257
723
Frutto a contorno triangolare, bilobato all'apice
Capsella bursa-pastoris (L.) Medik. subsp. bursa-pastoris
La borsa del pastore è una specie originaria dell’Europa meridionale ma di-
venuta ormai subcosmopolita diffondendosi con le coltivazioni del frumen-
to, presente in tutte le regioni d’Italia. La distribuzione regionale si estende
su tutto il territorio; nell'area di studio si concentra presso gli abitati, da Am-
pezzo a Sauris di Sopra, a volte salendo a quote più alte presso gli stavoli e le
malghe, come a Casera Razzo dove raggiunge i 1800 m. Cresce in vegetazioni
disturbate e spesso esposte a calpestio, in giardini, nei coltivi, ai margini delle
strade e in ambienti ruderali, su suoli abbastanza freschi e umiferi, ricchi in
composti azotati, dal livello del mare alla fascia subalpina. Una singola pian-
ta è capace di produrre più di 500.000 semi attaccaticci facilmente dispersi
dagli animali. La pianta veniva utilizzata per curare le ferite; le foglie giovani
sono commestibili. Il nome generico deriva dal latino 'capsa' (contenitore
per papiri, cofanetto); quello specifico si riferisce alla somiglianza dei frutti
con delle piccole bisacce. Forma biologica: emicriptofita bienne. Periodo di
fioritura: marzo-ottobre.
723
Frutto non triangolare, a forma di seme d'uva
Lepidium campestre (L.) R. Br.
L’erba storna comune, o lepidio campestre, è una pianta annua a distribuzio-
ne originariamente mediterraneo-caucasica, di antica introduzione ai margini
settentrionali dell'areale (archeofita), presente in tutte le regioni d’Italia. La
distribuzione regionale si estende dalla costa ai fondovalle del settore alpino,
ma con ampie lacune; nell'area di studio la specie si concentra presso gli
abitati a quote basse, come nei dintorni di Ampezzo. Cresce in vegetazio-
ni ruderali, nelle colture sarchiate, lungo le strade, presso le discariche, su
suoli argilloso-limosi per lo più carbonatici, abbastanza freschi e ricchi in
composti azotati, al di sotto della fascia montana. Le foglie giovani erano
spesso consumate crude in insalata o bollite; le siliquette immature venivano
usate come spezia per il sapore piccante. Il nome generico deriva dal gre-
co 'lepidion' (piccola squama), per la forma dei frutti; il nome specifico si
riferisce all’habitat. Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fioritura:
aprile-agosto.
724
Petali (compresa l'unghia) più lunghi di 1 cm. Frutto profondamente strozzato tra un seme e l'altro
Raphanus raphanistrum L. subsp. raphanistrum
Il ravanello selvatico è un’entità appartenente a una specie mediterranea pre-
sente, con due sottospecie, in quasi tutte le regioni d'Italia. La distribuzione
regionale, molto lacunosa, si estende dalla costa alle vallate alpine; nell'area
di studio la specie è poco comune e si concentra presso gli abitati, come
presso Sauris di Sopra. Cresce in campi coltivati, negli orti, in ambienti ru-
derali, spesso come infestante delle colture, dal livello del mare alla fascia
montana inferiore. Le giovani foglie, leggermente piccanti, si possono man-
giare in insalata o lessate come spinaci. Il nome del genere deriva dal greco
'ráphanos' (rafano, rapa) e nel periodo Romano indicava probabilmente il
ravanello (
Raphanus sativus
). Forma biologica: terofita scaposa. Periodo di fio-
ritura: marzo-giugno.
724
Petali più brevi di 1 cm. Frutto non strozzato tra un seme e l'altro
725
725
Foglie senza orecchiette basali abbraccianti il fusto
726
725
Foglie con orecchiette basali abbraccianti il fusto
727
1...,255,256,257,258,259,260,261,262,263,264 266,267,268,269,270,271,272,273,274,275,...508