503
Arabidopsis thaliana (L.) Heynh.
- L'arabetta comune è una pianta annua a comparsa effimera in primavera con una
vasta distribuzione eurasiatico-temperata, oggi divenuta subcosmopolita, da noi forse di antica introduzione a seguito
delle colture (archeofita), presente in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è molto diffusa,
con diverse stazioni anche all'interno del raccordo anulare. Cresce in vegetazioni pioniere di piante annuali su suoli
decalcificati, su muretti, lungo vie e massicciate ferroviarie, nelle post-colture, dal livello del mare sino alla fascia
montana inferiore. Per il breve ciclo vitale è una delle piante più usate in studi di genetica e fisiologia, ed è la prima
pianta di cui sia stato sequenziato il genoma completo. Il nome generico allude alla somiglianza con le specie del
genere
Arabis
; la specie è dedicata al botanico tedesco J. Thal (1542-1583). Forma biologica: terofita scaposa. Periodo
di fioritura: marzo-luglio.
Arabis collina Ten. subsp. collina
- L'arabetta collinare è una specie delle montagne del Mediterraneo, presente, con
due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia salvo che in Friuli Venezia Giulia. Nell'area metropolitana di Roma la specie
è poco comune, all'esterno del raccordo anulare. Cresce in pascoli aridi, boscaglie, fessure di rupi e muri, da 300 a 2220
m circa. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe alludere al fatto che alcune specie crescono su suoli aridi e
sabbiosi come il deserto d'Arabia. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: luglio-agosto.
Arabis hirsuta (L.) Scop.
- L'arabetta irsuta è una specie a distribuzione prevalentemente europea presente in tutte le
regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune, con qualche stazione sparsa anche all'interno
del raccordo anulare. Cresce in prati aridi, cespuglieti, boscaglie, stazioni rupestri, bordi di vie e a volte anche sui muri,
dal livello del mare alla fascia montana. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe alludere al fatto che alcune
specie crescono su suoli aridi e sabbiosi come il deserto d'Arabia; il nome specifico si riferisce alla pelosità della pianta.
Forma biologica: emicriptofita bienne/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
Arabis sagittata (Bertol.) DC.
- L'arabetta saettata è una specie dell'Europa meridionale presente in tutte le regioni
d'Italia salvo che in Puglia e forse in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune, con
qualche stazione sparsa anche all'interno del raccordo anulare. Cresce in vegetazioni pioniere effimere, in stazioni
rupestri e negli aspetti più aridi e caldi di prati e pascoli, su suoli calcarei primitivi, al di sotto della fascia montana
superiore. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe alludere al fatto che alcune specie crescono su suoli aridi e
sabbiosi come il deserto d'Arabia; il nome specifico dal latino 'sagitta' (freccia) allude alla forma della base delle foglie.
Forma biologica: emicriptofita bienne/ emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Arabis verna (L.) R. Br.
- L'arabetta primaverile è una specie a distribuzione strettamente mediterranea presente in
Liguria, in Veneto e in tutte le regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare salvo che nelle Marche e in Umbria.
Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune, soprattutto sul litorale, nelle macchie. Cresce in incolti aridi,
nei pascoli e nei cespuglieti, a volte in ambienti rupestri, dal livello del mare a 1700 m circa, ma con optimum nella
fascia mediterranea. Il nome generico è di etimologia incerta: potrebbe alludere al fatto che alcune specie crescono su
suoli aridi e sabbiosi come il deserto d'Arabia; il nome specifico, dal latino 'ver-is' (pimavera) si riferisce alla fioritura
precoce. Forma biologica: terofita scaposa/ emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: febbraio-maggio.
Arbutus unedo L.
- Il corbezzolo è un albero-arbusto sempreverde nativo dell'Europa meridionale, delle coste
mediterranee del Nord Africa e dell'Asia occidentale. In Italia cresce spontaneo nelle regioni centro-meridionali, dove
si inserisce nel contesto della macchia mediterranea, associandosi in particolare al leccio su substrati silicei, ma è
presente anche in alcune regioni settentrionali come il Veneto, la Liguria e l'Emilia-Romagna. Nell'area metropolitana
di Roma la specie è frequentemente coltivata come pianta ornamentale nei parchi e nei giardini, ed è anche molto
comune allo stato spontaneo, concentrandosi principalmente nelle aree periferiche e lungo il litorale, con qualche
stazione sparsa anche all'interno del raccordo anulare. Il miele di corbezzolo, piuttosto amaro, è apprezzato come
curativo per le affezioni bronchiali. I frutti, eduli, sono talora utilizzati per la preparazione di marmellate o liquori,
oppure mangiati freschi, ma il loro sapore non è molto gradevole: il nome specifico, che origina da Plinio, deriva infatti
da 'unum tantum edo' (ne mangio uno solo). Il nome del genere deriva dalla radice celtica 'ar' (aspro) e da 'butus'
(cespuglio). Forma biologica: fanerofita. Periodo di fioritura: ottobre-novembre.
Arctium lappa L.
- La bardana maggiore è una specie a distribuzione eurasiatico-temperata presente in tutte le regioni
d'Italia salvo che in Sicilia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è poco comune, all'esterno del raccordo anulare.
Cresce in ambienti disturbati e fortemente eutrofizzati ai margini degli abitati, in boschetti alterati a sambuco e robinia,
su suoli argillosi freschi e ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Le radici
contengono un principio amaro (inulina) e venivano utilizzate nella medicina popolare (radice di bardana); le foglie
giovani e i germogli sono commestibili. L'idea del velcro, composto da una striscia di tessuto peloso ed una di tessuto
con uncini flessibili, fu ispirata all'ingegnere Georges de Mestral (1907-1990) agli inizi degli anni '50 del secolo scorso
proprio dai capolini di bardana rimasti attaccati alla giacca. Il nome generico deriva dal greco 'arktos' (orso), forse in
riferimento ai capolini irsuto-spinosi; il nome specifico deriva dal latino 'lappare' (afferrare) in riferimento ai capolini
maturi che si attaccano alle vesti e al pelo degli animali. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di fioritura:
luglio-settembre.
Arctium minus (Hill) Bernh.
- La bardana minore è una specie a distribuzione subatlantico-sudeuropea presente in