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Le temperature minime dell'inverno 1985 (fino a –20°C) eliminarono gran
parte degli esemplari dalla Pianura Padana. Nei luoghi d'origine il legno era
storicamente usato per costruire templi, idoli e oggetti sacri. È abbastanza
sensibile agli inquinanti atmosferici. Il nome generico deriva dal termine
greco 'kédros', che indicava una conifera non meglio identificata; il nome
specifico deriva dal sanscrito 'devadāru' o 'devodara' (albero degli dèi), in
riferimento alla sua imponenza e all'utilizzo del legno. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-maggio.
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Foglie riunite alla base in fascetti di 2
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Arbusto ramificato sin dalla base
Pinus mugo Turra subsp. mugo
Il pino mugo è una pianta delle montagne eurasiatiche molto diffusa sulle
Alpi e presente anche sull'Appennino centrale. La pianta è spesso coltivata
a scopo ornamentale anche in pianura. Cresce sui pendii franosi, su suoli
sassosi parzialmente consolidati, di solito su substrati calcarei; ha
l'optimum presso la fascia subalpina, ma lungo i ghiaioni può scendere
anche molto più in basso. Dalle gemme, che sulle Alpi sono usate per
aromatizzare la grappa, si estrae un olio balsamico utilizzato negli stati di
raffreddamento. Il nome generico è quello usato dai Romani per indicare il
pino mediterraneo, e deriva dal latino 'pix, picis' (pece, resina, essudato
della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare), oppure dal celtico 'pen'
(testa) per la forma della chioma degli alberi. Forma biologica: fanerofita
reptante. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
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Albero con tronco principale ben evidente
Pinus halepensis Mill. subsp. brutia (Ten.) Holmboe
Il pino d'Aleppo è un albero di origine mediterraneo-orientale, oggi
ampiamente coltivato per rimboschimento in tutta l'area mediterranea,
presente in quasi tutta Italia (avventizio in Trentino-Alto Adige e Friuli
Venezia Giulia), salvo che in Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia e
Veneto, dal livello del mare agli 800 m circa. Il nome generico è quello
usato dai Romani per indicare il pino mediterraneo, e deriva dal latino 'pix,
picis' (pece, resina, essudato della pianta), da 'pic' (pungere) o 'pi' (stillare),
oppure dal celtico 'pen' (testa) per la forma della chioma degli alberi; il
nome specifico si riferisce alla città d'Aleppo in Siria. Forma biologica:
fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-maggio.
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Foglie opposte
14
13
Foglie non opposte
28
14
Foglie composte (divise in foglioline ben separate tra loro)
15
14
Foglie semplici
20
15
Albero
Acer negundo L.
L'acero negundo è originario del settore orientale del Nordamerica,
importato in Europa alla fine del '600 e segnalato per la prima volta in
Italia nel 1780. È un albero a rapido accrescimento e vive fino a circa 150
anni, viene spesso coltivato a scopo ornamentale, in diverse cultivar, alcune
a foglie variegate, come all'orto Botanico di Padova. Spesso compare allo
stato spontaneo, comportandosi come una pericolosa aliena invasiva
avvantaggiata dal possedere frutti alati che il vento disperde con grande
facilità; mostra una decisa tendenza a insediarsi in ambienti abbandonati e
umidi. Modifica sensibilmente il paesaggio naturale e riduce la biodiversità
delle cenosi boschive, soprattutto in ambiente ripariale; ha esigenze
ecologiche identiche a quelle di diverse latifoglie autoctone dei suoli
freschi, particolarmente diffusi nelle aree alluvionali, dove cresce
velocemente e fruttifica in abbondanza. È specie inclusa nella lista nera
delle specie alloctone vegetali in Lombardia ed è inoltre inserita tra le
specie esotiche a carattere infestante e dannose per la conservazione della
biodiversità. In Italia è diffuso soprattutto al Nord e al Centro; è comune
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