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Fusti cavi, scanalati, fogliosi. Foglie basali glabre, con foglioline più lunghe di 2.5 cm, le inferiori
chiaramente picciolate. Frutti con coste biancastre e stili più lunghi del frutto
Pimpinella major (L.) Huds.
Il tragoselino maggiore (o pimpinella maggiore) è una specie a distribuzione
europeo-caucasica presente in tutte le regioni dell’Italia continentale sino al
M. Pollino. La distribuzione regionale copre quasi tutto il territorio, salvo
le aree vicino alla costa ed il Carso triestino, ove la specie è limitata a poche
stazioni nelle aree più interne; nell'area di studio è diffusa e comune e a volte
appare in forme a fiori rosa che non sono sempre facilmente distinguibili
dalla subsp.
rubra
. Cresce in prati, radure, cedui e forre, con optimum nella
fascia montana. La pianta contiene diverse sostanze e olii essenziali, ed è
spesso usata nella medicina popolare per gargarismi in caso di malattie del
cavo orale e come espettorante. L'etimologia del nome generico è incerta:
potrebbe derivare da una corruzione del latino 'bipennula' (bipennata) per le
foglioline accoppiate sulla rachide fogliare; va comunque notato che il nome
comune ‘pimpinella’ in Italia veniva applicato non a questa specie ma a
Pote-
rium sanguisorba
, anch’essa con foglie imparipennate; il nome della specie si
riferisce alle dimensioni maggiori rispetto ad altre specie congeneri. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Fusti pieni, cilindrici o ad angoli ottusi, senza foglie almeno in alto. Foglie basali minutamente pelose, con
foglioline più brevi di 2.5 cm, sessili. Frutti con coste poco sviluppate e stili più brevi del frutto
Pimpinella saxifraga L.
Il tragoselino comune è una specie a distribuzione eurasiatico-sudeuropea
presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Puglia, Calabria e Sicilia.
La distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, con lacune
nella bassa pianura friulana; nell'area di studio la specie è diffusa, ma più
frequente a quote piuttosto basse. Cresce in vegetazioni prative seminaturali,
ai margini di boscaglie e siepi, su suoli sia calcarei che marnoso-arenacei, da
basici a subacidi, poveri in humus e composti azotati, dal livello del mare ai
1500 m circa (raramente fino ai 2000 m). Le giovani foglie sono commestibi-
li, la radice era un tempo impiegata nella medicina popolare come rimedio
contro la tosse. L'etimologia del nome generico è incerta: potrebbe derivare
da una corruzione del latino 'bipennella' (bipennata) per le foglioline accop-
piate sulla rachide fogliare; va comunque notato che il nome comune ‘pimpi-
nella’ in Italia veniva applicato non a questa specie ma a
Poterium sanguisorba
,
anch’essa con foglie imparipennate; il nome specifico in latino significa ‘che
rompe i sassi’ e si riferisce all’habitat. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Frutti coperti da spine o aculei
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Frutti non coperti da spine o aculei
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Ombrella portante alla base lunghe brattee ramoso-trifide
Daucus carota L. subsp. carota
La carota selvatica, originaria della parte meridionale dell'Eurasia ma oggi
diffusa nelle zone temperate di tutto il mondo, è presente con diverse sot-
tospecie in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale copre l’intero
territorio; nell'area di studio la specie è più comune presso gli abitati. Cresce
sia negli aspetti più aridi dei prati da sfalcio che in vegetazioni ruderali presso
gli abitati, in discariche, cave, lungo le vie, su suoli non molto profondi ma
ricchi in basi e composti azotati, a volte anche subsalsi, dal livello del mare
ai 1400 m circa. La radice era conosciuta sin dall'antichità e Plinio la cita
per le proprietà cicatrizzanti, diuretiche e digestive; le carote 'antiche' erano
però sottili e nodose, con gusto acre e polpa biancastra 'dura come pietra',
in quanto la selezione delle carote coltivate oggi iniziò nel XVI secolo. Il
nome generico deriva dal greco dal greco 'daio' (bruciare, riscaldare) forse
per le presunte proprietà riscaldanti della pianta; il nome specifico era già in
uso presso gli antichi Greci. Forma biologica: emicriptofita bienne (terofita
scaposa). Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Ombrella con brattee semplici
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