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L’epiteto specifico si riferisce alle dimensioni maggiori della pianta
rispetto alle specie congeneri. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Foglie 2-4-pennate
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Brattee dell'ombrella profondamente divise
Daucus carota L. subsp. carota
Questa è la forma selvatica (“wild”) della carota coltivata, originaria della
porzione meridionale dell’Eurasia e oggi diffusa nelle zone temperate di
tutto il mondo; in Italia è presente, con diverse sottospecie, dal livello del
mare ai 1400 m circa. In Lombardia la carota selvatica (sottospecie
carota
) è comune ovunque sino alla fascia montana, mentre le altre
sottospecie (8 in tutto) caratterizzano l’area mediterranea, specialmente
nella vegetazione dei litorali. Cresce negli aspetti più aridi dei prati da
sfalcio, come pure nei campi abbandonati, nelle vegetazioni ruderali
attigue agli abitati, su suoli non molto profondi ma ricchi in basi e
composti azotati, a volte anche subsalsi. La radice era conosciuta sin
dall’antichità e Plinio la cita per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e
digestive. Le carote “antiche” erano però sottili, nodose, con polpa
biancastra anziché arancione, “dura come pietra” e di gusto acre, in
quanto la selezione alimentare della carota iniziò solo nel XVI secolo;
prima, la stessa funzione era svolta dalla pastinaca (
Pastinaca sativa
),
coltura oggi purtroppo completamente abbandonata. Il nome generico
deriva dal greco “daykós”, forma participiale del verbo “dáiein”
(riscaldare), probabilmente per presunte proprietà toniche e riscaldanti
della pianta; l’epiteto specifico era già in uso presso gli antichi Greci
(“karóte”). Forma biologica: emicriptofita bienne (terofita scaposa).
Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Brattee assenti od intere
Torilis helvetica (Jacq.) C.C. Gmel.
La lappolina svizzera (sinonimo:
Torilis arvensis
(Huds.) Link subsp.
recta
Jury) è una specie dell’Europa meridionale, oggi divenuta
cosmopolita, presente in quasi tutta Italia al di sotto della fascia montana
superiore; è stata confusa per molto tempo con la lappolina dei campi (T.
arvensis), che non è presente in Italia. Cresce negli orli di boschi termofili
e in ambienti ruderali come i margini di strade e di sentieri, su suoli da
sassosi a limosi, ricchi in basi, piuttosto aridi d’estate. Il nome generico
ha etimologia non documentata e potrebbe derivare dalla fusione dei nomi
di due altri generi di ombrellifere,
Tordylium
e
Caucalis
, tipo di opzione
in uso presso i sistematici del XVIII secolo; l’epiteto specifico allude alla
Svizzera, da dove provenivano i campioni usati da Nicolaus Joseph von
Jacquin (1777) per “battezzare” la specie. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Fiori a simmetria bilaterale
Lotus corniculatus L. subsp. corniculatus
Il ginestrino comune è una specie eurasiatico-temperata, diffusa e comune
in tutta Italia, dal livello del mare sino alla fascia montana superiore.
Cresce in prati pingui seminaturali, prati da sfalcio, aiuole, parchi, con
un’ampia valenza ecologica. Il nome generico deriva dal greco “lotós”
(latino “lotus”), che designava diverse leguminose foraggere o
commestibili fra cui il trifoglio e il meliloto; l’epiteto specifico deriva dal
latino “corniculus”, cioè cornetto, alludendo alla forma caratteristica del
legume. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-settembre.
85
Fiori a simmetria raggiata
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86
Fiori gialli o giallastri
87
86
Fiori di altro colore
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