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Peduncolo dell'infiorescenza 1-2 volte più lungo della foglia corrispondente. Frutto lungo 6-8 mm, con
denti lunghi 0.5-1 mm. Calice villoso su tutta la fauce per peli lunghi 0.6-1 mm
Onobrychis viciifolia Scop.
La lupinella comune è una specie di origine controversa, forse irano-turani-
ca, soprattutto in passato ampiamente coltivata come foraggio e quindi pro-
babilmente introdotta, almeno nelle regioni dell'Italia centro-settentrionale,
oggi presente in tutte le regioni d'Italia. La distribuzione regionale è estesa a
quasi tutto il territorio, con ampie lacune nella bassa pianura friulana, nelle
aree magredili e nelle Alpi Carniche nordoccidentali; nell'area di studio la
specie è poco comune e per lo più confinata ai fondovalle. Cresce in prati
falciati e concimati, sulle Alpi anche in prati aridi naturali o semi-naturali,
dal livello del mare alla fascia montana superiore (a volte anche più in alto).
Il nome generico deriva dal greco 'ónos' (asino) e 'brýkein' (brucare, man-
giare), e significa quindi 'pianta mangiata dagli asini'; il nome specifico si ri-
ferisce alla vaga somiglianza delle foglie con quelle di piante del genere
Vicia
.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
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Peduncolo dell'infiorescenza 2-3 volte più lungo della foglia corrispondente. Frutto lungo 4-6 mm, con
denti lunghi 0.5-2 mm. Calice orlato di peli lunghi 0.3-0.4 mm
Onobrychis arenaria (Kit.) DC. subsp. arenaria
La lupinella dei colli è una specie polimorfa diffusa dalla Siberia meridionale
all'Europa meridionale, in Italia presente dalle pendici meridionali delle Alpi
e dalle valli alpine a clima arido sino al Carso triestino, con stazioni disgiunte
sull'Appennino centrale. La distribuzione regionale si concentra nella pia-
nura friulana, con isolate stazioni nei fondovalle delle Alpi, mentre in Carso
la sottospecie nominale viene vicariata dalla sottospecie
tommasinii
; nell'area
di studio la specie è rara e sembra confinata a quote basse. Cresce in prati
aridi su substrati calcarei, su suoli ricchi in scheletro, con optimum nella
fascia submediterranea. Il nome generico deriva dal greco 'ónos' (asino) e
'brýkein' (brucare, mangiare), e significa quindi 'pianta mangiata dagli asini';
il nome specifico in latino significa 'delle sabbie' e allude alla preferenza per
suoli primitivi. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura:
giugno-agosto.
640
Foglie con al massimo 6 foglioline
641
640
Foglie con più di 6 foglioline
643
641
Foglie senza cirri, terminanti in punta breve
Lathyrus vernus (L.) Bernh. subsp. vernus
La cicerchia primaticcia è una specie a distribuzione europeo-temperata con
tendenza continentale, presente in tutte le regioni dell’Italia continentale. La
distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, ma con lacu-
ne nella bassa pianura friulana; nell'area di studio la specie è comune nelle
faggete tra 600 e 1400 m, racefacendosi più in alto. Cresce in boschi fre-
schi di latifoglie decidue come faggete termofile e querceti maturi, su suoli
limoso-argillosi sciolti, umiferi, freschi e profondi, piuttosto ricchi in basi e
composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana superiore. In passa-
to i semi delle cicerchie selvatiche venivano usati nell'alimentazione umana,
specialmente durante le carestie; l'uso prolungato causava spesso una grave
sindrome neurologica detta 'latirismo' dovuto alla presenza nei semi di un
amminoacido tossico. Il nome generico è la latinizzazione dell'antico termine
greco 'lathyros', che designava una pianta non identificata da cui si estraeva
una sostanza eccitante; il nome specifico dal latino 'ver-veris' (primavera),
si riferisce alla fioritura precoce all'inizio della primavera. Forma biologica:
geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie con cirri
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1...,229,230,231,232,233,234,235,236,237,238 240,241,242,243,244,245,246,247,248,249,...508