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formato da circa 10 canne di diverse dimensioni; ancor oggi le ance degli strumenti a fiato (oboe, fagotto, clarinetto)
sono fabbricate con
Arundo donax
. Il nome generico deriva dal latino 'aruno', nome molto antico di una canna palustre
che forse deriva dalla radice celtica 'aru' (acqua); il nome specifico in greco significa 'canna'. Forma biologica: geofita
rizomatosa. Periodo di fioritura: luglio-novembre.
Asparagus acutifolius L.
- L'asparago pungente è una specie a distribuzione stenomediterranea presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta e Piemonte. Nell'area metropolitana di Roma la specie è diffusa e localmente
comune soprattutto nella parte occidentale del territorio, soprattutto lungo il litorale, compresa quella inclusa entro il
raccordo anulare. Cresce nella macchia mediterranea, a volte anche negli aspetti più caldi di boscaglie decidue
termofile, dal livello del mare a 1300 m circa. I germogli giovani sono commestibili previa cottura; dopo il consumo si
forma un metilcaptano, che viene eliminato con le urine, conferendo loro un odore penetrante. I frutti sono tossici. Il
nome generico deriva probabilmente dall'antico persiano 'asparag' (germoglio, punta), oppure dal greco 'speìro'
(semino), che con l'alfa privativo sta ad indicare la facilità di con cui la pianta si moltiplica per via vegetativa; il nome
specifico si riferisce ai cladodi rigidi e pungenti. Forma biologica: geofita rizomatosa/ nanofanerofita. Periodo di
fioritura: agosto-settembre.
Asparagus aphyllus L.
- L'asparago marino è una specie a distribuzione strettamente mediterranea con baricentro
meridionale, presente con certezza in Lazio, Calabria, Sicilia e Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la specie è
rara, si rinviene solo a Capocotta sul litorale, nelle macchie dunali. Cresce nelle siepi e su pendii aridi ben soleggiati, di
solito presso le coste. Il nome generico deriva probabilmente dall'antico persiano 'asparag' (germoglio, punta), oppure
dal greco 'speìro' (semino), che con l'alfa privativo sta ad indicare la facilità di con cui queste piante si moltiplicano per
via vegetativa; il nome specifico deriva dal greco e significa 'senza foglie'. Forma biologica: camefita fruticosa. Periodo
di fioritura: settembre ottobre.
Asparagus tenuifolius Lam.
- L'asparago selvatico è una specie a distribuzione pontico-mediterranea presente in tutte
le regioni d'Italia salvo che in Basilicata e Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara, nelle aree
boschive più periferiche. Tipica delle boscaglie decidue aperte, ha l'optimum su substrati calcarei nella fascia
submediterranea. I germogli giovani sono commestibili previa cottura; dopo il consumo si forma un metilcaptano, che
viene eliminato con le urine, conferendo loro un odore penetrante. Il nome generico deriva probabilmente dall'antico
persiano 'asparag' (germoglio, punta), oppure dal greco 'speìro' (semino), che con l'alfa privativo sta ad indicare la
facilità di con cui la pianta si moltiplica per via vegetativa; il nome specifico si riferisce ai cladodi molli e sottili. Forma
biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-maggio, luglio-settembre.
Asperula arvensis L.
- La stellina dei campi è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le
regioni dell'Italia continentale salvo che in Calabria, dove la presenza non è stata confermata. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è molto rara. Cresce in ambienti piuttosto aridi come campi assolati, pascoli aridi ed ex-coltivi, dal
livello del mare alla fascia montana inferiore. Il nome generico è un diminutivo femminile del latino 'asper' (aspro,
scabro, rugoso) con il quale in antichità venivano designate piante come
Galium aparine
, caratterizzate da fusti e foglie
ruvidissimi al tatto; quello specifico significa 'dei campi' in riferimento all'habitat. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Asperula laevigata L.
- La stellina esile è una specie del mediterraneo centro-occidentale, presente in tutta l'Italia
centro-meridionale (comprese le Isole) e in Liguria. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune,
concentrandosi nella parte occidentale del territorio e sul litorale, nei boschi caducifogli termofili con qualche stazione
sparsa anche entro il raccordo anulare. Cresce in faggete termofile e boschi misti di latifoglie decidue, con optimum
nelle fasce submediterranea e montana inferiore. Il nome generico è un diminutivo femminile del latino 'asper' (aspro,
scabro, rugoso) con il quale in antichità venivano designate piante come
Galium aparine
, caratterizzate da fusti e foglie
ruvidissimi al tatto; il nome specifico allude al fatto che al contrario questa specie ha fusti e foglie lisci. Forma
biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Asphodelus fistulosus L.
- L'asfodelo fistoloso è una specie a distribuzione prevalentemente mediterranea presente in
Liguria, Veneto, Friuli Venezia Giulia e in tutte le regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rara ma in via di rapida espansione, sui bordi delle strade soprattutto del settore
meridionale. Cresce in prati e pascoli aridi, dal livello del mare a 800 m circa, con optimum nella fascia mediterranea.
La pianta è tossica per la presenza di diversi alcaloidi: nella mitologia greca gli asfodeli erano il simbolo dei defunti. Il
nome generico deriva dal greco 'a' (non), 'spodos' (cenere), ed 'elos' (valle) e significa quindi 'ciò che non è stato ridotto
in cenere nelle valli', per la tendenza degli asfodeli a dominare la vegetazione mediterranea dopo gli incendi; quello
specifico si riferisce alle foglie tubulose e cave all'interno. Forma biologica: emicriptofita bienne/ emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: marzo-maggio.
Asphodelus ramosus L. subsp. ramosus
- L'asfodelo mediterraneo è una specie a distribuzione stenomediterranea
presente in tutte le regioni dell'Italia centro-meridionale, in Emilia-Romagna e in Liguria (non ritrovata in tempi recenti
nelle Marche). Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto diffusa, concentrandosi nella parte occidentale del
territorio, con diverse stazioni anche entro il raccordo anulare. Cresce negli incolti, in garighe, in pascoli aridi, su
terreni ricchi in scheletro; la sua presenza è indice di degradazione dell'ambiente. La pianta è tossica per la presenza di
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