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Fiori rosei. Legume non ricurvo, breve, avvolto dal calice
Trifolium pratense L. subsp. pratense
Il trifoglio pratense (o trifoglio violetto) è una specie eurasiatica, presente
in tutta Italia, con quattro sottospecie, dal livello del mare ai 2200 m
circa. La sottospecie
pratense
cresce nei gramineti, nei prati da sfalcio e
negli orli di boschi termofili, su suoli limoso-argillosi profondi e piuttosto
umiferi, subneutri, dal livello del mare sino alla fascia montana superiore,
al di sopra della quale viene rimpiazzato dalla sottospecie nivale. Anche
questa specie (come il trifoglio ladino) viene oggi venduta nei mix di
sementi per prati e aiuole. Il nome del genere allude alle foglie divise in
tre segmenti; quello specifico si riferisce all’habitat. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
68
Piante senza fiori (felci) o con fiori senza petali
69
68
Piante con fiori muniti di petali colorati
72
69
Foglie semplicemente pennate
70
69
Foglie 2-4-pennate
71
70
Pianta con fiori, riproducentesi per mezzo di semi. Foglie anche sui fusti
Poterium sanguisorba L. subsp. balearicum (Bourg. ex Nyman) Stace
La sanguisorba minore (sinonimo:
Sanguisorba minor
Scop. subsp.
balearica
(Bourg. ex Nyman) Muñoz Garm. & C.Navarro) è un’entità
sudest-europea presente in quasi tutta Italia, salvo forse in Val d’Aosta,
dal livello del mare sino alla fascia montana. Cresce in gramineti, prati
aridi e garighe, ma anche ai margini delle strade o in aiuole e scarpate, su
suoli limoso-argillosi ricchi in basi e a volte anche in composti azotati. Al
Castello Sforzesco la si può trovare entro il fossato esterno, lato
nordovest, sul muro esterno subito a est del ponte levatoio. L’epiteto
specifico si ricollega al nome generico di un’altra specie,
Sanguisorba
officinalis
(sanguisorba maggiore), pianta un tempo impiegata per curare
(inutilmente) le ferite sanguinanti in base alla dottrina dei segni.
Quest’ultima, nel caso della sanguisorba maggiore, stabiliva che il rosso
dei fiori indicasse proprietà terapeutiche nei confronti delle patologie
coinvolgenti il sangue. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: luglio-agosto.
70
Pianta senza veri fiori, riproducentesi per mezzo di spore (felci). Foglie tutte basali
Asplenium trichomanes L. subsp. quadrivalens D.E.Mey.
L’asplenio tricomane è una felce eurasiatica di clima suboceanico
divenuta oggi quasi cosmopolita (Nord America, Australia), comune in
tutta Italia sino alla fascia montana inferiore, con diverse sottospecie
distinte anche nel numero di cromosomi. Cresce su rupi e muri, come ad
esempio quelli del Castello Sforzesco, dove è relativamente comune. Il
nome generico deriva dal composto greco “a” (senza) e “splén” (milza),
nel senso di eliminare il male alla milza, per l’antico e vano uso di
Asplenium ceterach
contro i calcoli della milza; l’epiteto specifico deriva
dal greco “thríx-trichós” (capello, pelo) e “manós” (rado) con riferimento
alla fronda provvista di scarsi peli pluricellulari, quando non sia del tutto
glabra. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di sporificazione:
marzo-settembre.
71
Foglioline a forma di ventaglio, ca. tanto lunghe che larghe. Pianta esclusiva di rupi e
muri stillicidiosi
Adiantum capillus-veneris L.
Il capelvenere è una felce subtropicale che cresce in tutta Italia, di solito
al di sotto della fascia montana, su rocce calcaree stillicidiose e
muschiose e nelle “sorgenti pietrificanti”, uno degli habitat prioritari in
Europa. Al Castello Sforzesco è presente presso la Corte Ducale, lungo la
discesa di accesso al Museo Egizio (lato sinistro). Il nome generico deriva
dall’aggettivo greco “adíantos”, che significa “asciutto, impermeabile” e