234
647
Infiorescenza superante di molto la foglia corrispondente. Foglie solitamente con 9-14 paia di foglioline.
Vessillo di 12-18 mm, con lembo maggiore dell'unghia
Vicia tenuifolia Roth subsp. tenuifolia
La veccia a foglie sottili è una specie a distribuzione mediterraneo-asiatica
presente con due sottospecie in tutte le regioni d’Italia (salvo forse che in
Emilia-Romagna). La distribuzione regionale, tendenzialmente prealpico-
carsica, presenta però stazioni sparse anche nella pianura friulana e nei fon-
dovalle del settore alpino; nell'area di studio la specie sembra confinata ai
fondovalle. Cresce negli orli di boschi termofili maturi di latifoglie e in radu-
re boschive, su suoli argillosi, umiferi ma ricchi in scheletro, piuttosto ricchi
in calcio ed in composti azotati, al di sotto della fascia montana. Il nome
generico deriva dal latino 'viere' o 'vincire' (legare) e si riferisce alla presenza
dei cirri con cui molte specie si avvinghiano a un sostegno; il nome specifico
significa ‘a foglie sottili’. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-agosto.
648
Petali gialli, giallastri o arancioni
649
648
Petali di altro colore
685
649
Pianta laticifera, con latice arancione
Chelidonium majus L.
L'erba da porri è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in tutte
le regioni d'Italia. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio;
nell'area di studio la specie si concentra presso gli abitati, soprattutto a quote
piuttosto basse, come nei dintorni di Ampezzo. Cresce in stazioni spesso om-
breggiate, su suoli umiferi, freschi ed un po' eutrofizzati, ma anche su vecchi
muri e macerie, ai margini di strade e nelle discariche, dal livello del mare
alla fascia montana inferiore. Tutte le parti della pianta e specialmente le
radici sono tossiche per la presenza degli alcaloidi chelidonina e cheleritrina;
quest'ultima fa starnutire e provoca sensazione di soffocamento; i principi
attivi sono affini a quelli dell'oppio. Il caratteristico latice arancione, se inge-
rito, causa bruciori alla bocca e alla faringe, vomito, paralisi e anche coma,
ma sembra efficace nel trattamento delle verruche e dei calli e dei porri, da
cui il nome italiano. Il colore dorato del latice fece sì che la pianta divenis-
se un ingrediente fondamentale nella preparazione della pietra filosofale da
parte degli antichi alchimisti. Il nome generico deriva dal greco 'chelidon'
(rondine), forse per la germinazione primaverile e l'appassimento autunnale. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: aprile-ottobre.
649
Piante non laticifere
650
650
Calice assente
651
650
Calice presente
654
651
Petali più di 5, persistenti. Foglie palmato-divise
Trollius europaeus L. subsp. europaeus
Il botton d’oro è una specie a distribuzione incompletamente circumboreale
presente in tutte le regioni dell'Italia centro-settentrionale (dubitativamente
in Umbria), ma più comune sulle Alpi. La distribuzione regionale si estende
su tutte le aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è comune nei
prati tra 1400 e 1900 m. Cresce in prati e radure di boschi montani, su suoli
argillosi e ricchi in humus, formando spesso vaste colonie nei prati umidi
e acquitrinosi, con optimum nella fascia montana. Contiene protoanemo-
nina che la rende tossica ed evitata dal bestiame da fresca (da secca perde
la tossicità). Il nome generico deriva dal tedesco antico 'troll' (globoso) in
riferimento alla forma del fiore, anche in italiano chiamato 'botton d'oro'.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
651
Petali al massimo 5, precocemente caduchi. Foglie pennato-divise
652
1...,232,233,234,235,236,237,238,239,240,241 243,244,245,246,247,248,249,250,251,252,...508