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Denti delle foglie terminanti in punta acutissima. Ali del frutto formanti un angolo
ottuso con il peduncolo o perpendicolari a esso
Acer platanoides L.
L’acero riccio è un albero europeo presente in tutta Italia, dalla pianura
alla montagna fino ai 1300 m, salvo in Puglia e Sardegna, con optimum
nelle fasce collinare e montana inferiore e nelle zone a clima fresco. Allo
stato spontaneo cresce nei boschi, soprattutto in quelli di forra, su suoli
argillosi profondi, umiferi e molto freschi. La pianta può vivere fino a 500
anni. Come altri tipi di acero, anche quello riccio è utilizzato largamente a
scopo ornamentale nei parchi e soprattutto per alberature stradali (in
autunno la chioma assume una splendida colorazione giallo-oro). Per
esempio, la cultivar ‘Crimson King’, dal fogliame arrossato, è una delle
più note e utilizzate a scopo ornamentale. Il legno, come quello degli altri
aceri europei, è duro, compatto e flessibile; si utilizza per tavole, mobili,
pannelli, strumenti musicali e lavori al tornio. Il nome generico era già in
uso presso i Romani, e deriva dal latino “acer” (appuntito, acuto), forse
per la forma dei denti fogliari di
A. platanoides
, oppure in riferimento al
fatto che il legno di alcune specie europee, molto compatto ed elastico,
era usato per la fabbricazione di lance; l’epiteto specifico allude alla
somiglianza delle foglie con quelle del platano; il nome comune “acero
riccio” deriva dalla foglia palmata, che ha apici appuntiti, allungati e
margini dentati. È abbondantemente presente a Milano, anche
spontaneizzato. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Fiori violetti. Frutto a capsula
Paulownia tomentosa (Thunb.) Steud.
La paulownia è un albero di origine cinese, importato in Europa nel 1834
a scopo ornamentale e piantato a Milano per la prima volta nella seconda
metà del 1800, all’Orto Botanico di Brera. È spesso divenuto quasi
infestante (riesce a crescere su muri, rocce, pendii sassosi e anche tra le
fessure dei lastricati); quale esotica avventizia è presente in Italia centro-
settentrionale (salvo che in Valle d’Aosta e Toscana) e Abruzzo, dal
livello del mare ai 600 m circa. Il legno ha rilevanza commerciale: è
molto leggero e molle, ma ha proprietà fonoassorbenti e di isolamento
termico, elettrico e igroscopico. È utilizzato da secoli nell’ebanisteria
giapponese per la produzione di armadietti porta-kimono e strumenti
musicali. È il legno usato per la produzione dei “geta”, i caratteristici
zoccoli rialzati giapponesi. Recentemente il suo utilizzo si è sviluppato
anche in Italia dove è impiegato nell’industria del mobile, dell’infisso e
del packaging, ultimamente anche nella produzione di carta. Il genere è
dedicato ad Anna Pavlovna (1795-1865), figlia dello zar Paolo I; l’epiteto
specifico allude alla forte pelosità della pagina inferiore delle foglie.
Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
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Fiori giallognoli. Frutto diverso, a forma di sigaro pendente almeno 20 volte più lungo
che largo
Catalpa ovata G. Don
La catalpa cinese è un albero originario della Cina, introdotto in Italia nel
XIX secolo a scopo ornamentale e segnalato come avventizio in alcune
regioni dell’Italia centro-settentrionale, dal livello del mare ai 600 m
circa. È spesso utilizzato in parchi, giardini e alberature stradali per le
grandi e vistose infiorescenze, la chioma espansa e i caratteristici lunghi
frutti, da cui il nome volgare “albero dei sigari”; il nome generico invece
deriva da quello attribuito dagli indiani del Nordamerica (“catàuba”) a
due specie congeneri (
C. speciosa
e
C. bignonioides
). Non presenta
tossicità e non è dannosa in sé, ma ha accrescimento veloce e
concorrenziale nei confronti delle specie autoctone, risultando quindi
spesso invasiva; la sua diffusione va monitorata nel tempo e tenuta sotto
controllo. Al Castello Sforzesco è presente sulle mura del fossato esterno,
presso il Rivellino e presso il rudere di Porta Ghirlanda; le giovani piante
1,2,3,4,5,6,7 9,10,11,12,13,14,15,16,17,18,...60