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Foglie cilindriche. Fiori bianchi o bianco-rosati. Fusti non prostrati
Sedum album L. subsp. album
La borracina bianca (o erba pignola) è una specie eurimediterranea
presente in tutta Italia dal livello del mare alla fascia montana. È tipica di
ambienti rupestri, muri, ghiaioni, su suoli primitivi ricchi in scheletro, di
solito calcarei o comunque ricchi in basi, poveri di humus e aridi d’estate.
Un tempo diffusa e comune su muri e vecchi tetti, ha subito un regresso
negli ultimi 50 anni, mantenendosi solo su muretti a secco e vecchi
manufatti cementizi; le mura del Castello Sforzesco sono uno dei punti
focali di conservazione metropolitana della specie. Il nome generico è di
etimologia incerta, sebbene potrebbe derivare dal verbo latino “sedare”,
che significa sia “far ricadere giù, ripiegare in basso”, con riferimento
all’habitus caratteristico di questa specie e di altre congeneri, sia
“calmare”, in eventuale relazione a presunte proprietà calmanti della
pianta. L’epiteto specifico, dal latino “albus” (bianco), allude al colore dei
fiori. Forma biologica: camefita succulenta. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
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Foglie opposte
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34
Foglie alterne o tutte disposte in rosetta alla base del fusto
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35
Foglie composte o profondamente divise (per almeno
metà della lamina)
36
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Foglie intere o debolmente lobate
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36
Fiori giallastri, disposti in piccoli capolini
Ambrosia artemisiifolia L.
L’ambrosia comune è una specie di origine nordamericana, presente in
Lombardia almeno dal 1940, che cresce in modo invasivo ed è in fase di
attiva espansione su tutto il territorio nazionale, almeno per quanto attiene
la penisola. È una specie che nella sua terra d’origine (USA) venne per
così dire scatenata dalla coltura del girasole nella quale si comporta da
infestante; tuttavia, introdotta in Europa, oltre a mantenere il carattere di
agroinfestante è diventata una pericolosa invasiva nei siti ruderali, negli
incolti, ai margini delle strade e nei cantieri su suolo smosso, spesso
ghiaioso o detritico; colonizza anche i greti dei fiumi (es. il Po), dal
livello del mare sino alla fascia montana inferiore. L’ambrosia è una
specie anemofila che, affidando il polline al vento, ne produce in quantità
elevatissime (ogni esemplare può immettere nell’aria più di un miliardo di
granuli pollinici), con il grosso guaio che questo polline è tra i più
allergenici conosciuti. Le allergie in questo caso sono particolarmente
fastidiose, spesso gravi e inabilitanti, oltre che in aumento per il continuo
peggiorare della qualità dell’aria; il problema sanitario è rilevante anche
riguardo al numero di persone coinvolte (nelle zone infestate dalla pianta
circa il 10% della popolazione). Inoltre è un competitore invasivo, in
grado di deprimere la biodiversità delle cenosi erbacee e di degradare il
paesaggio; risulta quindi pianta nociva, i cui danni pesano sull’ambiente,
sulla salute e sull’economia. Il nome generico, di falso buon auspicio, è
quello del cibo degli dei nella mitologia classica (“ambrosía”), fonte di
immortalità per chi lo mangia, e forse fu proprio questo aspetto a ispirare
a Linneo l’appellativo ironico di “immortale” per un’invasiva
ineliminabile. L’epiteto specifico allude alla somiglianza delle foglie con
quelle di alcune specie del genere
Artemisia
. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: luglio-settembre.
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Fiori rosa, non disposti in capolini
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Foglie palmato-divise. Fiori non disposti in spighe, con petali liberi
Geranium molle L.
Il geranio volgare è una specie mediterranea divenuta cosmopolita in
clima temperato, di antica estensione oltre i confini dell’areale, presente
in tutte le regioni d’Italia. Cresce in vegetazioni aperte e disturbate quali i
tappeti erbosi, i coltivi, i margini di viottoli campestri, presso le case, sui
muretti a secco, su suoli spesso decalcificati, da neutri a subacidi, subaridi
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