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Calice con dente inferiore maggiore del superiore e fauce obliqua
Vicia sepium L.
La veccia silvana è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente in
tutte le regioni d'Italia salvo che in Puglia e forse in Sicilia. La distribuzione
regionale copre quasi tutto il territorio eccetto la bassa pianura friulana al di
sotto della linea delle risorgive; nell'area di studio la specie è diffusa, ma solo
localmente comune, ad esempio presso il Passo Pura, a Sauris di Sopra e a
Rio Forchia presso Cercenati. Cresce in faggete e boschi misti di latifoglie
decidue, nelle radure e ai loro margini, nelle siepi, in prati ombrosi e freschi,
con optimum nella fascia montana. Sembra che la specie sia stata una delle
prime piante a venire coltivate, sin dal Neolitico; oggi ha scarsa importanza
come specie alimentare, ma è una buona pianta foraggera. Il nome generico
deriva dal latino 'viere' o 'vincire' (legare) e si riferisce alla presenza dei cirri
con cui molte specie si avvinghiano a un sostegno; il nome specifico deriva
dal latino 'saepes' (siepe) in riferimento all'habitat. Forma biologica: emi-
criptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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Calice con denti subeguali e fauce perpendicolare all'asse
Vicia sativa L. subsp. sativa
La veccia dolce è un’entità appartenente ad una specie molto polimorfa a di-
stribuzione mediterraneo-turanica presente in tutta Italia con diverse sotto-
specie, alcune delle quali coltivate sin dal neolitico per l'alimentazione uma-
na. La distribuzione regionale comprende tutte le aree di pianura e di collina,
divenendo più sparsa nel settore alpino, ove la specie è confinata ai fondo-
valle e ai pendii coltivati esposti a mezzogiorno, come nell'area di studio ove
la specie è rara. Cresce in prati e pascoli aridi, cespuglieti e macchie , al di
sotto della fascia montana superiore con optimum nella fascia mediterranea.
Il seme, poco digeribile e poco appetitoso, veniva essiccato, macinato e me-
scolato a farina di cereali per la preparazione del pane; la sottospecie nomi-
nale veniva ampiamente coltivata dai Romani come ottima pianta foraggera.
Il nome generico deriva dal latino 'viere' o 'vincire' (legare) e si riferisce alla
presenza dei cirri con cui molte specie si avvinghiano a un sostegno; quello
specifico si riferisce al fatto che in passato la pianta era frequentemente col-
tivata. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Vessillo con una rete di nervature violaceo-scure
Vicia sylvatica L.
La veccia silvana è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente
in tutte le regioni dell’Italia settentrionale (salvo che in Val d'Aosta e forse
in Piemonte) e sull’Appennino settentrionale in Toscana. La distribuzione
regionale si concentra sul settore alpino propriamente detto (Alpi Carniche
e Giulie), con stazioni più sparse sulle Prealpi; nell'area di studio la specie
è poco comune: si concentra soprattutto nella Conca di Sauris e raggiunge
i 1800 m sul M. Morgenleit. Cresce in radure e schiarite di boschi montani
e subalpini, soprattutto faggete e abetine, con optimum nella fascia monta-
na superiore. Il nome generico deriva dal latino 'viere' o 'vincire' (legare) e
si riferisce alla presenza dei cirri con cui molte specie si avvinghiano a un
sostegno; il nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), fa riferimento all'habi-
tat boschivo. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-agosto.
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Vessillo senza rete di vene scure
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Infiorescenza non superante di molto la foglia corrispondente. Foglie solitamente con 6-10 paia di
foglioline. Vessillo (petalo superiore) di 8-12 mm, con lembo circa uguale all'unghia
Vicia cracca L.
La veccia montanina è una specie polimorfa a vasta distribuzione eurasiati-
co-temperata presente in tutte le regioni d'Italia. La distribuzione regionale
della specie intesa in senso lato copre tutto il territorio, quella della specie in-
tesa in senso stretto è ancora poco nota ma probabilmente altrettanto vasta;
nell'area di studio la specie è frequente soprattutto presso gli abitati a quote
relativamente basse, raggiungendo i 1500 m presso gli Stavoli Rucharlanar.
Cresce sia nei prati che in ambienti ruderali, lungo scarpate e nelle siepi, dal
livello del mare alla fascia montana. La specie è un'ottima foraggera ed i semi
sono commestibili previa cottura. Il nome generico deriva dal latino 'viere'
o 'vincire' (legare) e si riferisce alla presenza dei cirri con cui molte specie
si avvinghiano a un sostegno; il nome specifico è quello usato dagli antichi
Romani per piante di questo genere. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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