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spremitura di un olio utilizzato anche come combustibile. I fiori (e in misura minore le foglie, i fusti e i semi)
contengono cannabinoidi psicoattivi che vengono consumati per scopi ricreativi , medicinali e spirituali. La
concentrazione delle sostanze psicoattive è molto variabile tra i diversi cultivar, variamente trattati a livello
tassonomico come specie distinte, varietà o sottospecie. Fumatori di cannabis dell'antichità furono popolazioni Hindu di
India e Nepal e gli Hashashin, presenti in Siria, dai quali prese il nome l'Hashish. La cannabis fu anche utilizzata dagli
Assiri, che ne appresero le proprietà psicoattive dagli Arii la fecero conoscere anche a Sciti e Traci, che cominciarono a
farne uso anche durante i loro riti religiosi. Alcune fonti ne hanno fatto risalire l'uso in Grecia già nell'800 a.C.
Nell'Europa Centrale, ancor prima dell'espansione dell'Impero Romano, la cannabis era già coltivata e usata nelle isole
britanniche dalle tribù dei Celti e dei Pitti (III- IV sec a.C.). Plinio il Vecchio nella Naturalis Historia menziona le
proprietà terapeutiche dell'erba. Nel Medioevo l'uso proseguì lecitamente sino al 1484 quando una bolla papale ne vietò
l'uso ai fedeli. Il nome generico è quello usato dagli antichi romani, il nome specifico in latino significa 'coltivata'.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-settembre.
Capparis spinosa L. subsp. spinosa
- Il cappero è un arbusto prevalentemente mediterraneo, presente allo stato
spontaneo in quasi tutte le regioni d'Italia ma più comune al centro-sud. Nell'area metropolitana di Roma la specie è
rara, sui muri. Cresce su rupi e vecchi muri, in luoghi caldi e assolati. Già descritto da Dioscoride e Galeno che gli
attribuivano proprietà medicinali, è ancor oggi ampiamente utilizzato in cucina ove si utilizzano i fiori immaturi trattati
in salamoia o sotto sale (capperi); in alcune regioni vengono mangiati e commercializzati anche i frutti (cucunci). Il
nome generico sembra derivare da quello arabo della pianta ('kabar' o ' kappar'), il nome specifico si riferisce alle
stipole che a volte si trasformano in spine. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. subsp. bursa-pastoris
- La borsa del pastore è una specie originaria dell'Europa
meridionale ma divenuta ormai subcosmopolita diffondendosi con le coltivazioni del frumento, presente in tutte le
regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è comune, ma meno di
Capsella rubella
. Cresce in
vegetazioni disturbate e spesso esposte a calpestio, in giardini, nei coltivi, ai margini delle strade e in ambienti ruderali,
su suoli abbastanza freschi e umiferi, ricchi in composti azotati, dal livello del mare alla fascia subalpina. Una singola
pianta è capace di produrre più di 500.000 semi attaccaticci facilmente dispersi dagli animali. La pianta veniva
utilizzata per curare le ferite; le foglie giovani sono commestibili. Il nome generico deriva dal latino 'capsa' (contenitore
per papiri, cofanetto); quello specifico si riferisce alla somiglianza dei frutti con delle piccole bisacce. Forma biologica:
emicriptofita bienne. Periodo di fioritura: marzo-ottobre.
Capsella rubella Reut.
- La borsa del pastore annuale è una pianta annua di origine mediterranea oggi divenuta
subcosmopolita, presente in tutte le regioni d'Italia salvo forse che in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la
specie è comunissima. Cresce in ambienti disturbati, in giardini, nei coltivi, ai margini delle strade e in ambienti
ruderali, con ecologia simile a quella di
C. bursa-pastoris
, dal livello del mare alla fascia montana. Le foglie giovani
sono commestibili. Il nome generico deriva dal latino 'capsa' (contenitore per papiri, cofanetto); quello specifico si
riferisce all'arrossamento dei sepali. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-agosto.
Cardamine bulbifera (L.) Crantz
- La dentaria minore è una specie diffusa dall'Europa meridionale al Ponto (regione
circostante il Mar Nero), presente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in Valle d'Aosta. Nell'area
metropolitana di Roma la specie è piuttosto rara, si rinviene in forre boscose soprattutto nel settore nord della città.
Cresce nelle faggete e nei castagneti, soprattutto in radure e ai margini dei boschi, con optimum nella fascia montana.
Le foglie e i bulbilli sono commestibili in insalata. Il nome generico deriva dal termine greco 'kárdamon' che designava
il crescione (
Nasturtium officinale
), molto simile alle
Cardamine
con foglie pennate, quello specifico si riferisce alla
riproduzione vegetativa tramite piccoli 'bulbi' disposti all'ascella delle foglie. Il nome italiano si riferisce al rizoma
coperto da squame simili a piccoli denti. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
Cardamine chelidonia L.
- La cardamine celidonia è una specie endemica dell'Italia peninsulare, della Sicilia e della
coste dalmate in Croazia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è piuttosto rara. Cresce nelle faggete, nelle abetine
e nelle loro radure, su suoli freschi e ricchi in humus, con optimum nella fascia montana. Il nome generico deriva dal
termine greco 'kárdamon' che designava il crescione (
Nasturtium officinale
), molto simile alle
Cardamine
con foglie
pennate: il nome specifico deriva dal greco 'chelidòn' (rondine), forse perché il periodo di fioritura coincide con quello
della presenza delle rondini. Forma biologica: terofita scaposa/emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Cardamine enneaphyllos (L.) Crantz
- La dentaria a nove foglie è una specie a distribuzione nordillirico-estalpina
con penetrazioni nella parte meridionale dell'Europa centrale, presente nell'Italia continentale, con ampie lacune nelle
regioni nord-occidentali e sud-orientali. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rara, si rinviene in forre soprattutto
nel settore nord della città. Cresce in boschi di latifoglie e aghifoglie, soprattutto nelle faggete, su suoli argillosi
profondi e umiferi, assieme ad altre geofite primaverili, da 300 a 1600 m circa. Il nome generico deriva dal termine
greco 'kárdamon' che designava il crescione (
Nasturtium officinale
), molto simile alle
Cardamine
con foglie pennate; il
nome specifico in greco significa 'con nove foglie'. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
Cardamine graeca L.
- Il billeri greco è una pianta annua a distribuzione mediterraneo-montana con baricentro
settentrionale presente in tutte le regioni dell'Italia centrale, meridionale e insulare salvo che in Sardegna (di dubbia