34
87
Pianta laticifera, con latice arancione
Chelidonium majus L.
La celidonia è una specie eurasiatica presente in tutta Italia sino alla fascia
montana inferiore. Cresce in stazioni spesso ombreggiate, su suoli
umiferi, freschi e un po’ eutrofizzati, ma anche su vecchi muri e macerie,
ai margini di strade e nelle discariche. Tutte le parti della pianta e
specialmente le radici sono tossiche per il loro contenuto in alcaloidi:
chelidonina e cheleritrina; quest’ultima fa starnutire e provoca sensazione
di soffocamento. I principi attivi sono affini a quelli dell’oppio. Il
caratteristico latice arancione che sgorga da qualunque rottura della pianta
se ingerito causa bruciori alla bocca e alla faringe, vomito, paralisi e
anche coma, ma sembra efficace nel trattamento topico di taluni tipi di
verruche e di calli; da qui il nome di “erba da porri”. Il colore vivace del
latice fece sì che la pianta divenisse un ingrediente fondamentale nella
preparazione della pietra filosofale da parte degli antichi alchimisti. Il
nome generico della celidonia deriva dal greco “chelidón” (rondine), forse
per il coincidere della fase più vistosa del suo ciclo stagionale con il
periodo di permanenza delle rondini (aprile-luglio) nei nostri territori.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
ottobre.
87
Piante non laticifere
88
88
Petali 5
89
88
Petali 4
90
89
Fusti lungamente striscianti. Foglie con stipole
Potentilla reptans L.
La cinquefoglia comune è una specie asiatico-sudeuropea oggi divenuta
cosmopolita nelle zone temperate, presente in tutta Italia dal livello del
mare sino alla fascia montana. Cresce in vegetazioni pioniere fresche,
lungo strade e viottoli, ai margini di coltivi e giardini, in vegetazioni
palustri lacunose, su suoli limoso-argillosi umiferi e freschi, ricchi in
composti azotati, da neutri a subacidi. Il nome generico è la forma
diminutiva femminile dell’aggettivo participiale latino “potens” (potente)
e significa “piccola pianta dotata di forza”, alludendo alle note proprietà
medicinali (astringenti) di diverse specie, fra cui principalmente la
tormentilla (
Potentilla erecta
); l’epiteto specifico in latino significa
“strisciante”, alludendo al portamento della pianta. Forma biologica:
emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
89
Fusti non striscianti. Foglie senza stipole
Ranunculus acris L. subsp. acris
Il ranuncolo comune è una specie eurasiatica presente in tutta Italia sino
alla fascia montana superiore. Cresce nei prati da sfalcio, talvolta in
vegetazioni nitrofile ai margini delle strade, su suoli argillosi piuttosto
profondi e freschi, ricchi in humus e composti azotati, da neutri a
subacidi. Come in tutti i ranuncoli, le parti fresche sono velenose
(protoanemonina). Al Castello Sforzesco è facile trovarlo entro il fossato
esterno, lato nordovest (presso il Castello, a nord del ponte); più difficile
vederlo nei tappeti erbosi di Piazza d’Armi, in quanto periodicamente
soggetti a sfalci. Il nome generico in latino significa, al maschile, “piccola
rana”, essendo in uso sin dai tempi antichi per indicare le sole specie
acquatiche del sottogenere
Batrachium
, anch’esso latinizzazione del
diminutivo greco “batráchion” (ranocchio); l’epiteto specifico allude al
sapore acre della pianta. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo
di fioritura: maggio-luglio.
90
Foglie senza odore di rucola se sfregate tra le dita. Frutto a siliquetta, più largo che
lungo
Lepidium didymum L.
La lappolina americana (sinonimo:
Coronopus didymus
(L.) Sm.) è una