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a poco tempo fa sulla sommità del Rivellino, ma non è stato più trovata. Il
nome generico deriva dal greco e significa “dente”, in riferimento ai
dentelli siti alla base delle antere; l’epiteto specifico allude al colore giallo
dei fiori. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: agosto-
ottobre.
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Fiori azzurri o rosa
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Fiori appaiati all'ascella delle foglie. Foglie rotonde e a base cuoriforme
Glechoma hederacea L.
L’edera terrestre (o falsa edera) è una specie eurasiatica presente in Italia
centro-settentrionale (salvo forse che in Umbria), segnalata erroneamente
nelle Marche, Abruzzo, Molise e Campania; vegeta dal livello del mare ai
1400 m circa. Originariamente legata a boschi alluvionali inondati, cresce
oggi in vegetazioni ruderali, orli boschivi disturbati, margini di siepi, su
suoli limoso-argillosi, freschi, umiferi, sciolti, ricchi in basi e composti
azotati; boschi umidi, soprattutto ai bordi e nei cedui, da dove arriva nei
prati stabili e negli incolti erbosi freschi. La pianta è leggermente tossica
(glecomina), soprattutto per gli animali. Al Castello Sforzesco la si può
osservare nei tappeti erbosi di Piazza d’Armi e del fossato a sinistra della
Torre del Filarete. Il nome generico era già in uso presso gli antichi Greci
per una pianta simile alla menta, quello specifico allude al portamento
tappezzante simile a quello dell’edera. Forma biologica: emicriptofita
reptante. Periodo di fioritura: marzo-giugno.
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Fiori non appaiati all'ascella delle foglie. Foglie di aspetto
diverso
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Calice non bilabiato, con denti più o meno uguali tra loro
Lamium purpureum L.
La falsa ortica purpurea è una specie eurasiatica annuale anticamente
estesa dall’uomo oltre i confini del suo areale, diffusa in quasi tutta Italia,
salvo Calabria e Sicilia, sino alla fascia montana inferiore. Cresce in
ambienti ruderali, nei giardini, in vigne, coltivi, ai margini di viottoli,
muretti e marciapiedi, nelle discariche, su suoli sabbioso-argillosi, sciolti,
neutri, abbastanza freschi ma subaridi d’estate, ricchi in composti azotati
ma poveri in calcio e humus, fino ai 1500 m. A fine inverno-inizio
primavera può essere facilmente ritrovata tra i solchi dei campi; a Milano
è tra le prime piante a fiorire ai margini dei tappeti erbosi. In campo
agronomico è considerata un’infestante scarsamente dannosa, ma
comunque non gradita in quanto sottrae spazio alle colture e provoca un
impoverimento in azoto del terreno. Il nome generico proposto da Linneo
è tratto da Plinio e potrebbe ricollegarsi al greco “laimos” (fauci, gola)
con allusione alla corolla bilabiata, simile a fauci spalancate; il nome
specifico richiama il fatto che spesso le foglie superiori sono arrossate,
conferendo una colorazione purpurea alla pianta. Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-ottobre.
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Calice bilabiato, con denti ineguali, 3 da un lato, 2
dall’altro
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Fiori subsessili, addensati all'apice del fusto. Labbro superiore ripiegato a cappuccio
Prunella vulgaris L. subsp. vulgaris
La prunella (o brunella) comune è una specie eurasiatica oggi divenuta
cosmopolita, presente in tutta Italia dal livello del mare ai 2000 m circa.
Cresce nei prati pingui e in vegetazioni disturbate di parchi, giardini,
tappeti erbosi, su suoli limoso-argillosi, freschi e umiferi, ricchi in
composti azotati, pascoli, siepi e boscaglie. Al Castello Sforzesco si può
trovare per esempio in un’aiuola lungo la discesa che dal Cortile della
Rocchetta conduce alla Corte Ducale. L’origine del nome generico è
incerta: alcuni studiosi la fanno derivare dalla latinizzazione di un’antica
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