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sebbene la specie a ciò ufficialmente devoluta sia il compatriota acero da
zucchero (
Acer saccharum
). Il nome generico era già in uso presso i
Romani e deriva dal latino “acer” (appuntito, acuto), forse per l’acutezza
dei denti fogliari di diverse specie fra cui
Acer platanoides
, oppure in
riferimento al fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto
ed elastico, era usato per la fabbricazione di lance. L’etimologia del nome
specifico è incerta, ma sembra sia più verosimilmente collegata, nei
richiami subliminali di Linneo, allo hindi “nigrundi”, al bengali
“nishinda” e al filippino “lagundi”, termini riferiti a specie asiatiche di
Acer
. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
maggio.
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Basi dei piccioli distanti l'una dall'altra. Nervature laterali delle foglioline non
raggiungenti il margine. Frutti non appaiati
Fraxinus excelsior L. subsp. excelsior
Il frassino maggiore è un albero originario di Europa e Caucaso, presente
in tutta Italia tranne che in Basilicata e in Calabria (in Sardegna solo come
esotica avventizia), dal livello del mare alla fascia montana superiore, con
optimum negli impluvi e nelle depressioni umide delle formazioni
montane di sole latifoglie e miste. Vive dalla collina alla media montagna,
in clima fresco e umido, tipicamente nelle valli in vicinanza di corsi
d’acqua, su suoli ricchi in humus. È una specie interessante per
l’arboricoltura da legno: viene governato a fustaia con turni di 70-80 anni,
raramente a ceduo; il legno, molto pregiato, di colore bruno chiaro, con
riflessi lucidi, elastico e di facile lavorazione, viene utilizzato per remi,
sci, racchette da tennis, mazze da golf, stecche da biliardo, mobili ecc.
Talvolta viene utilizzato come pianta ornamentale per parchi e giardini,
rive di corsi d’acqua e alberature stradali e può vivere fino a 250 anni. Al
Castello Sforzesco ne è stata reperita una piccola pianta nata da seme
all’interno del fossato perimetrale. Il nome generico, già citato in Virgilio
e ripreso da Plinio il Vecchio, sembra ricollegarsi al greco “phrassein”
(assiepare, fare siepe), ma a quale titolo non appare chiaro. L’epiteto
specifico significa “maestoso” e si riferisce al grande sviluppo della
chioma. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
aprile.
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Foglie palmato-lobate. Frutto alato
10
9
Foglie intere o debolmente lobate. Frutto diverso, non
alato
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10
Denti delle foglie non terminanti in punta acutissima. Ali del frutto formanti un angolo
acuto con il peduncolo
Acer pseudoplatanus L.
L’acero di monte è un albero dell’Europa e dell’Asia occidentale,
presente in tutta Italia (in Sardegna avventizio) tra i 500 e i 1000 m, in
formazioni miste di latifoglie e conifere, con preferenza per il clima
fresco e umido della fascia montana superiore. Allo stato spontaneo si
ritrova in boschi freschi, soprattutto di forra, e colonizza anche i percorsi
delle slavine contribuendo alla ricostituzione del bosco. Il legno, duro ed
elastico, è il più pregiato tra quelli di acero, per cui questo albero è spesso
coltivato in impianti di arboricoltura da legno. È impiegato per fabbricare
tavole, parquet, strumenti musicali, sculture e lavori al tornio. È una
specie molto utilizzata nel verde pubblico e privato di parchi e giardini,
oltre che per alberature stradali; in autunno infatti la chioma assume una
splendida colorazione giallo-oro; ha vita media superiore ai 2-3 secoli, ma
si conoscono esemplari che superano i 500-600 anni. Il nome generico era
già in uso presso i Romani, e deriva dal latino “acer” (appuntito, acuto),
con possibile riferimento ai denti fogliari di
A. platanoides
, oppure per il
fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico,
era usato per la fabbricazione di lance; l’epiteto specifico allude alla
somiglianza delle foglie con quelle del platano. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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