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presente sulla sommità di Porta Ghirlanda dell’antico castello visconteo.
Il nome generico deriva dal greco ed è composto da “hypér” (sopra) e
“éikon” (immagine, figura). Si riferisce molto probabilmente all’antica
usanza apotropaica (allontanamento del male) di adornare la casa con
questi fiori nel giorno della festa di Walpurgisnacht, allo scopo di tener
lontani i diavoli; di qui il nomignolo popolare di “cacciadiavoli”.
Successivamente detta festa fu sostituita da quella di San Giovanni (24
giugno) e quello diventò il giorno propizio per appendere sull’uscio di
casa mazzetti di iperico, sempre allo stesso scopo; da qui l’altro nome
popolare della pianta: “erba di S. Giovanni”. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Fiori rosa
Epilobium tetragonum L. subsp. tetragonum
L’epilobio tetragono è una specie eurasiatico-sudeuropea, presente con tre
sottospecie in tutta Italia, dal livello del mare ai 1500 m circa. Cresce a
lato di ambienti umidi e forre, lungo fossati e rive di corsi d’acqua, presso
sorgenti e anche in aree urbane e ruderali, su suoli limoso-argillosi,
freschi o umidi, ricchi in composti azotati. È una pianta poco comune e al
Castello Sforzesco la si può osservare in Piazza d’Armi, sulla parete del
fossato, a sinistra della Torre del Filarete. Il nome generico deriva dal
greco “epí” (sopra) e “lobós” (lobo), in riferimento al fatto che ogni
petalo sovrasta esattamente ognuno dei 4 loculi che formano l’ovario;
l’epiteto specifico allude al fusto quadrangolare. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Fiori bianchi
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Petali 4. Foglie lineari-aghiformi
Sagina apetala Ard. subsp. apetala
La sagina apetala è una specie annuale o biennale prevalentemente
mediterranea, presente in quasi tutte le regioni d’Italia. Cresce in ambienti
disturbati e negli incolti aridi, spesso in aree urbanizzate su marciapiedi e
calpestii (ad esempio, al Castello Sforzesco è presente nel cortile di
Piazza d’Armi), dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome
generico, che in latino significa “cibo che ingrassa”, Linneo lo mutuò da
L’Obel (Lobelius), il quale con la perifrasi “Saginae Spergula” (non
esisteva ancora la nomenclatura binomia), indicava l’odierna
Spergula
arvensis
, pianta coltivata nel Brabante come foraggio per le mucche;
l’epiteto specifico allude al fatto che i fiori sono spesso privi di petali.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-giugno.
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Petali 5. Foglie non lineari-aghiformi
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Petali ad apice intero
Arenaria serpyllifolia L.
L’arenaria serpillifoglia comune è una specie dell’Europa meridionale
oggi divenuta cosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia. Cresce in
vegetazioni pioniere di piante annuali, lungo i sentieri e presso gli abitati,
sulla sommità di muretti a secco, anche in lacune di prati aridi, su suoli
ricchi in basi, dissodati o in abbandono, dal livello del mare ai 2000 m. È
diffusa nei calpestii dell’area del Castello Sforzesco e sul Rivellino. Il
nome generico deriva dal latino “arena” (sabbia) e allude all’ecologia di
molte specie; l’epiteto specifico significa “con foglie simili a quelle del
timo”. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-
ottobre.
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Petali bifidi
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Pianta glabra o con una sola linea di peli lungo il fusto. Capsula ovoide, non più lunga
del calice
Stellaria media (L.) Vill. subsp. media
Conosciuta con il nome di centocchio, questa è un’entità mediterranea
oggi divenuta cosmopolita nelle zone temperate, presente in tutta Italia,
dal livello del mare ai 1600 m circa (eccezionalmente fino ai 2500 m).
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