15
26
Foglie subrotonde, più brevi di 10 cm. Fiori più larghi di 1 cm. Fusti legnosi almeno in
basso
Capparis spinosa L. subsp. spinosa
Il cappero, in base ai dati della letteratura disponibile, fu portato sulle
mura sforzesche presumibilmente tra il 1884 e il 1920 per impieghi
alimentari e medicinali, secondo un’antica usanza in voga fino al XX
secolo. Il Castello (tutte le mura, ma soprattutto quelle del Rivellino) è
l’unico sito in Milano e uno dei pochi in Lombardia a ospitare oggi
popolazione autonome di cappero, pianta che in natura festona le rupi e i
pendii rocciosi delle coste mediterranee. Già descritto da Dioscoride e
Galeno, che gli attribuivano proprietà medicinali, è ancor oggi
ampiamente utilizzato in cucina ove si utilizzano i fiori immaturi trattati
in salamoia o sotto sale (capperi) e in alcune regioni anche i giovani frutti
(cucunci, cetrioli di cappero). Il nome generico sembra derivare da quello
arabo della pianta (“kabar” o “kappar”), l’epiteto specifico allude alle
stipole che a volte si trasformano in spine. Forma biologica:
nanofanerofita reptante. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
27
Foglie a base simmetrica. Frutto simile a una mora
Morus alba L.
Il gelso bianco, originario dell’Asia orientale, è stato introdotto in Europa
probabilmente nel XII secolo per l’allevamento del baco da seta, che lo
preferisce al gelso nero (
Morus nigra
). La presenza in Italia è
documentata dal 1434. È ampiamente coltivato dalla zona centroeuropea
a quella mediterranea, segnalato come avventizia casuale o naturalizzata
in quasi tutta Italia. In Lombardia è tuttora presente nelle aree planiziali e
collinari, ma fino alla metà dello scorso secolo veniva estesamente
coltivato in caratteristici filari di ripa come “foraggio” destinato agli
allevamenti di baco da seta. Si ritrova nelle siepi, ai margini delle
boscaglie e degli abitati ed è presente in parchi e giardini pubblici, nei
cortili di scuole e cascinali rurali perlopiù nella periferia urbana. Il legno è
duro e resistente all’acqua, motivo per cui viene largamente utilizzato in
falegnameria. I dolci frutti aggregati in un’infruttescenza a forma di mora
sono commestibili, anche se quasi mai appaiono sul mercato per la loro
breve durata. Il nome generico è quello utilizzato dagli antichi Romani
per indicare il gelso nero, pianta da loro già conosciuta perché originaria
dell’Asia Minore; l’epiteto specifico deriva dal latino “albus” (bianco) e
si riferisce sempre ai frutti, ma questa volta alla loro colorazione, sebbene
esistano varianti rosa, violette o nerastre, che possono generare
confusione col gelso nero (la differenza principale tra le due specie sta
nelle foglie: più spesse, opaco-rugose e con margine regolarmente crenato
nel gelso nero). Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
27
Foglie a base fortemente asimmetrica. Frutto diverso da
una mora
28
28
Base delle foglie con 3 nervi principali divergenti. Frutto carnoso, sferico
Celtis australis L. subsp. australis
Il bagolaro è un albero originario dell’area paleotemperata, vale a dire
Europa meridionale, Asia occidentale e Africa settentrionale, il cui areale
nel tempo venne ulteriormente esteso dall’uomo verso nord. Oggi è una
pianta coltivata un po’ ovunque nei viali e nel verde urbano, presente in
tutta Italia anche allo stato subspontaneo in siepi e boschetti presso gli
abitati, al di sotto della fascia montana. È specie frugale che si presta bene
all’utilizzo per il rimboschimento di pendii aridi; il fogliame costituisce
ottimo foraggio e la pianta è mellifera. Ampiamente utilizzata nei parchi
cittadini e nelle alberature stradali grazie alla rusticità, la resistenza
all’inquinamento e la longevità, tende a volte persino a rompere i
marciapiedi e il manto stradale a causa di un apparato radicale molto
robusto ed esteso in superficie; per questo motivo l’albero è anche noto
con il nome popolare di spaccasassi. Il legno, chiaro, molto resistente ed
elastico, oltre che ottimo combustibile è impiegato in falegnameria per
costruire attrezzi lignei di elevata resistenza come ruote, manici, remi,