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Prunus avium
L. subsp.
avium
Il ciliegio è un albero deciduo oggi divenuto subcosmopolita per coltivazione
in diverse varietà. L'areale originario dovrebbe essere il territorio che va dal
Caucaso ai Balcani; l'ingentilimento e la messa a coltura sono iniziati nell'Asia
occidentale. Allo stato coltivato è comune in tutta Italia sino alla fascia
montana inferiore; allo stato subspontaneo è diffuso ma non comune e cresce
in boschi mesofili maturi e talvolta nelle siepi, su suoli argillosi piuttosto
profondi e abbastanza ricchi in composti azotati. Sull'Isola dell'Asinara è
presente presso Case Bianche (Bocchieri, 1988). Si coltiva per il frutto fresco o
da conservare in alcool, come pianta ornamentale, per la ricca fioritura
primaverile e per l'aspetto che acquisisce in autunno con l'ingiallimento delle
foglie, oppure per il legname. Il legno è duro, a grana uniforme, dalle tonalità calde, bruno-
rossicce, e si presta per la
costruzione di mobili di pregio e lavori al tornio. Le foglie contengono una sostanza colorante viola. Vive tra gli 80 e i
120 anni. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta, que
llo specifico in latino significa
'degli uccelli'. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Prunus cerasus
L.
L'amareno, detto anche visciolo o amarasco, è un albero-arbusto originario
dell'Europa e dell'Asia temperata, di cui si afferma spesso che stato portato per
la prima volta a Roma nel 74 a.C. dal generale Lucio Licinio Lucullo; in realtà
i semi sono stati rinvenuti in diversi insediamenti protostorici dell'Europa
Centrale, il che suggerisce che la specie sia autoctona dell'Europa. In Italia è
spesso coltivata e appare allo stato subspontaneo nei boschetti di latifoglie
decidue al di sotto della fascia montana. Sull'Isola dell'Asinara è presente
presso Case Bianche (Bocchieri, 1988). I frutti trovano largo uso in ambito
culinario dove vengono usati per la produzione di sciroppi, marmellate, frutta
candita e liquori come il vino di visciole. Anche le foglie trovano uso nella
produzione di u
n liquore. Particolare è l'uso dei peduncoli dei frutti, che vengono raccolti a piena maturazione e
lasciati essiccare al sole: hanno proprietà diuretiche e si utilizzano come medicinale per cistite e per insufficienza
renale. Il legno, pregiato come combu
stibile e per falegnameria, ha durame giallastro e alburno rosato venato di rosso,
molto simile a quello del ciliegio. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta (deriva
comunque dal greco 'prunon', che significa 'prugna'); quell
o specifico è il nome dato dai Romani all'amarena e deriva
da Cerasunte, località presso il Mar Nero dove si dice che Lucullo raccolse la pianta. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Prunus persica
(L.) Batsch
Il pesco è un albero decuiduo originario della Cina. Fu introdotto in Persia (da
cui il nome) e da lì a Roma nel I secolo d.C., diffondendosi in tutto il bacino
del Mediterraneo. In Egitto il frutto era sacro ad Arpocrate, il dio del silenzio e
dell'infanzia (ancor oggi si paragonano le guance dei bambini alle pesche). In
Europa è usato sia come pianta da frutto sia come pianta ornamentale. È
ampiamente coltivato in tutta Italia, e spesso inselvatichito in arbusteti e cedui
di latifoglie, dal livello del mare ai 600 m circa. Sull'Isola dell'Asinara è
presente presso Case Bianche (Bocchieri, 1988). Allo stato subspontaneo
appare sporadicamente lungo strade, nelle siepi, in boschetti disturbati, nelle
discariche e presso gli abitati, su suoli argillosi piuttosto asciutti e abbastanza
ricchi in composti azotati. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è di etimologia incerta; quello specifico allude
al territorio da cui la pianta fu i
ntrodotta in Europa, la Persia. Forma biologica: fanerofita cespitosa/ fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: aprile-maggio.
Psilurus incurvus
(Gouan) Schinz & Thell.
La setolina è una pianta annua a distribuzione eurimediterranea presente in
tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma più comune a sud del Po.
Sull'Isola dell'Asinara è presente presso Case Bianche, poco a nord di Fornelli
e a Santa Maria (Bocchieri, 1988). Cresce nelle macchie e nelle garighe e in
pascoli aridi, dal livello del mare a 1000 m circa, con optimum nella fascia
mediterranea. Il nome generico deriva dal greco 'psilos' (spoglio, rado) e 'ourá'
(coda) in riferimento all'infiorescenza con spighette distanziate, il nome
specifico si riferisce ai fusti che sono spesso incurvati. Forma biologica:
terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.