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più diffusa in aree site all'esterno del raccordo anulare. Cresce in prati e pascoli aridi, dalla fascia submediterranea a
quella montana inferiore. La specie veniva ampiamente utilizzata nella medicina popolare per la cura delle piaghe e
delle ferite. Il nome generico, dal greco 'anthòs' (fiore) e 'iulus' (peluria), allude all'aspetto peloso del calice; il nome
specifico deriva dal latino vulnus' (ferita), per le proprietà cicatrizzanti, quello della sottospecie in greco significa 'con
molte foglie'. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Antinoria insularis Parl.
- La nebbia di Antinori è una pianta annua a distribuzione strettamente mediterranea presente
in Lazio, Molise, Sardegna e Sicilia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è localizzata in aree umide site
all'esterno del raccordo anulare. Cresce in ambienti umidi, soprattutto ai bordi degli stagni, su suoli fangosi, dal livello
del mare a 1300 m circa. Il nome generico è dedicato a O. Antinori (1811-1882) di Perugia, naturalista ed esploratore
dell'Africa; il nome specifico si riferisce alla distribuzione in gran parte limitata a Sicilia e Sardegna. Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Antirrhinum majus L. subsp. majus
- La bocca di leone comune è una specie originaria dalla regione mediterranea
sudoccidentale ma oggi divenuta eurimediterranea, presente in tutte le regioni d'Italia; al nord è stata spesso introdotta a
scopo ornamentale e appare come pianta avventizia inselvatichita. Specie coltivata, nell'area metropolitana di Roma la
sottospecie nominale è naturalizzata, comune soprattutto nelle aree maggiormente urbanizzate, dalle periferie al centro
storico. Cresce in luoghi aridi e assolati, spesso su muri o su rocce calcaree, dal livello del mare alla fascia collinare. Il
nome generico deriva dal greco 'anti' (davanti) e 'rhín, rhínos' (naso), alludendo alla forma della corolla; il nome
specifico si riferisce alla maggiori dimensioni rispetto ad altre specie congeneri. Forma biologica: camefita fruticosa.
Periodo di fioritura: maggio-settembre.
Antirrhinum majus L. subsp. tortuosum (Bosc. ex Lam.) Rouy
- La bocca di leone è una specie a distribuzione
eurimediterranea presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia; la subsp.
tortuosum
, a distribuzione
strettamente mediterranea con baricentro occidentale, è stata segnalata come avventizia sfuggita alla coltivazione per
molte regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare. Nell'area metropolitana di Roma questa sottospecie è molto
diffusa sui muri del centro storico. Cresce su rupi e muri, di solito presso gli abitati, con optimum nella fascia
mediterranea. Il nome generico deriva dal greco e significa 'nasuto', alludendo alla forma della corolla. Forma
biologica: camefita fruticosa. Periodo di fioritura: marzo-giugno.
Antirrhinum siculum Mill.
- La bocca di leone siciliana è una specie endemica dell'Italia, ove è presente in Puglia e in
tutte le regioni affacciate sul Mar Tirreno salvo che in Liguria. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto rara.
Cresce su rupi, muri, pietraie e macerie, spesso presso gli abitati, con optimum nella fascia mediterranea. Il nome
generico deriva dal greco e significa 'nasuto', alludendo alla forma della corolla. Forma biologica: camefita fruticosa.
Periodo di fioritura: gennaio-dicembre.
Aphanes arvensis L.
- La ventaglina dei campi è una pianta annua a distribuzione sinantropico-subcosmopolita,
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comune e
diffusa soprattutto all'esterno del raccordo anulare. Cresce in campi di cereali e pratelli disturbati, su suoli sabbiosi
poveri di sostanza organica, dal livello del mare alla fascia collinare. Il nome generico in greco significa 'invisibile',
alludendo alle piccole dimensioni della pianta; il nome specifico in latino significa 'dei campi arati'. Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Aphanes australis Rydb.
- La ventaglina meridionale è una specie a distribuzione subatlantica presente in molte
regioni d'Italia (manca in Liguria, in Emilia-Romagna, nelle regioni del Nord Est, in Umbria e in Sardegna). Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rara. Cresce in campi e pascoli aridi, su substrati prevalentemente silicei, dal livello
del mare a 1000 m circa. Il nome generico in greco significa 'invisibile', alludendo alle piccole dimensioni della pianta;
il nome specifico in latino significa 'meridionale'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Apium graveolens L.
- Il sedano è una specie di origine incerta: forme selvatiche si trovano in zone paludose
dell'Europa meridionale e dell'Asia occidentale, in particolare nella porzione orientale dell'Area mediterranea; da queste
è iniziata la coltivazione sin da tempi molto antichi. Foglie e infiorescenze di sedano erano parte delle ghirlande
rinvenute nella tomba del faraone Tutankhamon (morto nel 1323 a.C.) e frutti risalenti al VII secolo a.C. sono stati
recuperati a Samos. In entrambi i luoghi il sedano è spontaneo, per cui è difficile stabilire se questi resti rappresentino
forme selvatiche o coltivate. Nell'Iliade, i cavalli dei Mirmidoni pascolano sul sedano selvatico che cresce nelle paludi
di Troia e nell'Odissea si parla di prati di sedano che circondano la grotta di Calipso. Nella Grecia classica il sedano era
associato alle divinità ctonie, e foglie di sedano venivano utilizzate come ghirlande per i morti. Oggi il sedano è
coltivato in tutto il mondo. In Italia vi sono sia popolazioni naturali, soprattutto al centro-sud, che popolazioni in cui la
specie appare allo stato subspontaneo sfuggendo dalla coltivazione, soprattutto in ambienti piuttosto caldi e umidi
vicino agli abitati. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune, con qualche stazione sparsa anche
all'interno del raccordo anulare. La coltivazione millenaria ha portato allo sviluppo di diverse cultivar, tra cui il sedano
da coste (var.
dulce
) di cui si utilizzano i piccioli, il sedano-rapa (var.
rapaceum
) di cui si utilizza la radice e diverse
varietà di sedano da foglie. Alla pianta vengono attribuite proprietà aperitive, digestive, diuretiche e carminative. Il
nome generico è quello usato dai Romani per il sedano, il nome specifico deriva dal latino da 'grávis' (grave) e 'óleo' (io
esalo) e si riferisce all'intenso odore della pianta. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: maggio-settembre.