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subcosmopolita, coltivata già dai Romani e oggi presente come avventizia in tutte le regioni d'Italia tranne che in Valle
d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie è abbondantemente diffusa nelle coltivazioni, raramente
naturalizzata. Cresce in vegetazioni ruderali e ai margini delle strade, su suoli limoso-argillosi, umidi o periodicamente
sommersi, dal livello del mare a 800 m circa. I semi della pianta sono ancor oggi utilizzati per la produzione della
senape. Il nome generico, di etimologia piuttosto incerta, era già usato dai Romani per il cavolo; il nome specifico si
riferisce al colore dei semi, che sono scuri a maturità. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-
maggio.
Brassica tournefortii Gouan
- Il cavolo di Tournefort è una specie a distribuzione estesa dalla regione mediterranea
alle aree subsahariane e a quelle subdesertiche dell'Asia occidentale (regione saharo-sindica), presente in Sardegna,
Lazio, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia (come avventizia anche in Emilia-Romagna e in Molise). Nell'area
metropolitana di Roma la specie è molto rara, presente in alcune località puntiformi del litorale. Cresce negli incolti
aridi, soprattuttot su sabbie marittime. Il nome generico era già usato dai Romani e ha etimologia incerta: secondo
alcuni deriva da una radice gallica, secondo altri dal greco 'bibrásko' (io mangio); la specie è dedicata al botanico
francese Pitton de Tournefort (1656-1708), uno dei maggiori del periodo prelinneano. Forma biologica: terofita
scaposa/ emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
Briza maxima L.
- I sonaglini maggiori sono una pianta annua di origine subtropicale presente in tutte le regioni
d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Lombardia e Trentino-Alto Adige; diviene molto rara a nord del Po mentre è
comune in Italia meridionale. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comunissima. Cresce in macchie, garighe,
incolti, radure molto aperte, prevalentemente su substrati silicei, su suoli aridi d'estate, al di sotto della fascia montana
(ma nel Meridione può superare i 1700 m). Per l'aspetto decorativo delle spighette, la pianta viene spesso utilizzata
nelle composizioni di fiori secchi. Il nome generico presso gli antichi Greci designava un tipo di cereale, quello
specifico allude alla grande dimensione delle spighette. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
Briza minor L.
- I sonaglini minori sono una specie subcosmopolita nelle regioni calde, presente in tutte le regioni
dell'Italia centro-meridionale, in Emilia-Romagna, Liguria e Veneto; la specie è molto frequente nell'Italia
mediterranea, mentre altrove ha il carattere di pianta avventizia effimera. Nell'area metropolitana di Roma la specie è
comune. Cresce in macchie, incolti e radure, dal livello del mare alla fascia collinare. Le infiorescenze sono spesso
usate per composizioni di fiori secchi. Il nome del genere in greco antico indicava un tipo di cereale; il nome specifico
si riferisce alle piccole dimensioni delle spighette rispetto a quelle di altre specie congeneri. Forma biologica: terofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Bromopsis erecta (Huds.) Fourr. subsp. erecta
- Il forasacco eretto è una specie a distribuzione centrata sull'Europa
meridionale presente, con quattro sottospecie, in tutte le regioni d'Italia; la sottopecie nominale manca solo in Sardegna.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto rara nell'area metropolitana di Roma, si rinviene solo all'Inviolatella
Borghese, nei prati aridi. È una delle più comuni ed abbondanti componenti dei prati aridi, ma appare anche negli orli
boschivi, dal livello del mare alla fascia montana. Il nome generico significa 'simile ad un
Bromus
, nome questo
derivante dal greco 'broma' (cibo), già citato da Teofrasto per una Poacea con semi usati a scopo alimentare; il nome
specifico si riferisce alla posizione suberetta delle spighette nell'infiorescenza. Forma biologica: emicriptofita cespitosa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio. Syn.:
Bromus erectus
Huds. subsp.
erectus
Bromopsis ramosa (Huds.) Holub subsp. ramosa
- Il forasacco maggiore è una specie a vasta distribuzione
eurasiatica presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto rara nel Meridione. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rara, nei boschi umidi e ombrosi. Cresce in faggete, boschi misti, radure, boscaglie e
siepi in stazioni umide e ombrose, dal livello del mare alla fascia montana. Il nome generico significa 'simile a un
Bromus
, nome questo derivante dal greco 'broma' (cibo), già citato da Teofrasto per una Poacea con semi usati a scopo
alimentare; il nome specifico si riferisce all'infiorescenza ampia e ramificata. Forma biologica: emicriptofita cespitosa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio. Syn:
Bromus ramosus
Huds. subsp.
ramosus
Bromus commutatus Schrad. subsp. commutatus
- Il forasacco allungato è una pianta annua a distribuzione
prevalentemente europea presente, con tre sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta e in
Sardegna; la sottospecie nominale ha la distribuzione più ampia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è piuttosto
comune nei prati umidi. Cresce in incolti, vegetazioni erbacee aperte e ambienti ruderali, dal livello del mare alla fascia
montana inferiore. Il nome generico, dal greco 'broma' (cibo), era già citato da Teofrasto per una Poacea con semi usati
a scopo alimentare; il nome specifico in latino significa 'cambiato, modificato'. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Bromus hordeaceus L. subsp. hordeaceus
- Il forasacco peloso è una pianta annua a distribuzione originariamente
eurasiatico-sudeuropea divenuta oggi subcosmopolita per azione dell'uomo, presente, con diverse sottospecie, in tutte le
regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto diffusa. Cresce in praterie da sfalcio ad
Arrhenatherum
e in prati magri, su suoli argillosi mediamente asciutti ma non aridi, piuttosto ricchi in composti azotati,
dal livello del mare alla fascia montana. Il nome generico, dal greco 'broma' (cibo), era già citato da Teofrasto per una
Poacea con semi usati a scopo alimentare; il nome specifico significa 'simile all'orzo'. Forma biologica: terofita
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