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Musa
è uno dei tre generi delle Musaceae, famiglia che include le piante
comunemente chiamate 'banani', con circa 70 specie. Anche se sembrano
alberi, non sono vere e proprie piante legnose ma erbe di dimensioni
gigantesche. Dal tempo di Linneo fino al 1940, i diversi tipi di banane sono
stati considerati alla stregua di specie botaniche e dotate di binomi latini; in
realtà, le banane commestibili hanno un'origine estremamente complessa
che coinvolge ibridazione, mutazione e selezione da parte dell'uomo. La
maggior parte delle banane commestibili sono senza semi e quindi sterili. Il
conferimento di nomi specifici a ibridi non riproducentisi per via sessuale
ha portato ad un'estrema confusione nomenclaturale, per cui oggi si
preferisce assegnare ai banani coltivati lo status di 'cultivar'. Il nome
generico è la latinizzazione del nome arabo del frutto, anche se alcune fonti
affermano che derivi da Antonio Musa, medico dell'imperatore Augusto. Il
termine 'banana' deriva da lla deformazione in spagnolo e portoghese di un
nome utilizzato da popolazioni africane (forse 'wolof').
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Foglie più brevi di 40 cm. Fusto ramificato
47
47
Foglie a margine dentato
48
47
Foglie a margine intero
54
48
Foglie sempreverdi, coriacee
49
48
Foglie decidue, non coriacee
51
49
Foglie grigio-pelose di sotto. Fiori senza petali, Frutto a ghianda
Quercus ilex L. subsp. ilex
Il leccio è l'albero mediterraneo per eccellenza, presente allo stato
spontaneo in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta, ma molto
più abbondante nell'Italia mediterranea. È la specie dominante nei residui
boschi di sclerofille sempreverdi della macchia mediterranea, su suolo
preferibilmente acido; ai margini dell'areale cresce anche nei boschi
decidui o in habitat rupestri in siti caldo-aridi, su suoli calcarei primitivi e
ricchi in scheletro. Ha limitati impieghi artigianali, essendo il legno molto
duro e resistente alle alterazioni ma difficile da lavorare e stagionare; viene
comunque usato per oggetti sottoposti a forti sollecitazioni e usura, come
parti di attrezzi agricoli, pezzi per torchi, presse e imbarcazioni, ecc. La
corteccia è usata per la concia delle pelli, perché ricca in tannini. Le
ghiande sono impiegate nell'alimentazione dei maiali; un tempo venivano
usate anche dall'uomo, torrefatte, come surrogato del caffè. Il nome
generico, già in uso presso gli antichi, sembra ricollegarsi alla radice
indoeuropea che il latino condivide con le parole celtiche 'kaer' e 'quer'
(bell'albero), cioè 'l'albero per eccellenza', ma anche con analoghi termini
greci riferiti alla rudezza del legno delle piante appartenenti a questo
genere; il nome specifico, che forse deriva da una radice celtica che
significa 'punta', è quello dato dai Romani all'agrifoglio, per la frequente
presenza anche nel leccio di foglie subspinose. Forma biologica: fanerofita
scaposa (fanerofita cespitosa). Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Foglie verdi di sotto. Fiori con petali. Frutto carnoso
50
50
Tronco rossastro. Petali fusi tra loro. Frutto rosso
Arbutus unedo L.
Il corbezzolo è una pianta nativa dell'Europa meridionale, delle coste
mediterranee del Nord Africa e dell'Asia occidentale. In Italia cresce
spontaneo nel centro-sud, dove si inserisce nel contesto della macchia
mediterranea, associandosi in particolare al leccio, su substrato siliceo, ma
è presente anche in alcune regioni settentrionali. Il miele di corbezzolo,
piuttosto amaro, è apprezzato come curativo per le affezioni bronchiali. I
frutti, eduli, sono talora utilizzati per la preparazione di marmellate o
liquori o mangiati freschi, ma il loro sapore non è molto gradevole: il nome
specifico deriva infatti da 'unum tantum edo' (ne mangio uno solo). Forma
biologica: fanerofita. Periodo di fioritura: ottobre-novembre.
50
Tronco grigiastro. Petali liberi. Frutto di altro colore
Camellia sasanqua Thunb.
1...,8,9,10,11,12,13,14,15,16,17 19,20,21,22,23,24