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genere su substrati poveri e di natura calcarea, esposti al sole, dove forma
densi cespugli compatti. Il cappero è un suffrutice di pregevole valore
decorativo sia per il portamento che per le splendide fioriture. Il frutto
fusiforme, di color verde, sorretto da un lungo peduncolo, contiene una
polpa rosata nella quale sono sparsi numerosi semi scuri. Già descritto da
Dioscoride e Galeno, che gli attribuivano proprietà medicinali, è ancor
oggi ampiamente utilizzato in cucina ove si utilizzano i fiori immaturi
trattati in salamoia o sotto sale (capperi) e in alcune regioni anche i
giovani frutti (cucunci, cetrioli di cappero). Il nome generico sembra
derivare da quello arabo della pianta ('kabar' o 'kappar'), l'epiteto specifico
allude alle stipole che a volte si trasformano in spine. Forma biologica:
nanofanerofita reptante. Periodo di fioritura: maggio-settembre.
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Piante non radicanti su pareti verticali di rocce o muri
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Foglie sempreverdi, coriacee
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Foglie decidue, non coriacee
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Foglie (non sono vere foglie ma fusti modificati!) a margine intero e apice pungente
Ruscus aculeatus L.
Il pungitopo è una specie mediterranea presente in tutte le regioni d'Italia.
Sui Colli Euganei è ampiamente diffuso, soprattutto nei siti più caldi.
Cresce nella macchia mediterranea e negli aspetti più caldi dei boschi
decidui, su suoli limoso-argillosi profondi, neutro-basici, al di sotto della
fascia montana inferiore. Tutta la pianta è tossica da fresca. Insieme
all'agrifoglio è una delle piante tradizionali del Natale: la raccolta
sconsiderata a fini commerciali ne ha minacciato la presenza allo stato
spontaneo. Nella credenza popolare è considerata pianta augurale. I getti
giovani sono commestibili previa cottura e vengono consumati come gli
asparagi. In alcune regioni, con i rami spinosi della pianta venivano
protetti i formaggi in stagionatura contro i morsi dei topi, da cui il nome
italiano 'pungitopo'. Il nome del genere deriva dal greco 'rugchos' (becco,
rostro), per i cladodi dalla punta aguzza che ricordano un becco d'uccello.
Forma biologica: geofita rizomatosa/camefita fruticosa. Periodo di
fioritura: febbraio-aprile, settembre-ottobre.
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Foglie a margine dentellato e apice non pungente (spine all'apice dei rami)
Pyracantha coccinea M. Roem.
La piracanta è una specie diffusa nel bacino del Mediterraneo ed in Asia
Minore, di dubbio indigenato in Italia, ove è presente in tutte le regioni
salvo che in Valle d'Aosta, Sicilia e forse Piemonte. È piuttosto comune
in tutta l'area dei Colli Euganei. Viene frequentemente coltivata a scopo
ornamentale per la costruzione di siepi protettive a causa delle dense
spine presenti all'apice dei rami e talvolta appare allo stato subspontaneo
in boschi e boscaglie termofile e loro margini, arbusteti, siepi, dal livello
del mare ai 900 m circa. I semi sono tossici. Il nome generico deriva da
due parole greche che significano 'fuoco' e 'spina' e si riferisce sia alla
presenza di spine che al colore rosso vivo dei frutti di alcune specie; il
nome specifico, che in latino significa 'rosso' allude anch'esso al colore
dei frutti. Forma biologica: fanerofita cespitosa. Periodo di fioritura:
aprile-maggio.
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Margine della foglia intero
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Margine della foglia dentato o dentellato
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Foglie con picciolo più lungo di 1 cm
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Foglie con picciolo più breve di 1 cm
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Foglie larghe almeno 4 cm. Fiori verdastri, senza petali. Frutto fortemente rugoso
Maclura pomifera (Raf.) C.K. Schneid.
La maclura è una specie originaria degli Stati Uniti centro-occidentali,
presente come avventizia in quasi tutta Italia salvo che in Valle d'Aosta,