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frutti dalla regione costiera della Tunisia, dove si trovava Cartagine; il
nome specifico allude alla presenza dei numerosi semi dal rivestimento
rosso all'interno del frutto, simili a granati. Forma biologica: fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Legno di odore sgradevole (scortecciare un rametto!)
Rhamnus cathartica L.
Lo spinocervino è una specie eurasiatico-sudeuropea presente in tutte le
regioni d'Italia salvo che in Sardegna.
È
piuttosto diffusa in tutta l'area
euganea. Cresce in boschi submesofili ed ai loro margini, a volte negli
aspetti più freschi delle siepi, su suoli argillosi neutri e piuttosto umiferi,
ricchi in basi, da freschi a subaridi, dal livello del mare alla fascia
montana inferiore. La pianta, soprattutto i frutti, è velenosa ed i frutti,
come indica il nome specifico, venivano usati quale drastico purgante.
Quelli acerbi erano un tempo utilizzati per colorare le stoffe. Il nome
generico, già usato dagli antichi, è di etimologia incerta; il nome specifico
'catharticus' significa puro, ad indicare l'uso purificante che ne veniva
fatto in passato. Forma biologica: fanerofita cespugliosa/fanerofita
scaposa. Periodo di fioritura: aprile-giugno.
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Legno senza odore sgradevole
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Fiori gialli. Rami zigzaganti
Ziziphus zizyphus (L.) H. Karst.
Il giuggiolo è un albero deciduo originario dell'Africa settentrionale e
della Siria, successivamente importata in Cina e in India, dove viene
coltivata da oltre 4000 anni. I Romani la importarono per primi in Italia.
La pianta dà buoni frutti soltanto alla fine delle estati calde. Ad Arquà
Petrarca, dove questa pianta è molto diffusa, viene tradizionalmente
prodotto un liquore chiamato brodo di giuggiole. A differenza di altre
specie della stessa famiglia, è in grado di sopravvivere ad inverni freddi,
con temperature fino a -15°C. In alcune zone è considerata una pianta
porta fortuna, mentre sembra che per i Romani simboleggiasse il silenzio;
Erodoto narra di un vino prodotto da Egizi e Fenici derivante dalla
fermentazione delle giuggiole. I nomi del genere e della specie derivano
dal greco 'zìzyphon', in latino 'zìzyphus' (giuggiolo). Il nome
probabilmente si riferiva a
Z. lotus
, menzionato in numerosi testi antichi,
incluso il celebre mito greco dei lotofagi. Ne parla anche Omero e pare
che il magico cibo fosse una bevanda alcoolica preparata appunto con i
frutti. Nella tradizione dialettale di alcune regioni come la veneta o la
ligure ancora oggi la giuggiola viene chiamata rispettivamente 'zizoea' o
'zizoa'. Forma biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo
di fioritura: giugno-luglio.
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Fiori bianchi. Rami non zigzaganti
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Ovario semi-infero, visibile sul fondo di un ricettacolo scavato a coppa. Frutto blu
Prunus spinosa L. subsp. spinosa
Il pruno selvatico è un arbusto eurasiatico-centroeuropeo presente in tutte
le regioni d'Italia. Cresce nelle siepi, ai margini dei boschi, in densi
popolamenti che colonizzano i prati abbandonati, su suoli argillosi da
mediamente freschi a subaridi, piuttosto ricchi in composti azotati, con
optimum nella fascia submediterranea; con il corniolo maschio è uno dei
primi arbusti a fiorire in primavera. I frutti, inizialmente molto aspri ed
astringenti, diventano più gradevoli dopo l'ammezzimento che di solito
avviene con i primi geli. Il nome generico, già in uso presso i Romani, è
di etimologia incerta, quello specifico allude ai rami spinescenti. Forma
biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura: marzo-aprile.
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Ovario infero, completamente circondato dal ricettacolo.
Frutto di altro colore
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