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Austrocylindropuntia cylindrica
(Lam.) Backeb.
L'opunzia cilindrica è una specie originaria delle Ande del Perù e dell'Ecuador,
dove cresce ad altitudini comprese tra 2400 e 3000 m. La specie è diffusa in
tutto il mondo come pianta ornamentale e nella regione Mediterranea appare
talvolta anche allo stato subspontaneo in ambienti caldi e aridi, di solito presso
gli abitati. Il nome generico significa 'opunzia meridionale con rami cilindrici'.
Forma biologica: fanerofita succulenta/ camefita succulenta. Periodo di
fioritura: aprile-giugno.
Avena barbata
Pott ex Link subsp.
barbata
L'avena barbata è una pianta annua a distribuzione eurimediterraneo-turanica
presente in tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta ma più frequente
a sud del Po. Sull'Isola dell'Asinara è presente un po' ovunque. Cresce in
luoghi aridi sterili, ruderalizzati, lungo le vie, su scarpate, in orti e coltivi, ai
margini degli abitati, al di sotto della fascia montana. Il nome generico, lo
stesso usato dai Romani, forse deriva dal sanscrito 'avasa' (nutrimento,
foraggio); il nome specifico allude alle due setole presenti sulla glumetta.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Avena sativa
L. s.l.
L'avena comune deriva da diverse specie selvatiche diffuse come piante
infestanti delle colture di grano e orzo nella Mezzaluna Fertile (la regione
estesa da Israele all'Iran occidentale), quali
A. sterilis
,
A. fatua
e
A. byzantina
.
La coltivazione risale ad almeno 3000 anni fa, ed oggi si coltivano circa 15
milioni di ettari di avena con una produzione di quasi 26 milioni di tonnellate
di granella: l'avena è al 7° posto nella graduatoria dei cereali, ma con una
generale tendenza alla diminuzione: in Italia la superficie è scesa da 500.000
ettari nel 1948 a circa 150.000 ettari. La generale regressione dell'avena in
Italia e nel mondo è dovuta alla diminuzione degli allevamenti equini, alla
minor produttività dell'avena in Unità Foraggere rispetto all'orzo, ai limiti
d'impiego dell'avena nei mangimi bilanciati causati dall'alto contenuto di
cellulosa della granella (che è abbondantemente vestita). L'avena comune non è nota allo stato selvatico, anche se a
volte è presente allo stato subspontaneo in ambienti ruderali sfuggendo alle coltivazioni. Sull'Isola dell'Asinara è
prese
nte un po' ovunque ma non è abbondante. L'avena, oltre che cereale la cui granella è la 'biada' per eccellenza,
viene consumata anche dall'uomo: le cariossidi contengono antiossidanti che impediscono ai cibi grassi di irrancidire;
per questa proprietà, l'a
vena viene generalmente usata come additivo di diversi cibi e nella produzione delle carte in
cui si avvolgono gli alimenti. Uno dei principali prodotti industriali è il furfurolo, una sostanza derivata dal tegumento
della cariosside, utilizzata come solve
nte in alcuni processi di raffinazione industriale. Inoltre, l'avena viene impiegata
in distilleria per la produzione del whisky. Il nome generico, lo stesso usato dai Romani, forse deriva dal sanscrito
'avasa' (nutrimento, foraggio); il nome specifico sig
nifica 'coltivata'. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di
fioritura: maggio-giugno.
Avena sterilis
L. s.l.
L'avena maggiore, uno dei progenitori dell'avena coltivata, è una pianta annua
a distribuzione eurimediterraneo-turanica presente, con diverse sottospecie, in
tutte le regioni d'Italia salvo che in Valle d'Aosta. Sull'Isola dell'Asinara è
presente un po' ovunque ma non è abbondante. Cresce in luoghi aridi sterili,
ruderalizzati, lungo le vie, su scarpate, in orti e coltivi, ai margini degli abitati,
anche nei campi di cereali, al di sotto della fascia montana superiore, con
ecologia simile a quella di
A. barbata
. Il nome generico, lo stesso usato dai
Romani, forse deriva dal sanscrito 'avasa' (nutrimento, foraggio). Forma
biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
Baldellia ranunculoides
(L.) Parl.
La mestolaccia minore è una specie a distribuzione eurimediterraneo-
atlantica presente in molte regioni d'Italia, ma in
forte regresso e in alcune regioni, come il Piemonte, ormai estinta. Sull'Isola dell'Asinara è presente presso Cala S.
Andrea e nell'invaso artificiale tra Fornelli e Santa Maria (Bocchieri, 1988) e a Cala S. Andrea (Pisanu et al., 2014) in