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rara: sembra che la sua sopravvivenza sia legata anche allo sfalcio delle erbe palustri. Il genere è dedicato a Bartolomeo
Bartolini-Baldelli (sec. XIX) ministro del Granducato di Toscana; il nome specifico si riferisce al frutto simile a quello
dei ranuncoli. Forma biologica: idrofita radicante. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Ballota nigra L. subsp. meridionalis (Bég.) Bég.
- La cimiciotta comune, o marrubio selvatico, è una specie a
distribuzione estesa dalla regione mediterranea alla parte meridionale dell'Europa Centrale presente, con diverse
sottospecie, in tutte le regioni d'Italia; la subsp.
meridionalis
manca in Calabria e Sicilia. Nell'area metropolitana di
Roma questa sottospecie è diffusa e comunissima quasi ovunque, dalle periferie al centro storico. Cresce in vegetazioni
ruderali, soprattutto presso agli abitati, su suoli limoso-argillosi ricchi in composti azotati, subaridi d'estate, dal livello
del mare a 1300 m circa. La pianta, che contiene un olio essenziale dal caratteristico odore fetido e diversi principi
amari, ha proprietà medicinali, ma il suo impiego è limitato dal sapore non gradevole. Il nome generico, già usato da
Dioscoride e Plinio, deriva dal greco 'ballo' (rigetto, rifiuto), in riferimento all'odore pungente della pianta che viene
evitata dagli erbivori; il nome specifico si riferisce al fatto che la pianta annerisce in erbario. Forma biologica:
emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Ballota nigra L. subsp. uncinata (Fiori & Bég.) Patzak
- La cimiciotta comune, o marrubio selvatico, è una specie a
distribuzione estesa dalla regione mediterranea alla parte meridionale dell'Europa Centrale presente, con diverse
sottospecie, in tutte le regioni d'Italia; la subsp.
uncinata
, a distribuzione strettamente mediterranea, è presente in
Toscana, Lazio, Abruzzo e in tutte le regioni dell'Italia meridionale e insulare. Nell'area metropolitana di Roma questa
sottospecie sembra più frequente nelle aree site all'esterno del raccordo anulare. Cresce in vegetazioni ruderali,
soprattutto presso agli abitati, su suoli piuttosto ricchi in composti azotati, subaridi d'estate, con optimum nella fascia
mediterranea. La pianta, che contiene un olio essenziale dal caratteristico odore fetido e diversi principi amari, ha
proprietà medicinali, ma il suo impiego è limitato dal sapore non gradevole. Il nome generico, già usato da Dioscoride e
Plinio, deriva dal greco 'ballo' (rigetto, rifiuto), in riferimento all'odore pungente della pianta che viene evitata dagli
erbivori; il nome specifico si riferisce al fatto che la pianta annerisce in erbario. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Barbarea verna (Mill.) Asch.
- L'erba di Santa Barbara vernale è una specie europea a gravitazione occidentale,
presente in molte regioni d'Italia; manca in Valle d'Aosta, nelle regioni del nord-est, in Molise, Puglia, Calabria e
Sicilia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara e localizzata nelle aree site all'esterno del raccordo anulare.
Cresce negli incolti umidi e nei coltivi, al di sotto della fascia montana inferiore. Il nome generico deriva dal giorno di
Santa Barbara (4 dicembre), quando le giovani foglie basali venivano raccolte per preparare insalate; il nome specifico
si riferisce alla fioritura primaverile, anche se la specie continua a fiorire sino a luglio. Forma biologica: emicriptofita
scaposa.
Barbarea vulgaris R. Br. subsp. vulgaris
- L'erba di Santa Barbara è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana
presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia tranne che in Sardegna. Nell'area metropolitana di Roma la
specie è poco comune, con alcune stazioni sparse anche nell'area compresa entro il raccordo anulare. Cresce in incolti
umidi, sulle sponde di canali e ruscelli, su terreni mesici a tessitura argilloso-limosa, con comportamento pioniero in
situazioni di forte disturbo (ma è presto eliminata dalla dinamica naturale della vegetazione), al di sotto della fascia
montana superiore. Il nome generico deriva dal giorno di Santa Barbara (4 dicembre), quando le giovani foglie basali
venivano raccolte per preparare insalate; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune,
diffuso, frequente'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
Bartsia trixago L.
- La perlina minore è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in Veneto, Emilia-
Romagna e in tutte le regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare (da lungo tempo non più osservata in Liguria).
Nell'area metropolitana di Roma la specie è comunissima negli incolti. Cresce nei pascoli, negli incolti e nelle garighe,
dal livello del mare a 1200 m circa, con optimum nella fascia mediterranea. La specie si presenta con individui a fiori di
colore molto diverso: la forma più comune ha fiori rosei o purpurei, ma esiste anche una forma a fiori di color giallo
vivo. Il genere è dedicato al medico di Königsberg J. Bartsch (1710-1738), amico di Linneo, che gli consigliò di partire
come medico per il Suriname, dove morì in giovane età; il nome specifico è quello di una pianta, forse un camedrio,
citata da Plinio. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Bassia scoparia (L.) Voss
- Il belvedere, o granata comune, è una pianta annua a vasta distribuzione eurasiatica da noi
introdotta a scopo ornamentale, presente in Italia come avventizia, ma con ampie lacune nel Meridione e con scarsa
tendenza alla spontaneizzazione. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto rara. Cresce nelle periferie e ai
margini di abitati, alla base di muri, lungo le vie, su suoli sabbiosi o ghiaiosi, dal livello del mare a 600 m circa. Il
genere è dedicato a Ferdinando Bassi (1710-1774), curatore dell'Orto Botanico di Bologna; il nome specifico ricorda
l'antico uso per la produzione di scope. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-ottobre.
Beckmannia eruciformis (L.) Host subsp. eruciformis
- La beckmannia è una specie a vasta distribuzione
eurosiberiana presente con certezza in Toscana, Lazio, Puglia e Basilicata (da lungo tempo non più osservata in
Campania). Nell'area metropolitana di Roma la specie è assente dalla città, mentre è abbastanza frequente sul litorale,
ma sempre con presenza puntiforme. Cresce sulle sponde di fossi e paludi, su suoli fangosi spesso anche salmastri, dal
livello del mare a 300 m circa. Il genere è dedicato al naturalista tedesco J. Beckmann (1739-1811), docente a
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