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voce tedesca “Breunelle”, erba da infuso (foglie) per curare la “Bräune”,
cioè l’angina o la tonsillite; altri da “Braun”, cioè bruno, per il colore
scuro di calici e brattee, ben visibile nell’insieme dell’infiorescenza;
l’epiteto specifico deriva dal latino “vulgus” (volgo) e significa “comune,
diffuso, frequente”. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-ottobre.
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Fiori chiaramente peduncolati,non addensati all’apice del fusto. Labbro superiore della
corolla diritto o ripiegato verso l'alto
Clinopodium nepeta (L.) Kuntze subsp. nepeta
La mentuccia comune (sinonimo:
Calamintha nepeta
(L.) Savi subsp.
nepeta
) è una specie mediterraneo-montana presente in tutte le regioni
d’Italia, salvo forse in Sardegna, dal livello del mare fino a circa 1500 m.
Cresce in prati, arbusteti, incolti, tappeti erbosi, vecchi marciapiedi e, a
volte, anche su muri. Tutte le parti della pianta contengono un olio
essenziale costituito principalmente da mentolo, borneolo e altri
componenti terpenici con un aroma complessivo che ricorda quello della
menta, ma più intenso e canforato (se la si calpesta si diffonde infatti un
forte profumo molto simile alla menta). Le foglie vengono spesso raccolte
come condimento (ovviamente da evitare, a causa del forte inquinamento,
quelle del Castello Sforzesco e delle aree urbane); in Sicilia, ad esempio,
è usata per l’aromatizzazione delle olive da tavola. Al Castello la si può
incontrare sulla sommità del Rivellino e nei tappeti erbosi, ai quali
conferisce una piacevole nota di profumo quando vengono calpestati. Il
nome generico deriva dal greco “klínos” (letto) e “poús-podós” (piede)
per la forma dei fiori che a Linneo ricordavano i piedi di un letto; quello
specifico appartiene al latino classico (Celsio), dove designava
genericamente la menta, l’erba gattaia (
Nepeta cataria
) e certamente
anche la specie in questione. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-ottobre.
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Fiori gialli
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Fiori di altro colore
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Fusti prostrati. Foglie rotondeggianti. Fiori solitari all’ascella delle foglie
Lysimachia nummularia L.
La mazza d’oro minore o erba soldina è una specie europeo-caucasica
presente in tutte le regioni dell’Italia centro-settentrionale. Cresce in
ambienti umidi, lungo gli argini, in prati e tappeti erbosi umidi e sulle
sponde di fiumi e laghi, spesso spingendosi nel saliceto e nel bosco di
ontano nero, dal livello del mare a 600 m circa. In passato veniva usata
per le sue proprietà astringenti, vulnerarie e detersive. Al Castello
Sforzesco si può ammirare entro il fossato esterno, lato nordovest a nord
del ponte levatoio. Il nome generico deriva da Lisimaco, medico
dell’antica Grecia, quello specifico dal latino “nummus” (moneta), per la
forma rotondeggiante delle foglie. Forma biologica: emicriptofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Fusti eretti. Foglie più lunghe che larghe. Fiori disposti in racemi
Hypericum perforatum L. subsp. veronense (Schrank) Ces.
L’erba di San Giovanni a foglie strette o iperico perforato (sinonimo:
Hypericum perforatum
L. subsp.
angustifolium
A.Fröhl., nom. illeg.) è
una specie paleotemperata diffusa sino all’Asia occidentale, oggi divenuta
cosmopolita; è presente in tutta Italia, dal livello del mare ai 1600 m circa.
Cresce in vegetazioni ruderali ai margini di strade e sentieri, in pascoli
sassosi, nelle cave, in pratelli aridi, su suoli subaridi ricchi in scheletro,
boscaglie, bordi di boschi e incolti. Per l’alto contenuto di ipericina, la
pianta può innescare reazioni fotoallergiche. È una specie che possiede
diverse proprietà officinali, ancor oggi largamente utilizzata allo scopo
(per es. l’olio di iperico, protettivo solare). Al Castello Sforzesco è
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