255
717
Petali saldati tra loro almeno alla base. Pianta coltivata (patata)
Solanum tuberosum L.
La patata è una pianta annua di origine centro-sudamericana, già selezionata
a scopo alimentare dalle popolazioni autoctone sin dal secondo millennio
a.C. e portata in Europa dagli Spagnoli intorno al 1570. Oggi è coltivata in
tutte le aree temperate del globo, come nell'area di studio. La diffusione della
coltivazione fu lenta, anche per i casi di intossicazione causati dall'esposizio-
ne prolungata dei tuberi alla luce. Nei primi anni del '600 gli agronomi fran-
cesi Olivier de Serres e Charles de l'Écluse la descrissero dettagliatamente e
quest'ultimo, che fu botanico di corte dell'imperatore Massimiliano II d'Au-
stria, la introdusse nell'Impero Austro-Ungarico. La diffusione del tubero fu
poco uniforme: in Francia coinvolse inizialmente poche aree del Delfinato
e dell'Alsazia (1666) e in seguito della Lorena (1680) dove nel 1787 viene
descritta come cibo principale degli abitanti della campagna; più incisiva fu
la penetrazione in aree come la Svezia, la Svizzera e soprattutto l'Irlanda e la
Germania. Nel '700 l'economista Antonio Zanon condusse una battaglia per
l'introduzione della patata nell'agricoltura della pianura friulana. La parola
italiana 'patata' deriva dall'omonimo termine spagnolo, preso direttamente dalla sua forma indiana in lingua nahuatl 'potatl', at-
traverso però l'uso altrettanto diffuso di termini come 'papa' (che in lingua quechua indica appunto
Solanum tuberosum
) e 'batatas'
per la patata dolce (
Ipomoea batatas
) che appartiene a una famiglia completamente diversa. In altre lingue è comune anche 'mela
di terra' ('pomme de terre' in francese, 'aardappel' in olandese, ecc.). Le piante di patata, soprattutto le parti verdi, contengono
un alcaloide velenoso termolabile, la solanina, che causa intossicazioni con dolori addominali, diarrea, e nei casi gravi, la morte.
Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioitura: giugno-agosto.
717
Petali liberi. Piante spontanee
718
718
Foglie con almeno 21 foglioline principali (più altre molto più piccole). Petali di solito 6. Pianta assente
da luoghi umidi
Filipendula vulgaris Moench
La filipendola, o erba peperina, è una specie a vasta distribuzione eurasiati-
co-sudeuropea presente in tutte le regioni dell'Italia continentale salvo che in
Calabria. La distribuzione regionale si estende su tutto il territorio; nell'area
di studio la specie è piuttosto diffusa e comune nei prati. Cresce in prati
magri e in orli di boschi termofili, su suoli argillosi per lo più calcarei, da su-
baridi a freschi, ricchi in basi, dal livello del mare a 1500 m circa. Le radici e
le foglie giovani sono commestibili. Il nome generico deriva dal latino 'filum'
(filo) e 'pendulum' (pendulo), per gli ingrossamenti tuberiformi che pendo-
no dalle radici di alcune specie; il nome specifico deriva dal latino 'vúlgus'
(volgo) e significa 'comune, diffuso, frequente'. Forma biologica: emicripto-
fita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
718
Foglie con meno di 11 foglioline principali. Petali di solito 5. Pianta di luoghi umidi
Filipendula ulmaria (L.) Maxim.
L’olmaria comune è una specie a vasta distribuzione eurosiberiana presente
in tutte le regioni dell’Italia continentale (dubitativamente in Umbria). La
distribuzione regionale si estende su quasi tutto il territorio, con lacune nel-
le Prealpi Carniche occidentali, nelle aree magredili e nel Carso triestino,
ove la specie è assente; nell'area di studio la specie è diffusa ma non molto
comune, ad esempio nei dintorni di Sauris di Sopra. Cresce in prati umidi,
fossati, ruscelletti, paludi e boschi ripariali, dal livello del mare alla fascia
montana. Assieme al salice, è considerata l' 'aspirina vegetale': l'acido sali-
cilico fu scoperto nel 1839 nei fiori di una
Filipendula
, a quel tempo inclusa
nel genere
Spiraea
, per cui fu chiamato 'acido spirico'; nel 1859 il chimico
tedesco Hoffmann acetilò l'acido salicilico, ottenendo l'acido acetilsalicilico
o acido acetilspirico, da cui la Bayer coniò il termine 'aspirina'. Con i fiori si
aromatizzano i vini dolci, che assumono sapore di moscato; le foglie tingono
in bruno e in nero; dalle gemme si estrae un olio usato in profumeria. Il
nome generico deriva dal latino 'filum' (filo) e 'pendulum' (pendulo), per gli
ingrossamenti tuberiformi che pendono dalle radici di alcune specie; il nome specifico si riferisce alla somiglianza dei segmenti
fogliari con le foglie dell'olmo. Forma biologica: emicriptofita scaposa. Periodo di fioritura: maggio-luglio.
1...,253,254,255,256,257,258,259,260,261,262 264,265,266,267,268,269,270,271,272,273,...508