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emanano un odore sgradevole per la presenza di formazioni ghiandolari
alla base della lamina. Semi e scorza sono tossici. Il nome generico in
moluccano significa 'albero del cielo' o 'albero che può raggiungere il
cielo', concetto ripreso dal nome specifico. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura. giugno-luglio.
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Foglie con al massimo 11 paia di foglioline, di odore
aromatico se sfregate tra le dita
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Fogliolina terminale molto più grande di quelle laterali. Albero
Juglans regia L.
Il noce è un albero originario dell'Europa meridionale ed Asia
occidentale, introdotto nel resto dell'Europa già nel Neolitico (archeofita)
e spesso subspontaneo in quasi tutta l'Italia, dal livello del mare ai 1200 m
circa. Nella nostra regione è diffuso dalla costa alla fascia montana; in
Carso è abbastanza comune, quasi mai allo stato arboreo. Cresce in boschi
e boscaglie disturbati, su suoli limoso-argillosi profondi, umiferi e freschi.
Il legno, di colore bruno scuro, è pesante, durevole e con belle venature,
ed è impiegato nella fabbricazione di mobili di pregio. Con il mallo di
frutti acerbi, da raccogliere tradizionalmente il 24 giugno, giorno di San
Giovanni Battista, si prepara il liquore 'nocino'. I semi sono largamente
utilizzati nell'alimentazione umana e da essi si ricava un olio alimentare
impiegato anche nelle industrie di vernici, di colori e in profumeria. Le
radici contengono lo juglone, una sostanza che può avvelenare gli alberi
circostanti. Può vivere fino ai 600 anni e il suo tronco può raggiungere i 2
m di diametro. Il nome generico deriva dal latino 'Jovis glans' (ghianda di
Giove); quello specifico significa 'regale' ed allude anch'esso a Giove, il
re degli dei. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Fogliolina terminale simile a quelle laterali. Arbusto
Pistacia terebinthus L. subsp. terebinthus
Arbusto mediterraneo presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in
Valle d'Aosta, dal livello del mare ai 900 m circa. Nella nostra regione è
concentrato nel Carso triestino e lungo il litorale friulano, con isolate
stazioni nelle Prealpi; in Carso è diffuso quasi ovunque negli ostrieti
termofili ma è più comune lungo la costa. Cresce in siti caldi ed aridi su
falesie e rocce calcaree esposte a sud ed in boschi termofili; è uno dei
principali componenti della macchia mediterranea tra Grignano e Duino.
Dalla corteccia si estrae una resina simile a quella del lentisco. Il legno è
utilizzato in ebanisteria e lavori di intarsio. Il nome generico, quello della
pianta presso i Romani, deriva dal greco 'pistakê' che indicava i frutti di
P. vera
e che probabilmente deriva da un termine persiano. Il nome
specifico è quello di una pianta citata da Teofrasto. Forma biologica:
fanerofita cespitosa (fanerofita scaposa). Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
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Fiori bianchi. Legume fortemente appiattito
Robinia pseudoacacia L.
Specie di origine nordamericana, introdotta a Parigi dal Canada nel 1601
e poi diffusasi ampiamente in Europa con tendenza submediterraneo-
continentale. In Italia è comunissima in tutte le regioni. Nella nostra
regione è ampiamente diffusa dalla costa ai fondovalle del settore alpino;
in Carso è comune ovunque. Cresce sempre in ambienti disturbati come
scarpate, margini stradali, boschetti presso gli abitati e le linee ferroviarie,
su suoli da freschi a subaridi, con il sambuco nero e varie specie nitrofile
ruderali, dal livello del mare alla fascia montana. È una pianta rustica e a
rapido accrescimento, che tende a soppiantare la vegetazione locale
divenendo spesso invasiva. Viene spesso usata a scopo ornamentale per il
fogliame e la fioritura; il legno, resistente alle intemperie, è utilizzato per
palerie e come combustibile; i semi, la scorza e le radici contengono
sostanze tossiche. È un'ottima pianta mellifera il cui miele (miele
d'acacia) si mantiene fluido senza cristallizzare. I fiori sono utilizzati in