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Populus alba
L.
Il pioppo bianco è un albero deciduo a distribuzione paleotemperata presente
in tutte le regioni d'Italia. Sull'Isola dell'Asinara è introdotto e presente ad
esempio nei pressi di Cala d'Oliva (Bocchieri, 1988). Forma boschetti, a volte
lungo corsi d'acqua ed in aree palustri, su suoli limoso-argillosi profondi e
ricchi in basi, a volte periodicamente sommersi, al di sotto della fascia
montana inferiore. Dal legno si ottiene un'ottima pasta da carta; è impiegato
anche nella fabbricazione di fiammiferi, compensati, truciolati. Il portamento
maestoso lo rende adatto a scopo ornamentale per parchi e giardini. Il nome
generico, di etimologia incerta, era già in uso presso gli antichi Romani; il
nome specifico deriva dal latino 'albus' (bianco) e allude al colore chiaro della
faccia inferiore delle foglie e della corteccia. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
Populus nigra
L.
Il pioppo nero è un albero a vasta distribuzione eurasiatico-sudeuropea
presente in tutte le regioni d'Italia; viene spesso confuso con ibridi introdotti
chiamati
Populus × canadensis
. Sull'Isola dell'Asinara è introdotto e presente
ad esempio tra Fornelli e Santa Maria (Bocchieri, 1988). Cresce in stazioni
umide ma spesso anche in luoghi disturbati, su suoli da ghiaioso-sabbiosi a
limoso-argillosi, dal livello del mare alla fascia montana inferiore. Dal legno si
ottiene un'ottima pasta da carta; è impiegato inoltre nella fabbricazione di
fiammiferi, compensati e truciolati. Il portamento maestoso lo rende adatto
come pianta ornamentale. La var.
italica
, il pioppo cipressino, si distingue per
il portamento slanciato e colonnare simile al cipresso. Il nome generico, di
eti
mologia incerta, era già in uso presso gli antichi Romani, quello specifico allude alla corteccia più scura di quella di
altre specie congeneri. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
Portulaca oleracea
L. subsp.
oleracea
La porcellana comune appartiene ad un complesso di specie polimorfo a
distribuzione
mediterraneo-submediterranea
ma
oggi
praticamente
subcosmopolita nelle zone temperato-calde, presente in tutte le regioni d'Italia.
Sull'Isola dell'Asinara è comune; è presente ad esempio tra Cala d'Oliva e a
Santa Maria anche lungo i bordi delle canalette adacquatrici delle vecchie
colture orticole (Bocchieri, 1988). Cresce in vegetazioni pioniere lacunose, in
coltivi abbandonati, ai margini di campi e strade, nelle fessure dei selciati, in
discariche, giardini, vigneti, su suoli sabbioso-argillosi subneutri, aridi d'estate,
ricchi in composti azotati, dal livello del mare ai 1700 m circa. Le foglie sono
commestibili in insalata. Il nome del genere deriva dal latino 'portula' (piccola
porta), in riferimento alla deiscenza della capsula che si apre con un coperchietto; il nome specifico, dal latino 'olera'
(ortaggio), allude all'uso alimentare. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
Posidonia oceanica
(L.) Delile
La posidonia è una pianta marina endemica del Mediterraneo, presente lungo i
litorali di quasi tutte le regioni d'Italia, ma spesso in forte regresso. Sull'Isola
dell'Asinara è comune e diffusa; le praterie sono presenti lungo quasi tutta la
costa, in particolar modo nelle secche di alcune insenature di Punta Scorno; si
credeva che dei suoi frutti, ancora oggi osservabili in qualche insenatura
sabbiosa, fossero particolarmente ghiotti i tonni che nel secolo scorso
transitavano numerosi nelle vicinanze dell'Isola; la loro presenza così
numerosa è stata determinante per la costruzione di una tonnara a Trabuccato
di cui oggi restano solo i ruderi (Casalis, 1833).Cresce nei fondali marini a 2-
50 m di profondità, anche lontano dalle coste. Forma delle praterie sottomarine
che hanno una notevole importanza ecologica, costituendo la
comunità climax del mar Mediterraneo, proteggendo la
linea di costa dall'erosione e ospitando molti organismi animali e vegetali. Il posidonieto è considerato un buon
bioindicatore della qualità delle acque marine costiere; un segnale inequivocabile della
sua esistenza è la presenza di
notevoli masse di foglie in decomposizione (dette banquette) sulla spiaggia antistante. Questi ammassi, per quanto
fastidiosi per l'industria turistica, proteggono le spiagge dall'erosione. Sulle spiagge si trovano anche, so
prattutto in
inverno, delle strutture ovali marroni simili a kiwi, dette egagropili, formate da fibre di posidonia aggregate dal moto
ondoso. In passato le foglie erano utilizzate come isolante nella costruzione dei tetti, come lettiera per il bestiame o p
er
imballare materiali fragili (uno dei nomi locali era 'alga dei vetrai'). In alcune aree del Mediterraneo ancora oggi le
foglie sono usate nell'alimentazione del bestiame; attualmente si sta analizzando la possibilità di utilizzarle, per
concimazione in
serricultura e per la produzione di biogas. La pianta si riproduce sia sessualmente sia