Duino_book_ita - page 15

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Arbusto mediterraneo presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in
Valle d'Aosta e Piemonte, ma più comune al centro-sud. La distribuzione
regionale è limitata al Carso triestino ed al litorale friulano; in Carso si
concentra lungo la costa (ma appare anche nell'alta Val Rosandra) ove è
uno dei principali componenti della macchia mediterranea tra Grignano e
Duino su falesie e rocce calcaree esposte a sud in siti caldi ed aridi. E' uno
dei più tipici componenti della macchia mediterranea. Il legno è utilizzato
come combustibile. Il nome del genere deriva dal greco 'philyra', termine
usato già da Dioscoride e Teofrasto; il nome specifico allude alle foglie
mediamente più larghe di quelle di altre specie congeneri. Forma
biologica: fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura:
marzo-maggio.
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Foglie a margine intero
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Foglie senza picciolo o con picciolo più breve di 2 mm. Fiori giallastri. Frutto secco
Buxus sempervirens L.
Il bosso è un arbusto originario dell'Europa e di alcune regioni dell'Africa
settentrionale e dell'Asia occidentale. Cresce spontaneo in molti boschi
dell'Italia centro-settentrionale, dalle zone di pianura a quelli collinari e
montane fino a 600-800 metri. Nella nostra regione è coltivato ovunque
ma allo stato spontaneo si concentra nella parte orientale del territorio, al
di sotto della fascia montana; sui versanti meridionali delle Prealpi forma
popolamenti densi con il pungitopo; in Carso, ove è stato forse introdotto,
appare nei boschi ombrosi disturbati. Ha legno di colore giallo, molto
duro, elastico e compatto che si presta per lavori al tornio e d'intarsio, per
costruire stampi e piccoli strumenti. Tutta la pianta contiene un alcaloide
tossico di nome ciclobuxina. Il bosso si presta molto alla potatura
periodica, ed essendo sempreverde è spesso utilizzato per realizzare siepi
sagomate; utilizzato nei giardini degli antichi Romani in forme complesse
e fantasiose, scolpite dalla cosiddetta 'ars topiaria', si ritrova
immancabilmente nei giardini monastici e nel classico giardino all'italiana
dal Rinascimento in poi. Il nome generico deriva dal greco 'pykos'
(saldo), per la durezza del legno, oppure dal greco 'pyxis' (vasetto), perché
il legno era utilizzato per fabbricare piccoli contenitori per farmaci; presso
gli antichi Greci la pianta era chiamata 'pyxos'; il nome specifico, di
origine latina, significa 'sempreverde'. Forma biologica: nanofanerofita,
fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: marzo-
aprile.
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Foglie con picciolo più lungo di 2 mm. Fiori bianchi.
Frutto carnoso
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Foglie pelose di sotto. Fiori e frutti disposti in corimbi più larghi che lunghi
Viburnum tinus L. subsp. tinus
Specie mediterranea presente allo stato spontaneo in tutta l'Italia centro-
meridionale e nella zona insubrica, altrove ampiamente coltivata in parchi
e giardini e spesso inselvatichita, dal livello del mare agli 800 m circa.
Nella nostra regione è introdotta a scopo ornamentale ed occasionalmente
rinselvatichita nelle aree più calde, soprattutto lungo la costiera del Carso
ove a volte entra negli arbusteti mediterranei. Cresce nella macchia
mediterranea, su suoli limoso-argillosi ricchi in scheletro, aridi d'estate,
sia calcarei che marnoso-arenacei purché ricchi in carbonati. La specie è
molto utilizzata per la realizzazione di siepi. Quasi tutte le parti della
pianta sono tossiche, inclusi i frutti. Il nome del genere è molto antico e di
etimologia incerta: potrebbe derivare dal latino 'viere' (legare, intrecciare)
o da 'vovorna' (dei luoghi selvatici); il nome specifico ricorda quello usato
dai Romani (laurustinus). Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo
di fioritura: ottobre-giugno.
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Foglie glabre di sotto. Fiori e frutti disposti in racemi più lunghi che larghi
Ligustrum vulgare L.
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