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e la usavano per decorare le abitazioni, tradizione poi passato ai popoli
cristiani durante il periodo natalizio. Le foglie e soprattutto i frutti sono
fortemente tossici. Sporadica soprattutto alle quote superiori del Parco in
particolare all'interno delle Riserve Biogenetiche Casentinesi. Forma
biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
86
Piante spinose
87
86
Piante non spinose
92
87
Foglie a margine intero
88
87
Foglie a margine dentato
89
88
Foglie almeno 4 volte più lunghe che larghe
Hippophaë fluviatilis (Soest) Rivas Mart.
L'olivello spinoso è una specie eurasiatica diffusa in tutta l'Italia centro-
settentrionale. Cresce in siti sassosi, soprattutto sui greti dei fiumi, pendii
franosi, calanchi, preferibilmente su substrato calcareo, da 50 a 1700 m. I
frutti sono commestibili: contengono acido malico, molta vitamina C e
provitamina A (carotene) e sono leggermente acidi, aromatici, con
proprietà astringenti e purificanti per cui vengono spesso utilizzati nei
prodotti cosmetici. In Siberia vengono utilizzati per fare uno sciroppo o
consumati crudi. I frutti immaturi vengono impiegati anche per curare
diarrea e dissenteria e possono venire applicati per arrestare piccole
emorragie. I rami, le foglie e la radice producono un colorante giallo.
L'olivello spinoso viene anche coltivato come pianta ornamentale per i
suoi frutti vistosi che persistono per lungo tempo dopo la caduta delle
foglie e per consolidare pendii franosi e terreni arenosi costieri. Il nome
generico deriva dal gr. 'hippophaés, -éos', che già in Dioscoride e Plinio
designava una pianta spinosa di ambienti sabbiosi; il termine 'hippos'
(cavallo), incluso nel nome, potrebbe riferirsi al fatto che per lo più in
Cina e Mongolia si usava pulire il mantello dei cavalli con il succo dei
frutti per renderlo lucido e brillante; il nome specifico allude all'habitat.
Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
88
Foglie meno di 4 volte più lunghe che larghe
Paliurus spina-christi Mill.
Arbusto mediterraneo a gravitazione orientale-pontica, presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Cresce in pendii aridi,
cespuglieti, boscaglie aperte e mantelli di boschi e siepi termofili, su suoli
sia calcarei che marnoso-arenacei ma ricchi in basi, aridi d'estate, poveri
in humus e composti azotati, dal livello del mare ai 500 m circa. I frutti
tostati e macinati venivano usati come surrogato del caffè; in infuso
hanno forti proprietà diuretiche. Il nome generico, dal greco 'pálin' (di
nuovo) e 'úron' (urina) allude alle proprietà diuretiche della pianta; il
nome specifico allude alla credenza che la corona di spine di Cristo fosse
stata costruita con i rami di questa pianta. Forma biologica: fanerofita
cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
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Foglie riunite in cuffetti. Spine presenti sui rami, all'ascella delle foglie. Fiori gialli
Berberis vulgaris L. subsp. vulgaris
Il crespino è una specie diffusa dall'Europa centrale all'Africa
nordoccidentale, soprattutto in aree con clima continentale, ormai
naturalizzata nell'Europa settentrionale, comprese le isole britanniche e la
Scandinavia meridionale ed in Nord America, presente in tutta Italia sino
a circa 2000 m. Cresce su pendii aridi, in pinete e boschi submediterranei
degradati. È l'ospite intermedio della ruggine del grano (
Puccinia
graminis
), un fungo che dalle foglie di
Berberis
si trasferisce al grano
producendo danni enormi; sembra che già nei primi anni del '600 alcuni