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Becco lungo più del 10% del frutto. Siliqua a sezione circolare
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Sepali appressati ai petali. Pianta perenne con fusto legnoso alla base
Brassica oleracea L.
Il cavolo è una specie estremamente polimorfa ormai divenuta subcosmo-
polita, presente in coltivazione o come avventizia in tutta Italia. Le forme
coltivate sono diffuse in tutte le regioni d'Italia, quelle avventizie hanno di-
stribuzione sparsa e crescono su substrati prevalentemente calcarei al di sotto
della fascia montana; nell'area di studio la specie è piuttosto rara allo stato
subspontaneo, per lo più presso gli abitati. La selezione di forme coltivate
è iniziata probabilmente nel Mediterraneo all'inizio del periodo classico e
ha portato alla creazione di numerosissime cultivar di aspetto diversissimo
(cavolo nero,cavolo-rapa, cavolo cappuccio, cavolfiore, cavolini di Bruxelles,
broccoli, verza, ecc.), sfruttando malformazioni di diverse parti della pian-
ta (foglie, infiorescenze, organi ipogei). Il nome generico era già usato dai
Romani ed ha etimologia incerta: secondo alcuni deriva da una radice galli-
ca, secondo altri dal greco 'bibrásko' (io mangio); quello specifico significa
'commestibile in insalata'. Forma biologica: camefita suffruticosa/ emicripto-
fita bienne. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Sepali distanziati dai petali. Piante annue con fusti erbacei
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Foglie verdi, ispide. Racemi brevi alla fioritura, con fiori aperti inseriti più in basso dei boccioli
Brassica rapa L. subsp. rapa
Il cavolo rapa è una specie avventizia sfuggita alle colture;
B. rapa
s.l. è presen-
te in quasi tutta Italia, salvo che nelle Marche e in Puglia, dal livello del mare
ai 1000 m circa; la sottospecie nominale è segnalata solo per Friuli Venezia
Giulia, Emilia-Romagna, Umbria, Abruzzo e Campania. Nella nostra regione
la sua diffusione, apparentemente frammentaria, è stata forse sottostimata;
in Carso è sporadica ma non rara, anche se incostante; nell'area di studio
appare raramente presso gli abitati. Cresce in vegetazioni ruderali e sembra
meno esigente di
B. napus
per quanto riguarda i suoli. I semi conservano
la germinabilità per periodi lunghissimi (anche più di 500 anni!). Il nome
generico era già usato dai Romani ed ha etimologia incerta: secondo alcuni
deriva da una radice gallica, secondo altri dal greco ‘bibrásko’ (io mangio).
Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
marzo-ottobre.
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Foglie glauche, glabre o con peli sparsi. Racemi allungati alla fioritura, con fiori aperti inframmezzati ai
boccioli
Brassica napus L. subsp. napus
Il cavolo navone è una specie avventizia sfuggita dalle colture, presente in
tutta Italia, dal livello del mare ai 1000 m circa. Nella nostra regione è con-
centrata nella parte meridionale, con diverse stazioni nei fondovalle dell'area
montagnosa; nell'area di studio è piuttosto rara, sporadica e incostante e per
lo più confinata ai fondovalle presso gli abitati. Cresce in vegetazioni ruderali
presso gli abitati, su scarpate, lungo strade e condotte superficiali, su suoli
argillosi ricchi in basi e composti azotati. Il nome generico era già usato dai
Romani ed ha etimologia incerta: secondo alcuni deriva da una radice gallica,
secondo altri dal greco ‘bibrásko’ (io mangio). Forma biologica: terofita sca-
posa/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-ottobre.
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Foglie senza stipole
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Foglie con stipole
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1...,237,238,239,240,241,242,243,244,245,246 248,249,250,251,252,253,254,255,256,257,...508