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704
Petali azzurro-violetti. Peduncoli fruttiferi ricurvi
Geranium pratense L. subsp. pratense
Il geranio dei prati è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente
lungo tutto l'arco alpino (dubitativamente in Val d'Aosta) e sull'Appenni-
no Tosco-Emiliano. La distribuzione regionale è estesa a tutta l'area alpina
del Friuli, con isolate stazioni sulle Prealpi Carniche; nell'area di studio la
specie è piuttosto comune. Cresce in prati falciabili e al margine dei boschi,
su suoli freschi generalmente umidi e ricchi di humus, neutri o alcalini, con
optimum nella fascia montana. Il nome generico deriva dal greco 'géranos'
che significa 'gru' e allude al lungo becco che sormonta i frutti, quello speci-
fico si riferisce all'habitat. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di
fioritura: giugno-agosto.
704
Petali rosa. Peduncoli fruttiferi eretti
Geranium sylvaticum L.
Il geranio silvano è una specie a vasta distribuzione eurasiatica presente in
tutte le regioni dell’Italia continentale salvo che in Puglia e Campania. La di-
stribuzione regionale si estende a tutte le aree montuose del Friuli; nell'area
di studio la specie è molto comune. Cresce in ambienti ricchi in humus nelle
schiarite boschive e nei prati concimati presso le stalle, sino ai 2300 m circa,
ma con optimum nella fascia montana. Il nome generico deriva dal greco
'géranos' che significa 'gru' e allude al lungo becco che sormonta i frutti;
il nome specifico, dal latino 'sylva' (selva), si riferisce all'habitat boschivo.
Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: giugno-agosto.
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Fiori bianchi
714
705
Fiori di altro colore
706
706
Fiori di color rosso intenso
Papaver rhoeas L. subsp. rhoeas
Il papavero comune è una pianta annua di probabile origine mediterraneo-
turanica che sin dal Neolitico si accompagnava alle colture di cereali, oggi di-
venuta subcosmopolita e presente in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione
regionale si estende su quasi tutto il territorio, dalle coste ai fondovalle del
settore alpino; nell'area di studio la specie è più frequente nei fondovalle a
quote basse, ad esempio nei dintorni di Ampezzo. Cresce in vegetazioni pio-
niere lacunose come coltivi, orti, giardini, ai margini di strade e discariche,
su suoli argillosi, ricchi in composti azotati, mediamente freschi e subneutri,
al di sotto della fascia montana. Tranne i semi, tutte le parti della pianta e
soprattutto la linfa sono tossiche per la presenza di alcaloidi che a piccole
dosi hanno proprietà sedative; le rosette giovani venivano consumate sia cru-
de che cotte. Dai petali si ricavava una tintura rossa (antociani) usata anche
nella cosmesi femminile; i semi si possono usare per aromatizzare il pane o i
dolci. Il nome generico deriva dall'arabo 'papámbele' a sua volta derivato dal
sanscrito 'papavira' o 'papavara' (succo nocivo); l'ipotesi di derivazione dal
celtico 'papa' (pappa per bambini per conciliarne il sonno) sembra insostenibile; il nome specifico potrebbe derivare dal greco
'rheo' (scorrere via), per i petali presto caduchi, o da 'róia' (melograno) per il colore rosso dei fiori. Forma biologica: terofita sca-
posa. Periodo di fioritura: aprile-luglio.
706
Fiori di altro colore
707
707
Petali 4
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707
Petali 5 o più
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