Asinara_Book_ita - page 329

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Pallenis spinosa
(L.) Cass. subsp.
spinosa
L'asterisco spinoso è una pianta annua o bienne a distribuzione
eurimediterranea presente in tutte le regioni d'Italia, salvo che in Valle d'Aosta
e Trentino-Alto Adige; rara a nord del Po, è più comune nell'Italia
mediterranea. Sull'Isola dell'Asinara è comune, presente ad esempio presso le
radure e i ruderi di Cala Reale (Bocchieri, 1988). Cresce in vegetazioni erbacee
aperte, negli incolti e in ambienti ruderali, su suoli argillosi aridi d'estate, al di
sotto della fascia montana. Il nome generico è di etimologia incerta, quello
specifico si riferisce alla spinescenza dei capolini dopo la fioritura. Forma
biologica: terofita scaposa/ emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
Pancratium illyricum
L.
Il giglio marino di Sardegna è una specie endemica della Sardegna, della
Corsica, delle isole vicine e dell'Arcipelago Toscano (Capraia). Sull'Isola
dell'Asinara è abbastanza comune, presente ad esempio al Castellaccio, al
Monte Ruda, Cala Arena, Punta Sabina e a Elighe Mannu. Cresce in ambienti
rocciosi su substrati silicei, in vallecole e prati freschi e umidi, a volte anche
nelle macchie aperte, su suoli acidi anche subsalsi, dal livello del mare (ove è
più frequente) a 1400 m circa. Il nome del genere deriva dal greco 'pan' (tutto)
e 'cratys' (potente, forte), probabilmente alludendo alla capacità della pianta di
resistere a condizioni estreme; il nome specifico, che si riferisce all'antica
regione dell'Illiria, corrispondente più o meno all'odierna Dalmazia, è privo di
senso: si tratta di un errore di Linneo, il quale credeva che la piant
a che stava descrivendo provenisse dalle coste
dalmate. Forma biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Pancratium maritimum
L.
Il giglio marino comune è una specie a distribuzione stenomediterranea
presente lungo tutte le coste italiane salvo che in Friuli Venezia Giulia.
Sull'Isola dell'Asinara è abbastanza comune, presente ad esempio tra le zone
sabbiose di Cala Sabina, Cala Arena, Punta S. Andrea e in genere nella parte
meridionale dell'Isola (Bocchieri, 1988). Cresce sulle spiagge e sulle dune
litorali, sempre presso il mare. Il nome del genere deriva dal greco 'pan' (tutto)
e 'cratys' (potente, forte), probabilmente alludendo alla capacità della pianta di
resistere a condizioni estreme; il nome specifico si riferisce all'habitat. Forma
biologica: geofita bulbosa. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
Papaver dubium
L. subsp.
dubium
Il papavero a clava è una pianta annua a distribuzione mediterraneo-turanica di
probabile antica introduzione nell'area mediterranea a seguito della diffusione
delle colture di cereali (archeofita), presente in tutte le regioni d'Italia.
Sull'Isola dell'Asinara è rara, presente ad esempio presso Fornelli (Bocchieri,
1988). Cresce nelle colture di cereali, lungo le strade e in ambienti disturbati,
su terreni limosi o argillosi piuttosto umidi, ma ben drenati e soleggiati, dal
livello del mare alla fascia montana. Il nome generico deriva dall'arabo
'papámbele' a sua volta derivato dal sanscrito 'papavira' o 'papavara' (succo
nocivo); l'ipotesi di derivazione dal celtico 'papa' (pappa per bambini per
conciliarne il sonno) sembra insostenibile; il nome specifico si riferisce
all'incerta distinzione rispetto ad altre specie affini. Forma biologica. terofita scaposa. Periodo di fioritura. aprile-
giugno.
Papaver hybridum
L.
Il papavero spinoso è una pianta annua a distribuzione mediterraneo-
turanica, da noi di probabile antica introduzione a
seguito della diffusione delle colture di cereali (archeofita), presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle
d'Aos
ta. Sull'Isola dell'Asinara è rara, presente ad esempio presso i Campi di Santa Maria e Fornelli (Bocchieri, 1988).
Cresce negli incolti, al margine dei campi di frumento e di piante foraggere, lungo i sentieri e in ambienti disturbati
presso gli abitati,
al di sotto della fascia montana superiore. Le rosette giovani venivano consumate sia crude che cotte.
Il nome generico deriva dall'arabo 'papámbele' a sua volta derivato dal sanscrito 'papavira' o 'papavara' (succo nocivo);
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