Asinara_Book_ita - page 327

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con l'espansione dell'agricoltura (archeofita), presente in tutte le regioni d'Italia
salvo che in Piemonte, Valle d'Aosta e Trentino-Alto Adige. Sull'Isola
dell'Asinara non è molto diffusa, presente ad esempio a Campu Perdu
(Bocchieri, 1988). Cresce soprattutto su
Fabaceae
coltivate (fava, lenticchia,
veccia, trifoglio etc.), dal livello del mare alla fascia montana. La pianta è
debolmente velenosa per la presenza di aucubina, anche se è utilizzata nella
cucina pugliese ed è priva di clorofilla, ricavando tutta l'energia dalle radici
delle piante ospiti. Il nome generico, dal greco 'orobos' (una Fabacea), e
'anchone' (strangolare, soffocare), si riferisce al parassitismo di tutte le specie.
Forma biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Orobanche hederae
Duby
Il succiamele dell'edera è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea
presente in tutte le regioni d'Italia. Sull'Isola dell'Asinara è rara, presente ad
esempio a Tumbarino (Bocchieri, 1984, campione d'erbario, CAG). Cresce
come parassita sulle radici dell'edera, al di sotto della fascia montana. La
pianta è debolmente velenosa per la presenza di aucubina ed è priva di
clorofilla, ricavando tutta l'energia dalle radici della pianta ospite. Il nome
generico, dal greco 'orobos' (una Fabacea) e 'anchone' (strangolare, soffocare),
allude al parassitismo di tutte le specie; il nome specifico designa la specie
ospite. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Orobanche minor
Sm.
Il succiamele minore è una pianta annua a distribuzione eurasiatica oggi
divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Sull'Isola
dell'Asinara è comune, presente ad esempio tra le interruzioni della macchia a
nord-est di Cala Reale (Bocchieri, 1988). Cresce come parassita soprattutto su
Fabaceae
, sia spontanee che coltivate, dal livello del mare alla fascia montana.
La pianta è debolmente velenosa per la presenza di aucubina ed è priva di
clorofilla, ricavando tutta l'energia dalle radici delle piante ospiti. Il nome
generico, dal greco 'orobos' (una Fabacea) e 'anchone' (strangolare, soffocare),
si riferisce al parassitismo di tutte le specie; il nome specifico si riferisce alle
dimensioni minori dei fiori rispetto a quelli di altre specie congeneri. Forma
biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
Orobanche nana
(Reut.) Beck
Il succiamele nano è una pianta annua a distribuzione prevalentemente
mediterranea, presente in diverse regioni d'Italia ma in passato spesso confusa
con specie affini; è sicuramente presente in tutte le regioni dell'Italia
meridionale e insulare (ove è più comune) e in quasi tutte le regioni dell'Italia
centrale (salvo che nelle Marche e forse in Umbria), in Liguria e in Lombardia
(ove è molto rara). Cresce come parassita su piante coltivate e piante
spontanee, sui cigli erbosi delle strade, nei prati aridi e nelle garighe
mediterranee, al di sotto della fascia montana. La pianta è debolmente velenosa
per la presenza di aucubina ed è priva di clorofilla, ricavando tutta l'energia
dalle radici delle piante ospiti. Il nome generico, dal greco 'orobos' (una
Fabacea) e 'anchone' (strangolare, soffocare), allude al parassitismo di tutte le specie; il nome specifico s
i riferisce alle
piccole dimensioni rispetto ad altre specie affini. Forma biologica: terofita parassita. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
Orobanche sanguinea
C. Presl
Il succiamele sanguineo è una pianta annua a distribuzione stenomediterranea
presente in tutte le regioni dell'Italia meridionale e insulare. Sull'Isola
dell'Asinara è comune, presente ad esempio tra le sabbie a ovest di Fornelli,
principalmente su
Lotus cytisoides
(Bocchieri, 1988). Cresce come parassita su
Lotus cytisoides
e su altre Fabacee, dal livello del mare, ove è più frequente, a
800 m circa, con optimum nella fascia mediterranea. La pianta è debolmente
velenosa per la presenza di aucubina ed è priva di clorofilla, ricavando tutta
l'energia dalle radici delle piante ospiti. Il nome generico, dal greco 'orobos'
(una Fabacea) e 'anchone' (strangolare, soffocare), allude al parassitismo di
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