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Infiorescenze almeno 3 volte più lunghe che larghe
Melilotus officinalis (L.) Lam.
Il meliloto comune è una specie eurasiatica presente in tutta Italia, salvo
Puglia e Sicilia, dal livello del mare sino alla fascia montana. Cresce in
vegetazioni ruderali lungo le strade, in stazioni ferroviarie, cave e
discariche, macerie, incolti, su suoli primitivi preferibilmente limosi,
neutri. La pianta è debolmente tossica per la presenza di cumarine che, da
secca, le conferiscono un caratteristico profumo di “fieno”, per cui un
tempo veniva usata per aromatizzare liquori. Il nome generico deriva dal
greco “méli” (miele) e “lotós” (trifoglio); l’epiteto specifico deriva dal
latino “officina” (farmacia) e allude agli usi medicinali della specie.
Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-
agosto.
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Infiorescenze subsferiche od ovali
Medicago lupulina L.
L’erba medica lupulina è una specie eurasiatico-sudeuropea, oggi
cosmopolita, comunissima in tutta Italia, dal livello del mare sino alla
fascia montana e a volte presente anche più in alto, come presso le
malghe. Cresce in ambienti disturbati, dai margini stradali a quelli dei
boschi, dalle praterie seminaturali alle vegetazioni ruderali, anche
calpestate, su suoli neutro-basici, ricchi in composti azotati. Il nome del
genere deriva dalla Media, antica regione della Persia, da cui Dioscoride
riteneva provenisse l’erba medica; l’epiteto specifico allude alle
infiorescenze compatte che ricordano le infruttescenze del luppolo. Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-agosto.
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Fiori bianchi. Fusti striscianti
Trifolium repens L.
Il trifoglio ladino (o trifoglio bianco) è una specie a vasta distribuzione
eurosiberiana, oggi cosmopolita, molto diffusa e comune in tutte le
regioni d’Italia. Cresce in prati pingui e in ambienti ruderali come aiuole,
parchi e giardini, su suoli limoso-argillosi freschi, piuttosto profondi e
umiferi, subneutri, dalla costa alla fascia montana. È altresì largamente
coltivato come foraggera da prato e si trova nelle sementi miste per aiuole
e bordure erbose. Il nome del genere allude alle foglie divise in tre
segmenti; quello specifico in latino significa “strisciante”. Forma
biologica: emicriptofita reptante. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Fiori rosa o blu. Fusti non striscianti
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Fiori blu-violetti. Legume ricurvo
Medicago sativa L.
L’erba medica (o alfalfa) è una pianta mediterraneo-pontica oggi divenuta
cosmopolita attraverso la coltivazione e relativa naturalizzazione, comune
in tutta Italia, dal livello del mare sino alla fascia montana inferiore.
Secondo Dioscoride la pianta era originaria della Persia e fu introdotta in
Europa ai tempi di Alessandro il Grande, verso il 470 a.C.; in Italia giunse
tra il 200 e il 150 a.C. e gli scrittori latini ne esaltarono le qualità
foraggere. Durante il Medioevo la coltivazione fu quasi abbandonata in
tutta Europa, tanto che in Italia rimase pressoché sconosciuta fino al 1500,
quando venne reintrodotta con semi importati dalla Spagna (da qui l’altro
nome volgare di “erba Spagna”) dove era stata nuovamente diffusa dagli
Arabi. Dai coltivi si diffonde in ambienti ruderali su suoli limoso-argillosi
ricchi in basi e composti azotati. Si ibrida talvolta con l’autoctona
Medicago falcata
(che ha fiori gialli), dando origine a forme introgressive
cumulativamente indicate con il binomio
M. × varia
. È oggi una delle più
importanti foraggere, usata come sovescio nelle rotazioni agrarie per
arricchire il suolo in composti azotati (simbiosi radicale con batteri
azotofissatori). Il nome generico deriva dalla Media, antica regione della
Persia; il nome “alfalfa”, in uso soprattutto nei paesi anglofoni, sembra
derivare dall’arabo “Al-Fal-Fa” che significa “padre di tutti i cibi”. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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