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steppe della Siberia meridionale, presente in tutte le regioni d'Italia salvo forse che in Sardegna. Nell'area metropolitana
di Roma la specie è presente a Castel di Guido. Cresce in pratelli aridi stepposi e negli incolti, su suoli calcarei ricchi in
scheletro e molto aridi d'estate, con altre erbe annuali, al di sotto della fascia montana. Il nome generico deriva dal
greco 'bombyx' (seta, baco da seta) e 'laena' (mantello) per la pelosità bianco-setacea di foglie e fusti; il nome specifico
si riferisce al portamento eretto dei fusti. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Borago officinalis L.
- La borragine comune è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in tutte le
regioni d'Italia (spesso però come avventizia). Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto comune. Cresce in
incolti e ambienti ruderali, su suoli piuttosto freschi, concimati o comunque ricchi di sostanze azotate, sabbiosi o
argillosi, al di sotto della fascia montana inferiore. Le parti aeree della pianta (fiori e foglie) vengono ancor oggi
considerate commestibili, sia fresche sia cotte, ma contengono piccole quantità di alcaloidi pirrolizidinici epatotossici e
potenzialmente cancerogeni. Il nome generico, di antico uso, è di etimologia molto incerta; il nome specifico deriva dal
latino 'officina' (officina, farmacia) e fa riferimento all'antico uso a scopo medicinale. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-agosto.
Bothriochloa ischaemum (L.) Keng
- Il barboncino digitato è una specie a distribuzione originariamente
mediterraneo-pontica ma oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di
Roma la specie è molto rara, nei prati aridi, mentre è comune sui calcari dell'Appennino. Cresce su pendii aridi, negli
oliveti, in prati aridi ghiaiosi e arenosi, ma anche in ambienti ruderali come ai margini di strade, su scarpate,
massicciate e muri, al di sotto della fascia montana inferiore. Il nome generico deriva dal greco 'bothrion' (fossetta) e
'chloe' (erba), in riferimento alla fossetta presente nelle glume di diverse specie del genere; il nome specifico deriva dai
termini greci 'iskhenaenai' (fermare, trattenere), e 'haima' (sangue): Plinio citava una pianta con lo stesso nome, utile per
arrestare il sangue di naso. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: giugno-novembre.
Brachypodium phoenicoides (L.) Roem. & Schult.
- Il palèo dei campi abbandonati è una specie a distribuzione
mediterranea con baricentro occidentale, più frequente nell'Italia centrale, meridionale e insulare. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è complessivamente rara, ma è abbondante sulle sabbie nel settore sud-occidentale
della città. Cresce nei pascoli aridi e nelle colture abbandonate, dal livello del mare a 900 m circa, con optimum nella
fascia mediterranea. Il nome generico deriva dal greco 'brachys' (breve) e 'podon' (piede) in riferimento alle spighette
subsessili; il nome specifico deriva dal greco 'phóinix' (palma) e 'eidos' (aspetto) e significa quindi 'simile ad una
palma'. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Brachypodium rupestre (Host) Roem. & Schult.
- Il paléo rupestre è una specie a distribuzione sudeuropeo-
subatlantica presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Puglia e in Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la
specie è abbastanza comune e diffusa soprattutto nel settore occidentale. Cresce su pendii assolati, di solito calcarei, su
suoli subaridi, inorlando i pascoli abbandonati assieme ad altre specie di mantello, dal livello del mare alla fascia
alpina. Il nome generico deriva dal greco 'brachys' (breve) e 'podon' (piede) in riferimento alle spighette subsessili; il
nome specifico si riferisce agli habitat pietrosi. Forma biologica: emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: maggio-
luglio.
Brachypodium sylvaticum (Huds.) P. Beauv.
- Il paléo silvestre è una specie a vasta distribuzione eurasiatico-
temperata presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è piuttosto
comune nei boschi, anche ai margini e nei boschi aperti. Cresce su suoli limoso-argillosi umidi ed è comune nei boschi
igrofili, ma appare anche nelle quercete e nelle macchie, ove cresce in tasche di suoli argillosi profondi, dal livello del
mare alla fascia montana superiore. Il nome generico deriva dal greco 'brachys' (breve) e 'podon' (piede) in riferimento
alle spighette subsessili; il nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), si riferisce all'habitat boschivo. Forma biologica:
emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Brassica napus L. subsp. napus
- La colza, o cavolo navone, è presente in tutte le regioni d'Italia come specie
avventizia sfuggita dalle colture. Nell'area metropolitana di Roma la specie è coltivata estesamente, raramente
naturalizzata. Allo stato subspontaneo cresce in vegetazioni ruderali presso gli abitati, sulle scarpate, lungo strade e
condotte superficiali, su suoli argillosi ricchi in basi e composti azotati, dal livello del mare a 1000 m circa. Viene
ampiamente coltivata come foraggio per animali, fonte di olio vegetale alimentare e come combustibile nel biodiesel.
L'olio di colza è ricavato dai semi e usato in alimentazione dopo la raffinazione viene miscelato ad altri oli poiché ha
sapore e odore poco gradevoli a causa della presenza di acido erucico, che è tossico per gli esseri umani, ma viene usato
come additivo alimentare in piccole dosi. La varietà 'Canola', con basso contenuto di acido erucico, è stata sviluppata in
Canada: il suo nome è un acronimo da
Canadian oil low acida
(Olio canadese a basso contenuto di acido). Il residuo
della lavorazione dei semi è usato nell'alimentazione degli animali da allevamento. La colza produce molto nettare da
cui le api ricavano un miele chiaro ma pungente, che va estratto immediatamente dopo la fabbricazione perché
cristallizza rapidamente nel favo rendendo impossibile l'estrazione. Il nome generico era già usato dai Romani e ha
etimologia incerta: secondo alcuni deriva da una radice gallica, secondo altri dal greco 'bibrásko' (io mangio); il nome
specifico deriva da 'nápu' il nome greco della colza. Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-ottobre.
Brassica nigra (L.) W.D.J. Koch
- La senape nera è una pianta annua di origine mediterranea divenuta