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all'immersione in acqua prolungata. In passato la scorza, ricca di tannini e
sostanze coloranti, veniva impiegata per tingere di giallo le lane e le
conce speciali. Negli ultimi decenni sia l'olmo comune, sia l'olmo
montano (
Ulmus glabra
), l'altra specie autoctona del nostro territorio,
sono stati colpiti da una grave malattia ricorrente, assai difficile da
prevenire, la grafiosi, causata dal fungo ascomicete
Ceratocystis ulmi
; il
micelio di questo fungo, veicolato da coleotteri Scolitidi che scavano
gallerie tra il legno e la corteccia, provoca la chiusura dei vasi conduttori
e quindi il disseccamento della pianta. Il nome generico era già in uso
presso i Romani, quello specifico allude alle minori dimensioni delle
foglie rispetto a quelle dell'olmo montano. Forma biologica: fanerofita
cespitosa/fanerofita scaposa. Periodo di fioritura: febbraio-marzo.
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Foglie opache, a base debolmente asimmetrica, le più grandi di 3 x 7 cm, con picciolo di
5-7 mm
Ulmus pumila L.
L'olmo piccolo è una specie originaria dell'Estremo Oriente, diffusa
soprattutto nella Cina settentrionale ed importata in Europa negli anni
trenta del '900 per la sua resistenza alla grafiosi, malattia causata dal
fungo
Ceratocystis ulmi
, che ha decimato le popolazioni di olmi nostrani.
Resiste anche a condizioni di aridità estiva e di gelo invernale molto
spinti e si adatta a qualsiasi terreno. Come pianta ornamentale viene
utilizzata per creare alberature stradali e frangivento. È segnalata come
avventizia in Italia settentrionale (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria) e
Lazio. Cresce in vegetazioni ruderali lacunose ove però raramente supera
le dimensioni di un alberello. Il nome generico era già in uso presso i
Romani, quello specifico in latino significa 'piccolo', 'nano', e allude alle
dimensioni delle foglie, le più piccole rispetto gli altri olmi. Forma
biologica: fanerofita cespitosa/fanerofita scaposa.
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Foglie a base cuoriforme
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156
Foglie a base non cuoriforme
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157
Foglie a margine intero
Cercis siliquastrum L. subsp. siliquastrum
L'albero di Giuda, originario del Mediterraneo orientale, è spesso
coltivato in parchi e giardini con una certa tendenza ad inselvatichirsi; è
presente in quasi tutta Italia (salvo che in Valle d'Aosta e Liguria, e
segnalato erroneamente in Piemonte), spontaneo o avventizio, dal livello
del mare agli 800 m circa. Sono presenti popolazioni consistenti in tutto il
territorio euganeo, soprattutto sui rilievi. Cresce allo stato subspontaneo
presso le aree urbane in siepi e boschetti disturbati, su suoli di solito
calcarei, ricchi in scheletro e aridi d'estate. È una specie molto usata a
scopo ornamentale. Grazie alla sua frugalità può essere impiegata come
pianta pioniera nei rimboschimenti. Il nome del genere deriva dal greco
antico 'kerkis' (navicella), in riferimento alla forma del frutto; anche il
nome specifico, che deriva dal latino 'siliqua', si riferisce alla forma
allungata del legume. Il nome comune è 'albero di Giuda'; tale nome è
probabilmente una storpiatura di 'albero della Giudea' (regione in cui era
molto diffuso); secondo la tradizione popolare, Giuda si sarebbe
impiccato su quest'albero. Forma biologica: fanerofita scaposa. Periodo di
fioritura: marzo-aprile.
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Foglie a margine dentato
158
158
Grandi alberi. Frutti portati da lunghi peduncoli muniti
di un'ala trasversale (cercare i frutti sotto l'albero!)
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Arbusti o piccoli alberi (< 10 m a maturità). Frutti di
aspetto diverso
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1...,114,115,116,117,118,119,120,121,122,123 125,126,127,128,129,130,131,132,133,134,...158