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Quercus ilex
L. subsp.
ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato spontaneo in
tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto più abbondante
nell'Italia mediterranea. Sull'Isola dell'Asinara un tempo doveva essere molto
più diffuso; ora, invece, sono presenti esemplari isolati e di dimensioni
ragguardevoli a Fornelli, una lecceta a Elighe Mannu, frammista al pino
domestico, e nuclei sparsi a Castellaccio (Bocchieri, 1988). È la specie
dominante nei residui boschi di sclerofille sempreverdi della macchia
mediterranea, su suolo preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce
anche nei boschi decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli
calcarei primitivi e ricchi in scheletro. In Italia viene frequentemente coltivata
in parchi, giardini ed alberature stradali, soprattutto presso le coste. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno
molto duro e resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene comunque usato per oggetti
sottoposti a
forti sollecitazioni e usura, come parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La
scorza, ricca in tannini, è usata per la concia delle pelli. Le ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un
tempo venivano usate a
nche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome generico, già in uso presso gli
antichi, sembra ricollegarsi alla radice indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza',
ma anche con analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle
piante appartenenti a questo genere; il nome specifico, che forse deriva da una radice celtica che significa 'punta', è
quello dato dai Romani all'agrifoglio, per la frequente prese
nza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma biologica:
fanerofita scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Quercus suber
L.
La sughera è un albero sempreverde originario dell'Europa sud-occidentale e
dell'Africa nord-occidentale, da tempi remoti naturalizzato e spontaneo in tutto
il bacino occidentale del Mediterraneo Sull'Isola dell'Asinara i rari esemplari
presenti fanno pensare a un'origine antropica di questa specie; è presente tra
Cala d'Oliva e Piano Manno (Bocchieri, 1988) e nel Rio Baddi-Longa. Si tratta
di una specie termofila che predilige ambienti caldi e moderatamente siccitosi,
rifuggendo la siccità estrema o le frequenti gelate invernali. Vegeta
prevalentemente su suoli derivati da rocce silicee acide, diventando sporadica
su suoli basaltici e calcarei. La vita media è di 250-300 anni, ma diminuisce
negli esemplari sfruttati per il sughero. La caratteristica più evidente della
sugh
era è il notevole sviluppo in spessore del ritidoma, che non si distacca mai dalla corteccia, formando un
rivestimento detto 'sughero'. Il sughero si presenta di colore grigio-
rossastro nei rami di alcuni anni d'età, prima con
screpolature grigio-chiare, p
oi sempre più larghe e irregolari a causa della trazione tangenziale provocata
dall'accrescimento in diametro del fusto. Dopo diversi anni il sughero forma una copertura irregolare e spugnosa di
colore grigio, detta comunemente sugherone o sughero maschio.
Dopo la rimozione del sughero maschio, il fellogeno
produce ogni anno nuovi strati di tessuto sugheroso che formano un rivestimento più compatto e più regolare, detto
sughero femmina o gentile. Il nome generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricol
legarsi alla radice indoeuropea
che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer' (bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con
analoghi termini greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo genere; il
nome specifico è
quello latino del sughero. Forma biologica: fanerofita scaposa (fanerofita cespugliosa). Periodo di fioritura: aprile-
giugno.
Ranunculus bullatus
L.
Il ranuncolo rosulato è una specie a distribuzione strettamente mediterranea
presente in Toscana (Pianosa), Sardegna, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia.
Sull'Isola dell'Asinara è comune, cresce nelle chiarie della macchia a cisto tra
Cala d'Oliva ed Elighe Mannu (Bocchieri, 1988). Cresce nei pascoli, nelle
radure e negli incolti, dal livello del mare a 800 m circa. Il nome generico in
latino significa 'piccola rana' e veniva usato sin dai tempi antichi per le sole
specie acquatiche del sottogenere
Batrachion
, anch'esso diminutivo del greco
'batràchos' (rana); il nome specifico significa 'bolloso', forse per la forma delle
foglie. Forma biologica: emicriptofita rosulata. Periodo di fioritura: ottobre-
febbraio.
Ranunculus cordiger
Viv. subsp.
diffusus
(Moris) Arrigoni
Il ranuncolo cordato è una specie endemica sardo-
corsa. Sull'Isola dell'Asinara è presente nei luoghi umidi situati tra
Fornelli e Santa Maria e in particolare presso
le grandi tamerici di quest'ultima località (Bocchieri, 1988). Cresce in
pozze eff
imere, lungo i fossi, in luoghi acquitrinosi, da 700 a 1600 m circa. Le parti fresche sono velenose
(protoanemonina). Il nome generico in latino significa 'piccola rana' e veniva usato sin dai tempi antichi per le sole