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Fusti striscianti sulle rocce. Legno di odore sgradevole
Rhamnus pumila Turra
Il ranno spaccasassi è un arbusto delle montagne dell'Europa meridiona-
le (Pirenei, Alpi, Appennini, Balcani) con areale esteso alle montagne del
Nordafrica, presente in tutte le regioni d’Italia salvo che in Emilia-Romagna,
Puglia ed Isole maggiori. La distribuzione regionale si estende su tutte le aree
montuose del Friuli, scendendo a quote più basse lungo i greti dei torrenti
nelle aree magredili della provincia di Pordenone; nell'area di studio la spe-
cie non è comunissima ma è abbastanza diffusa, ad esempio sul M. Novarza
e sul M. Morgenleit. Cresce su rupi e ghiaioni, massi e macereti, di norma
calcarei o dolomitici, con optimum nelle fasce montane e subalpina. Il nome
generico, già usato dagli antichi, è di etimologia incerta; quello specifico in
latino significa 'piccolo, nano', in riferimento alle piccole dimensioni della
pianta. Forma biologica: nanofanerofita. Periodo di fioritura: maggio-giugno
(luglio).
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Fusti non striscianti sulle rocce. Legno senza odore sgradevole
750
750
Petali saldati tra loro. Frutto carnoso
751
750
Petali liberi. Frutto secco
752
751
Foglie con lunghi peli bianchi al margine, almeno verso la base
Arctostaphylos alpinus (L.) Spreng.
Il rossello alpino, o corbezzolo alpino, è un arbusto nano a distribuzione
artico-alpina con areale prevalentemente europeo, presente lungo tutto l'ar-
co alpino salvo che in Liguria. La distribuzione regionale è estesa a tutte le
aree montuose del Friuli; nell'area di studio la specie è diffusa e comune al di
sopra del limite degli alberi, soprattutto sulle creste ventose che in autunno
colora vistosamente di rosso, ma nella profonda dolina presso il Passo Pura
scende sino a 1380 m a causa dell'inversione termica. Cresce in pascoli e
cespuglieti vicino alle creste e in boscaglie rocciose molto aperte, di solito
su substrati calcarei o dolomitici, dalla fascia subalpina a quella alpina. Le
foglie hanno proprietà astringenti; i frutti, aciduli e piuttosto insipidi, sono
commestibili. Il nome generico deriva dal greco 'arktòs' (orso) e 'staphylos'
(uva) e significa quindi ‘uva dell’orso’. Forma biologica: camefita suffrutico-
sa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
751
Foglie glabre
Vaccinium myrtillus L.
Il mirtillo nero è una specie a vasta distribuzione circumboreale presente
lungo tutto l'arco alpino e sull'Appennino sino al Molise, divenendo sempre
meno frequente verso sud. La distribuzione regionale si estende su tutte le
aree montuose del Friuli, ove la specie è comunissima, con qualche stazio-
ne anche nelle aree collinari, compreso il Carso goriziano ove comunque è
molto rara; nell'area di studio la specie è comune e diffusa ovunque tra i
1200 e i 2000 m, ma ha l'optimum nelle aree con substrati silicei dove frut-
tifica abbondantemente. Cresce formando popolamenti densi in brughiere
di altitudine e in peccete e faggete altomontane, su suoli profondi, freschi,
acidi, ricchi in humus, con optimum dalla fascia montana superiore a quella
subalpina, raramente anche più in basso. I frutti del mirtillo sono notoria-
mente commestibili sia crudi che in marmellate e sciroppi e contengono un
pigmento colorante blu del tipo degli antociani (mirtillina), utilizzato anche
come colorante naturali per alimenti con la sigla E163. Le foglie hanno pro-
prietà astringenti. Il nome generico, già usato da Virgilio, probabilmente de-
riva dalla latinizzazione del greco arcaico 'vakintos' (giacinto a fiore blu) con trasposizione del significato a 'bacca blu', quella del
mirtillo nero; il nome specifico in latino significa 'piccolo mirto' e si riferisce alla somiglianza di foglie e frutti con quelli del mirto.
Forma biologica: camefita fruticosa. Periodo di fioritura: giugno-luglio.
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