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generico deriva dal greco 'hélmins-helminthos' (verme) e 'théke' (teca, scatola) in riferimento ai lunghi acheni
trasversalmente rugosi simili a piccoli vermi; il nome specifico in latino significa 'simile a un
Echium
', per la ruvidità
della pianta. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Helosciadium inundatum (L.) W.D.J. Koch
- Il sedano sommerso è una specie a distribuzione mediterraneo-
subatlantica presente in Toscana, Lazio, Molise e Sicilia (da lungo tempo non più osservata in Campania). Nell'area
metropolitana di Roma la specie è rarissima e presente in una sola stazione della fascia costiera meridionale. Cresce in
acque stagnanti, dal livello del mare a 500 m circa. Il nome del genere deriva dal greco 'helos' (palude) e 'skiadion'
(ombrello) e significa quindi 'ombrello di palude'; il nome specifico si riferisce al fatto che la pianta vive almeno una
parte del ciclo vitale completamente sommersa nell'acqua. Forma biologica: emicriptofita scaposa/ idrofita radicante.
Periodo di fioritura: maggio-giugno.
Helosciadium nodiflorum (L.) W.D.J. Koch
- Il sedano d'acqua è una specie a distribuzione mediterraneo-sudeuropea
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Nell'area metropolitana di Roma la specie è ovunque poco
comune. Cresce in fossi, stagni e acquitrini, dal livello del mare a 1200 m circa. Il nome del genere deriva dal greco
'helos' (palude) e 'skiadion' (ombrello) e significa quindi 'ombrello di palude'; il nome specifico si riferisce ai fiori
disposti in ombrelle contratte simili a piccoli nodi. Forma biologica: emicriptofita scaposa/ idrofita radicante. Periodo
di fioritura: maggio-luglio. Syn.:
Apium nodiflorum
(L.) Lag.
Hermodactylus tuberosus (L.) Mill.
- La bellavedova, detta anche bocca di lupo, è una specie a distribuzione
stenomediterraneo-settentrionale presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, Trentino Alto Adige e
Friuli Venezia Giulia, ma più frequente nell'Italia mediterranea. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e
presente in pochissime stazioni a sudest del territorio. Cresce negli incolti erbosi, ai bordi delle strade, in coltivi
abbandonati, vigneti ed oliveti, dal livello del mare alla fascia montana inferiore (al nord solamente in pianura). Il nome
generico è quello che i Greci avevano dato a una pianta dall'apparato radicale a forma dita, e significa 'dita di Hermes'
(il messaggero degli Dei); il nome specifico fa riferimento anch'esso al rizoma orizzontale munito di lunghi tubercoli
disposti come le dita di una mano. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura. febbraio-marzo.
Herniaria glabra L. subsp. glabra
- L'erniaria glabra è una pianta annua diffusa in Europa e Asia occidentale,
presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è ovunque rarissima.
Cresce in vegetazioni ruderali sottoposte a calpestio, su suoli aridi ghiaioso-sabbiosi, ricchi in basi ma poveri in calcio,
da neutri a subacidi, dal livello del mare a 1500 m circa (raramente più in alto, fino a 2000 m). La pianta contiene
saponine e un tempo era considerata un rimedio contro l'ernia, da cui il nome generico; il nome specifico si riferisce alla
scarsa pelosità che la distingue da
H. hirsuta
.. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Herniaria hirsuta L. subsp. hirsuta
- L'erniaria irsuta è una pianta annua a vasta distribuzione paleotemperata
presente, con due sottospecie, in tutte le regioni d'Italia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è ovunque poco
comune. Cresce in ambienti disturbati, soprattutto su terreni incolti e su suoli prevalentemente sabbiosi, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. La pianta contiene saponine, e un tempo era considerata un rimedio contro l'ernia,
da cui il nome generico; il nome specifico si riferisce alla pelosità di fusti e foglie. Forma biologica: terofita scaposa.
Periodo di fioritura: maggio-agosto.
Herniaria incana Lam.
- L'erniaria grigiastra è una specie a distribuzione prevalentemente mediterranea presente in
Piemonte, in Calabria e in tutte le regioni dell'Italia centrale salvo che in Toscana. Nell'area metropolitana di Roma la
specie è rarissima e presente solo al di fuori del raccordo anulare. Cresce sulle ghiaie e negli incolti aridi, dal livello del
mare alla fascia montana inferiore. La pianta contiene saponine, e un tempo era considerata un rimedio contro l'ernia,
da cui il nome generico; il nome specifico si riferisce alla pelosità biancastra di fusti e foglie. Forma biologica:
emicriptofita cespitosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
Hibiscus syriacus L.
- L'ibisco cinese è un piccolo albero originario della Cina e regioni limitrofe, dove è coltivato da
moltissimo tempo e non si conosce con sicurezza allo stato spontaneo, la cui presenza in Italia è documentata dal 1596.
È una pianta rustica ampiamente utilizzata a scopo ornamentale in tutta Italia, dal livello del mare ai 600 m circa, che
tende anche a riprodursi in modo subspontaneo. Nell'area metropolitana di Roma la specie, sfuggita a coltura, è
rarissima e presente dentro il raccordo anulare. Sono state selezionate diverse varietà con i fiori dai colori e dimensioni
diverse. È il fiore nazionale della Corea del Sud. Il nome generico deriva dal greco 'ebískos', che designava un fiore
simile alla malva; il nome specifico fa riferimento alla Siria perché si riteneva erroneamente che la pianta fosse
originaria del Medio Oriente. Forma biologica: fanerofita cespugliosa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Hieracium racemosum Waldst. & Kit. ex Willd.
- Lo sparviere racemoso è una specie dell'Europa meridionale
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Sicilia. Nell'area metropolitana di Roma la specie è rarissima e presente
solo al di fuori del raccordo anulare in pochissime stazioni del settore meridionale costiero. Cresce in boschi di
latifoglie decidue e nei loro orli, su suoli sia calcarei che marnoso-arenacei, da neutri a subacidi, piuttosto profondi e
ricchi in humus, da freschi a subaridi, al di sotto della fascia montana superiore. Il nome generico deriva dal greco
'ierax' (sparviere) in riferimento ad una pianta di cui gli antichi credevano si cibassero gli sparvieri per rafforzare la
vista (da qui il nome italiano adottato da Pignatti); il nome specifico si riferisce ai capolini disposti in racemi. Forma
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