione mediterraneo-occidentale. In Italia viene spesso
coltivata a scopo ornamentale o per la produzione dei semi commestibili
(soprattutto sulle Alpi) e appare allo stato subspontaneo in quasi tutte le
regioni. Sull'Isola dell'Asinara è abbastanza comune, presente ad esempio a
Fornelli (Bocchieri, 1988). La coltivazione nell'Europa meridionale è
comprovata sin dal Neolitico; vi sono testi in cuneiforme risalenti al 4000 a.C
che citano la specie come pianta medicinale; nell'antica Grecia la capsula del
papaver
o da oppio era il simbolo di Morfeo, il dio dei sogni, di Nyx, la dea della notte, e di Thanatos, il dio della
morte; il termine stesso 'oppio' deriva dal greco 'opos' (succo). Nell'impero romano la pianta era ampiamente utilizzata
come farmaco, ma a parti
re dal medioevo la coltura venne scoraggiata e riapparve solo grazie all'influenza della
medicina Araba. La specie contiene diverse sostanze ad azione stupefacente, tra cui morfina (da cui si ricava l'eroina),
tebaina, codeina, papaverina, e noscapine. I s
emi, a basso contenuto di alcaloidi, sono comunemente utilizzati nella
cucina di culture diverse, da quella indiana (entrano nella preparazione del curry) a quella delle Alpi (ove vengono
usati ad esempio per aromatizzare il pane); da essi si ricava anche
un olio commestibile. La specie viene spesso
coltivata anche a scopo ornamentale, in diverse cultivar che a volte (ma non sempre) contengono basse dosi di morfina
(meno dell'1%), ma concentrazioni elevate di altri alcaloidi. In Italia è vietata l'estrazion
e degli alcaloidi, ma è
permesso coltivare un piccolo numero di esemplari a scopo ornamentale. Australia, Turchia e India sono i maggiori
produttori di papavero per scopi medicinali, mentre in Afghanistan la specie viene coltivata estesamente per la
produz
ione illegale di droga. Il nome generico deriva dall'arabo 'papámbele' a sua volta derivato dal sanscrito 'papavira'
o 'papavara' (succo nocivo); l'ipotesi di derivazione dal celtico 'papa' (pappa per bambini per conciliarne il sonno)
sembra insostenibile;
il nome specifico si riferisce ai ben noti effetti degli oppiacei. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Parapholis filiformis
(Roth) C.E. Hubb.
La loglierella filiforme, o loglierella sottile, è una pianta annua a distribuzione subatlantica presente, ma in genere rara,
lungo le coste di quasi tutte le regioni d'Italia (manca in Emilia-
Romagna e non è stata più osservata da lungo tempo in
Lig
uria e in Abruzzo). Cresce come pioniera su terreni subsalsi presso le coste. Il nome generico deriva dal greco
'paraphuo' (che produce germogli); quello specifico si riferisce alle infiorescenze molto sottili. Forma biologica: