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Foglie a forma di ventaglio
Ginkgo biloba L.
Il ginkgo è un fossile vivente ed unica specie ancora sopravvissuta della
famiglia
Ginkgoaceae
. La pianta, originaria della Cina, viene chiamata
volgarmente anche ginko, ginco e albero di capelvenere. In Cina sono stati
rinvenuti fossili che risalgono all'era mesozoica. La pianta è stata ritenuta
estinta per secoli ma, recentemente, ne sono state scoperte almeno due
stazioni relitte nella provincia dello Zhejiang nella Cina orientale. Non tutti
i botanici concordano però sul fatto che queste stazioni siano davvero
spontanee, perché il ginkgo è stato estesamente coltivato per millenni dai
monaci cinesi. In Italia viene spesso coltivato come pianta ornamentale nei
parchi, senza tendenza ad inselvatichire, dal livello del mare ai 600 m circa.
Il nome del genere
Ginkgo
deriverebbe dal cinese 'yin' (argento) e 'xìng'
(albicocca), che per un'errata trascrizione della forma giapponese 'ginkyō'
da parte del botanico tedesco Engelbert Kaempfer ha mutato la lettera y in
g; il nome della specie deriva invece dal latino 'bis' e 'lobus' con riferimento
alla divisione in due lobi delle foglie. Forma biologica: fanerofita scaposa.
Periodo di fioritura: luglio-agosto.
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Foglie di aspetto diverso
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Foglie a base cuoriforme
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Foglie a base non cuoriforme
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Foglie a margine intero
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è spesso coltivato
in parchi e giardini con una certa tendenza ad inselvatichirsi; è presente in
quasi tutta Italia (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria, e segnalato
erroneamente in Piemonte), spontaneo o avventizio, dal livello del mare
agli 800 m circa. Cresce allo stato subspontaneo presso le aree urbane in
siepi e boschetti disturbati, su suoli di solito calcarei, ricchi in scheletro e
aridi d'estate. È una specie molto usata a scopo ornamentale. Grazie alla
sua frugalità può essere impiegata come pianta pioniera nei
rimboschimenti. Il nome del genere deriva dal greco antico 'kerkis'
(navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il nome specifico,
che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma allungata del legume. Il
nome comune è 'albero di Giuda'; tale nome è probabilmente una
storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era molto diffuso);
secondo la tradizione popolare, Giuda si sarebbe impiccato su quest'albero.
Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a margine dentato
Corylus avellana L.
Il nocciolo è una specie europea con tendenza subatlantico-
submediterranea presente in tutta Italia dalla fascia submediterranea a
quella montana. Cresce nelle radure e nei mantelli di boschi di latifoglie
decidue, su suoli limoso-argillosi profondi, freschi, umiferi, ricchi in basi e
composti azotati. Le qualità alimentari della nocciola sono note fin
dall'antichità: sono un alimento energetico di grande valore e una preziosa
fonte di vitamine e minerali. L'industria dolciaria utilizza la farina di
nocciole per la produzione di nocciolati, torroni e pasta di gianduia (creata
quando Napoleone bloccò l'importazione delle spezie e si verificò una
penuria di cacao). L'alta capacità pollonifera ha favorito la coltivazione
come pianta ornamentale e da frutto. Il legno, ottimo combustibile, è
utilizzato anche per palerie. Il nome generico deriva dal greco 'koris'
(elmo), e allude alla forma dell'involucro erbaceo che ricopre la nocciola; il
nome specifico deriva da Avella, un centro campano nella provincia di
Avellino, noto fin dai tempi dei Romani per la produzione di nocciole.
Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Foglie più lunghe di 40 cm. Fusto semplice
Musa sp.