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Salvia verticillata L. subsp. verticillata
La salvia spuria è una specie a distribuzione mediterraneo-montana con gra-
vitazione orientale, presente in tutte le regioni dell’Italia centro-settentriona-
le (salvo forse che in Umbria, e non ritrovata in tempi recenti in Val d'Aosta)
e in Abruzzo. La distribuzione regionale è di tipo alpico-carsico, estesa a
singole stazioni in pianura; in Carso si concentra nella porzione meridionale
del territorio ed è rara nell'Isontino; nell'area di studio la specie è rara e per
lo più confinata ai fondovalle. Cresce in vegetazioni pioniere lacunose, ai
margini di strade, su scarpate, in discariche e aiuole spartitraffico, su suoli
limoso-argillosi subaridi, ricchi in basi, dal livello del mare a 1800 m circa. Il
nome generico deriva dal latino 'salvus' e allude alle proprietà medicinali di
S. officinalis
; il nome specifico si riferisce ai fiori disposti in verticillastri spa-
ziati lungo l'asse dell'infiorescenza. Forma biologica: emicriptofita scaposa.
Periodo di fioritura: giugno-settembre.
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Fiori solitari o a coppie, disposti all'ascella delle foglie. Calice con una squama spugnosa sul dorso. Pianta
esclusiva di ambienti umidi
Scutellaria galericulata L.
La scutellaria palustre è una specie a vasta distribuzione circumboreale pre-
sente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Puglia, Basilicata e Sicilia. La
distribuzione regionale, piuttosto lacunosa, si estende dalla bassa pianura
friulana, ove è più frequente, ai fondovalle delle Alpi, oltre che alle aree umi-
de del Carso triestino; nell'area di studio la specie è molto rara e confinata a
quote piuttosto basse. Cresce presso le rive di corsi d'acqua, nei prati umidi,
nei boschi acquitrinosi, su suoli prevalentemente alcalini, al di sotto della fa-
scia montana. Il nome generico deriva dal latino 'scutellum' (piccolo scudo)
per la squama presente sul labbro superiore del calice; il nome specifico de-
riva da 'galea' o 'galerus', il berretto alato di Mercurio, alludendo alla forma
ad elmo del fiore. Forma biologica: geofita rizomatosa. Periodo di fioritura:
giugno-agosto.
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Fiori addensati all'apice del fusto. Calice senza squama spugnosa sul dorso. Piante non esclusive
di ambienti umidi
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Corolla più breve di 20 mm, con tubo diritto. Infiorescenza avvolta da due foglie normali appressate a due
brattee
Prunella vulgaris L. subsp. vulgaris
La prunella (o morella) comune è una specie a distribuzione originariamente
eurasiatica oggi divenuta subcosmopolita, presente in tutte le regioni d’Italia.
La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio, ma la specie diviene
progressivamente meno comune verso l'alto; nell'area di studio è abbastanza
comune soprattutto presso gli abitati, a volte con forme intermedie rispetto
a
P. grandiflora
. Cresce nei prati pingui e in vegetazioni disturbate di parchi,
giardini, aiuole, su suoli limoso-argillosi freschi e umiferi, ricchi in composti
azotati, subneutri, dal livello del mare ai 2000 m circa. La pianta ha diverse
proprietà medicinali e i getti giovani si possono consumare in insalata. L'e-
timologia del nome generico è incerta: alcuni la fanno derivare da un'antica
voce tedesca 'Breune' o 'Braune' (angina o tonsillite) altri da 'bruno' per il
colore bruniccio dei fiori quando l'infiorescenza appassisce; il nome specifi-
co deriva dal latino 'vúlgus' (volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: aprile-ottobre.
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Corolla più lunga di 20 mm, con tubo piegato verso l'alto. Infiorescenza avvolta solo da due brattee, con
foglie distanziate di almeno 1-2 cm da queste
Prunella grandiflora (L.) Scholler
La prunella (o morella) a fiori grandi è una specie a gravitazione mediter-
raneo-montana presente in tutte le regioni dell’Italia settentrionale. La di-
stribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, con lacune nella
bassa pianura friulana; nell'area di studio è comune, soprattutto nelle aree
con substrati calcarei come sulle piccole morene del Passo Pura o sul M.
Tinisa, a volte con esemplari intermedi rispetto a
P. vulgaris
che risultano di
difficile attribuzione. Cresce in vegetazioni erbacee e lande rupestri, in mon-
tagna anche nei pascoli subalpini, su suoli calcarei poco profondi e ricchi
in scheletro, dai 200 ai 2400 m circa, con optimum al di sopra della fascia
montana inferiore. L'etimologia del nome generico è incerta: alcuni la fanno
derivare da un'antica voce tedesca 'Breune' o 'Braune' (angina o tonsillite)
altri da 'bruno' per il colore bruniccio dei fiori quando l'infiorescenza ap-
passisce; il nome specifico si riferisce ai fiori più grandi di quelli di
P. vulgaris
.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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