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Infiorescenza a racemo ramificato, con fiori distanziati e asse a zig-zag. Elmo 0.6-2.5 volte più alto che
lungo
Aconitum degenii Gáyer subsp. paniculatum (Arcang.) Mucher
L’aconito di Degen pannocchiuto è un’entità appartenente a una specie dif-
fusa sulle montagne dell'Europa meridionale, in Italia presente lungo tutto
l'arco alpino salvo forse che in Val d'Aosta. La distribuzione regionale si
concentra nelle aree montuose del Friuli, con alcune stazioni nella parte oc-
cidentale della pianura friulana; nell'area di studio la specie è diffusa ma
solo localmente comune, ad esempio presso Bosclaf, nella vegetazione ad alte
erbe sotto al Passo Pura, sul M. Torondon, ecc. Cresce in boschi di latifoglie,
soprattutto faggete, in forre, radure e consorzi ad alte erbe, su suoli piuttosto
ricchi in composti azotati, con optimum nella fascia montana. Tutte le specie
del genere contengono diversi alcaloidi tra cui l'aconitina, un potente veleno,
letale anche a dosi ridottissime: i sintomi sono un forte calore a gola e ventre,
secchezza della lingua, vomito, diarrea, debolezza muscolare, aritmie sino
all'arresto cardiaco. Le diverse specie venivano usate per avvelenare le punte
delle frecce o preparare veleni. Il nome generico deriva dal greco 'akoni-
ton' che, negli scritti di Teofrasto e Dioscoride, veniva usato per una pianta
velenosa diffusa nei pressi di Acona, villaggio della Bitinia; la specie è dedicata al botanico austro-ungarico Árpád von Degen
(1866.1934). Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Infiorescenza a spiga densa, semplice o ramosa, con asse diritto. Elmo 0.3-0.7 volte più alto che lungo
Aconitum tauricum Wulfen
L’aconito dei Tauri è una specie delle montagne dell'Europa sudorientale, in
Italia presente sulle Alpi orientali dalla Lombardia al Friuli. La distribuzione
regionale, piuttosto frammentaria, si concentra nelle aree montuose del Friu-
li, con poche stazioni nella pianura friulana; nell'area di studio la specie, che
non è comune, sembra essere più frequente a quote alte presso le malghe.
Cresce in prati e pascoli di altitudine e nei consorzi di alte erbe, spesso presso
le malghe, su suoli piuttosto freschi e ricchi in composti azotati, dalla fascia
montana a quella subalpina, raramente anche più in basso. Tutte le specie
del genere contengono diversi alcaloidi tra cui l'aconitina, un potente veleno,
letale anche a dosi ridottissime: i sintomi sono un forte calore a gola e ventre,
secchezza della lingua, vomito, diarrea, debolezza muscolare, aritmie sino
all'arresto cardiaco. Le diverse specie venivano usate per avvelenare le punte
delle frecce o preparare veleni. Il nome generico deriva dal greco 'akoniton'
che, negli scritti di Teofrasto e Dioscoride, veniva usato per una pianta vele-
nosa diffusa nei pressi di Acona, villaggio della Bitinia; il nome specifico si
riferisce alla catena dei Tauri. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
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Segmento mediano delle foglie con lacinia centrale più lunga di metà della lamina fogliare
Aconitum lupicida Rchb.
L’aconito ammazza-lupi è un’entità poco differenziata nel complesso del
gruppo polimorfo di
A. lycoctonum
, da alcuni autori considerata un semplice
sinonimo di quest'ultimo, che è presente in tutte le regioni dell’Italia conti-
nentale salvo che in Puglia. La distribuzione regionale, piuttosto frammenta-
ta, si concentra nelle aree montuose del Friuli, con poche stazioni sul Carso
triestino; la distribuzione nell'area di studio è poco nota in quanto la specie
è stata spesso confusa con
A. lycoctonum
. Cresce in faggete, forre montane,
consorzi di alte erbe nelle radure. Tutte le specie del genere contengono di-
versi alcaloidi tra cui l'aconitina, un potente veleno, letale anche a dosi ridot-
tissime: i sintomi sono un forte calore a gola e ventre, secchezza della lingua,
vomito, diarrea, debolezza muscolare, aritmie sino all'arresto cardiaco. Le
diverse specie venivano usate per avvelenare le punte delle frecce o preparare
veleni. Il nome generico deriva dal greco 'akoniton' che, negli scritti di Teo-
frasto e Dioscoride, veniva usato per una pianta velenosa diffusa nei pressi di
Acona, villaggio della Bitinia; il nome specifico si riferisce al suo antico uso
per la preparazione di esche avvelenate contro i lupi. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
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Segmento mediano delle foglie con lacinia centrale lunga al massimo metà della lamina fogliare
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